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Anathema
Distant Satellites

Gli Anathema sono una band incredibile, si sono costruiti un percorso musicale che album dopo album ha fatto parlare, discutere, ha fatto arrabbiare, gioire ed emozionare, ha disorientato, interessato, affascinato, chiunque abbia provato a seguire questo loro cammino, fregandosene anche delle critiche di fans, addetti ai lavori e via dicendo.
Sempre etichettati come band metal, etichetta che ha sempre infastidito la band ed oggi rimane difficile non indicarli come una band di prog. Ma in definitiva la musica degli Anathema oggi non merita etichette, perché la loro musica va ben oltre qualsiasi genere musicale, rimane unica, creativa ed originalissima. Distant Satellites è per me la perfetta continuazione del precedente “Weather Systems”, ma forse con un tocco sinfonico e sperimentale in più.

Distant Satellites
è un album emozionante, ricco di sfumature, di melodie malinconiche, di splendide armonie che toccano il cuore e che riesce ad avvolgerci in atmosfere a volte anche tristi, ma che riescono a rapire la nostra attenzione dalla prima all'ultima nota. Così come in “Weather Systems”, anche in Distant Satellites c'è la suite, ma stavolta divisa in tre parti e ci sono anche molti momenti sinfonici The Lost Song Part 1” ha un' intro di tastiere alla Genesis, poi entra tutta la band con quel sound malinconico e sinfonico ed il brano cresce con le voci di Vincent Cavanagh e di Lee Douglas che si incrociano e verso il finale violini portano il brano a diventare una sinfonia con la voce di Vincent sempre più drammatica.

Rimangono poi i soli violini che ci conducono a “The Lost Song Part2”, struggente ballata pianistica, bellissima, con la sola voce femminile di Lee Douglas, accompagna solo nei cori dalla voce di Vincent, ma come echi in lontananza, un'altra splendida piccola sinfonia che entra nel profondo della nostra anima e Dusk (Dark Is Descending)” ha chitarre più in evidenza ed in alcuni momenti vocali si sente l'influenza pinkfloydina anche nelle parti vocali di Vincent e “Ariel”, dove la guida è la sola voce della bravissima Lee, un pianoforte e violini e perfettamente verso la metà, il brano è in crescendo ed entra la voce di Vincent, le due voci si intrecciano e gli archi diventano più impetuosi e nel finale arriva il guitar solo di Danny Cavanagh, avvolgente, semplice ed intimista, ma poi spetta a pianoforte ed archi chiudere un altro brano capolavoro di Distant Satellites.

“The Lost Song Part 3”
è brano più ritmato, che va a chiudere una suite divisa in tre parti e dove aumentano le sonorità progressive e “Anathema” è un vero capolavoro, sempre introdotta da un sound sinfonico con pianoforte ed archi e subito la voce di Vincent Cavanagh riesce a scuotere le nostre emozioni con una delle sue migliori performance vocali e dove urla tutta la sua disperazione, ma quando entra la chitarra di Danny Cavanagh, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare è d'obbligo, il suo tocco chitarristico riesce a trasportarci proprio nell'Universo, una visione spettacolare di ciò che c'è al di sopra di noi. “You're Not Alone” è un breve brano con momenti vocali che si ripetono senza tregua, da qui il sound cambia, acquista parti elettroniche, più moderne ed anche trip-hop, ma sempre con una visione rock, grazie anche alla ritmica ipnotica e funkeggiante del chitarrista, che riecheggia momenti più hard rock da metà brano in poi e “Firelight”, altra breve song quasi new age e completamente strumentale e che riprende il tema musicale della suite.

In chiusura la lunga “Distant Satellites”, la title track dove aumentano i momenti elettronici e la voglia di continuare e non appartenere a nessuna etichetta musicale e di stravolgere quello che sembrava essere il nuovo corso della band già con il precedente “Wheater Systems”, con il refrain ripetuto per tutta la durata del brano e “Take Shelter”, dove gli Anathema sembrano essere influenzati stavolta dalla musica surreale degli islandesi Sigur Ros, musica che arricchisce anima e mente. Splendido il finale dove tornano i violini, ritmiche più serrate, splendide armonie e melodie. Avevo chiuso la recensione di “Weather Systems” due anni fa dicendo “Un vero capolavoro difficile da ripetere!!!”, ma mi sbagliavo, perché Distant Satellites è un disco immenso!! 

95/100




Vincent Cavanagh
: Voce, chitarra e tastiere
Danny Cavanagh: Chitarra, tastiere e voce
John Douglas: Percussioni elettroniche e acustiche
Lee Douglas: Voce
Jamie Cavanagh: Basso
Daniel Cardoso: Batteria

Anno: 2014
Label: KScope/Audioglobe
Genere: Rock/Progressive/Symphonic

Tracklist:
01. The Lost Song Part 1
02. The Lost Song Part 2
03. Dusk (Dark Is Descending)
04. Ariel
05. The Lost Song Part 3
06. Anathema
07. You're Not Alone
08. Firelight
09. Distant Satellites
10. Take Shelter

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