La precisione e la pulizia del suono sono la punta di diamante del platter, fin dall'inizio il disco scorre liquido e sinuoso e si rivela una ottima esecuzione in abbinamento tra il death nord europeo ed il thrash death americano di anni or sono, "Taste The Blood" ci svela i segreti del death in tutto il suo 'abc', si sentono dei veri omaggi a questo genere, o meglio a questi generi, ma c'è anche il sentore che la band possa spingersi verso lidi ancora più oltranzisti e originali, se infatti "Besiege" è la classica ri-proposizione del thrash death ottantiano e ne detiene la sua carica esplosiva ma che in sintesi non propone nulla di nuovo ci si consola con brani come appunto "Territorial" e "Construction Of Deconstruction", tanto per citarne alcuni, dove spunta la melodia tutta Swedish della seconda metà degli anni '90 specialmente nel sound ed impostazione delle chitarre ma senza ricadere nei recenti eccessi 'alternative' dei mostri sacri della NWOSDM.
Il death quindi della band è un ibrido con vocals che si sono death nel loro sostanziale sviluppo (con i canonici growls) ma con un timbro differente e conservano le proprietà del proto-thrash con un innesto di doppie voci screaming oriented ed effetti che fanno il tutto più maligno e cattivo, se dovessi fare un nome accosterei la band ai The Crown di qualche tempo fa, ma c'è anche un pizzico di brutalità in Deicide style; anche se il sound nel complesso non è certo dei più innovativi l'energia che sprigiona permette al progetto di meritare più della sufficienza, e mantiene l'ascoltatore più allenato a questi stilemi attento e 'mosheggiante' soprattutto considerando la reale onestà del combo.
Le tracks spazzano via le indecisioni, il filo conduttore è il duetto, o simbiosi, tra gli intrecci della sei corde, l'imponenza del basso, tra accordi brutali e intermezzi e ri-partenze e fraseggi melodici senza per questo perdere di vista l'aggressione nel senso più brutale del termine.
Che l'album sia buono si percepisce dalle scudisciate di "King Of Gauls" e dai passaggi spettrali che riescono ad eseguire con una tenacia e cura devastanti, e poi l'ottima successiva "Blasphemer", un carro-armato che inesorabile passa sopra tutto e tutti, con un incedere mastodontico e puro evil style, come spesso non si sente ed una carica dinamitarda, un brano per i thrasher di nuova generazione con assolo sanguinolento al suo interno.
Il cd è anche completato da un curatissimo booklet e da una grafica interessante e bellica che lascia intravedere il concept del gruppo.
Promossi quindi e attesi al varco con il prossimo cd, che speriamo ci possa dare ulteriori sorprese e soluzioni innovative per rendere il gruppo davvero unico e farlo emergere dalla massa, se infatti sono passati ben otto anni da “Evil Born” gli olandesi Mortal Form dovrebbero provare a rinnovarsi, se prendiamo brani come il micidiale "Guts In The Gutter" che pecca del solito timbro nordeuropeo, arrangiati in altro modo penso che la strada sia molto semplice.
“Taste The Blood” è un album death metal massiccio e melodico, thrash metal oriented con i classici richiami al heavy metal ma suonato talmente bene e spontaneo che merita l'ascolto e anche l'acquisto da parte degli intenditori, ed ogni tanto un déjà vu fa anche piacere...
65/100
Rogier: Voce
Bastiaan: Batteria
Teun: Chitarra, voce
Oscar Thijssen: Basso
Vincent Wassink: Chitarre
Anno: 2009
Label: My Kingdom Music
Genere: Death/Thrash Metal
Tracklist:
01. The Uprising
02. From Ape To Christ
03. Besiege
04. Construction Of Deconstruction
05. Territorial
06. King Of Gauls
07. Blasphemer
08. Guts In The Gutter
09. Taste The Blood
10. Screwed