Da una decina di anni sono diventati un collettivo, più che una band, dove vari musicisti possono portare idee e collaborare per far crescere il gruppo. Una crescita arrivata quasi all’apice dal 2012 ad oggi, con ottimi lavori come “With Us Until You’re Dead”, il mini dello scorso anno “Axiom” e quest’ultimo Restriction, album al di sopra di ogni aspettativa e sicuramente parte del merito va anche a Holly Martin, bravissima cantante insieme alla band dal 2012.
“Feel It” è un brano molto particolare tra rock e new wave, con la voce di Dave Penn quasi sofferente ed anche filtrata, le chitarre che riportano alla wave anni 80, ma non mancano quelle sonorità malinconiche che aleggiano in quasi tutte le composizioni della band britannica. “Restriction” è la title track e spiazza ancora, brano molto semplice, con un cantato quasi a cantilena ed una “chitarrina” che sembra sbeffeggiarsi di tutti, il brano poi cresce anche nelle ritmiche, leggere ma in alcuni casi confusionarie e verso il finale un tappeto tastieristico riporta la parola prog nella musica degli Archive.
“Kid Corner” è ipnotico e con tante tentazioni elettroniche, dove appare la bravissima e, permettetemelo, bellissima Holly Martin, che dà un tocco di magia ad un brano non proprio facile, ma trascinante ed aggressivo e “End Of Our Days” è per me un brano capolavoro caratterizzato dalla strepitosa Holly Martin, bravissima cantante dalla particolarissima voce, che in questo brano tocca la nostra anima. Anche qui torna la parola prog, per una band che prog non è, un progressive “disturbato”, in senso positivo, da ritmiche elettroniche e da splendidi cori che fanno rabbrividire. Restriction cresce brano dopo brano ed i Pink Floyd più intimisti appaiono in “Third Quarter Storm”, dove le parti vocali sono divise tra Dave Penn e Holly Martin e le tastiere di Darius Keeler, da dolci e profonde, diventano acide e riescono a tornare ad essere dolci ed intimiste, senza mai stravolgere il brano. Ancora una volta una voce femminile, quella dell’altrettanto brava Maria Q, da anni nella band, che caratterizza “Half Built Houses”, altro brano dall’andamento molto progressivo.
Continuando la track by track, troviamo “Ride In Squares”, dove torna l’elettronica e le parti vocali sono affidate a Pollard Berrier, belle le ritmiche trascinanti e le atmosfere rarefatte, “Ruination”, folle brano dove sembra che i Clash impazziti si mettano a ballare con l’elettronica senza perdere però l’impronta rock e “Crushed”, altro brano dal groove irresistibile. Finisce qui? Assolutamente no!! C’è ancora spazio per “Black And Blue”, altro brano spettacolare con la voce di Holly Martin che incanta e “Greater Goodbye”, che porta avanti la stessa parte melodica del brano precedente, ma si arricchisce di strumenti, di distorsioni, di elementi percussivi e della voce di Pen e “Ladders” con forti influenze pinkfloydiane, sia nella musica che nelle parti vocali di Berrier, capace di immedesimarsi sia in Waters che in Gilmour ed il brano poi esplode verso un finale incandescente. Restriction conferma che gli Archive sono diventati una band unica ed originalissima, inetichettabile, perché la loro musica si può definire solo come musica degli Archive.
91/100
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Dave Penn: Voce, chitarra e percussioni Eat Gas: Chitarra Jon Noyce: Basso Steve "Smiley" Barnard: Batteria Darius Keeler: Tastiere Danny Griffiths: Effetti sonori e tastiere Steve "Keys" Watts: Hammond Pollard Berrier: Voce e chitarra Holly Martin: Voce Jerome Devoise: Voce Mickey Hurcombe: Chitarra Maria Q: Voce Tom Gaskill: Batteria Anno: 2015 Label: PIAS Records Genere: Rock/Progressive Rock/Elettronica/Trip Hop
Tracklist: 01. Feel It 02. Restriction 03. Kid Corner 04. End Of Our Days 05. Third Quarter Storm 06. Half Built Houses 07. Ride In Squares 08. Ruination 09. Crushed 10. Black And Blue 11. Greater Goodbye 12. Ladders
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