O mio dio! Questo disco spacca tutto, è un rullo compressore che passa sopra tutto e tutti. Incredibile descrivere una musica che potrebbe sembrare cacofonica e che in realtà potrebbe addirittura essere 'ballabile' perché il ritmo che infonde si scatena dall'interno delle viscere e vomita esaltazione e schizofrenia da tutti i pori.
I Cerebral Turbulency sono ormai maestri in questo, in ben 15 anni di carriera hanno affinato il loro sound e sono diventati dei veri compositori e sviluppatori di grind core, si, perché qui si parla di evoluzione del genere e non venite subito a farmi altri nomi perché in Europa loro sono il max che si possa ottenere in ambito grind core brutale e ricco di effetti malati e strani vicini al noise cybernetico. Voi direte poi, ma cosa c'è di musicale in questa accozzaglia di rasoiate senza capo né coda??? E rispondo io: "chi non ha orecchie per ascoltare non cerchi neppure di farlo, questo genere si deve amare, deve diventare parte di te, è come un virus che no può essere debellato contro il quale non si possono usare antidoti e questo è un lungo ed inesorabile processo, certamente si, è musica per pochi e mai per troppi così come non sono mai affollati i concerti degli Agathocles o dei Nasum e non lo sono mai state le esibizioni dei Brutal Truth così non lo saranno mai i concerti di bands come i Cerebral Turbulency. Musica inumana per persone inumane ed ai margini del possibile!" "Segregace K 0" è un album che dura soli 27 intensi minuti per ben 17 tracce che rendono alla band lo status di vero cult. Il cd si apre con i blast beats e le ultra guttural vocals gridate, gorgheggianti e lunghissime e dilatate di "!dobrý Den!" per un pezzo che dura meno di un minuto e impressiona per la sua violenza inaudita. In mezzo alla pioggia di ritmi di batteria valanghe e valanghe di riff assassini e molto ruvidi, anche meccanici se vogliamo, ma assolutamente ossessivi e avvolgenti aggiunti ai molti feedbacks e ad alcune trovate a livello di suoni ambientali che denunciano una continua ricerca per rendere il loro sound fresco e mai scontato, troviamo delle vocals molto professionali in tutte le salse, gutturali, gridate, hardcoring, filtrate e ai confini con il gore. Questo è forse il vero carattere distintivo della band subito riconoscibile tra mille, anche se poi l'arma vincente è il continuo succedersi di ritmi e riff di chitarra vincenti che frullano l'ascoltatore in un vortex da headbunging e putrido feeling. Le tracce scorrono via veloci e ognuno dei brani incarna il suo aspetto peculiare riconducibile ad un grind mastodontico in cui i Cerebral Turbulency si districano e sentono a proprio agio tra ritmi inverosimili e martellate impietose su cui giacciono gli accenti esplosivi, gli 'stop and go', i samples, e le vocals sempre appropriatamente gutturali, doppiamente urlate e parlate in maniera sinistra, ma la vera essenza di questo cd sta anche nella presenza di vari tempi dispari e controtempi da levare il fiato, merito di un batterista assolutamente di spessore (Michal Cichy, un mostro di bravura alla batteria che non sbaglia un solo colpo!), oltre al chitarrista Karel che si cimenta anche in armonizzazioni di non poco conto. Il disco alla fine è un connubio di brutal sound e grind-core con un pizzico di originalità e classe da vendere dovuta all'esperienza di ben 15 anni sui palchi con bands di tutto il mondo e 6 Full-length album e 3 ep, un demo ed una compilation, non certo quindi una semplice e standard grind band ma un vero piccolo gioiello. Aggiungiamo poi che la registrazione è cristallina e potente, sprigiona decibel senza per questo essere oltremodo 'leccata'. Non c'è scampo per nessuno, "2v1", la precedente "Co Nli Není Rovno, Po Toni Je Nli Hovno!" aperta da alcuni secondi di suoni ambient che poi si ripropongono all'interno della song e poi la bellissima "I M N Z B R - Á Á Í E E" che incarna tutto il potere dinamitardo delle bands estreme provenienti dalla Repubblica Ceca. Poi a seguire "Panzer Faust Corpse" implacabile e 'mitragiante', e tutte le altre a seguire tra le quali cito "Bordelized" (violenza pura da manicomio musicale dai ritmi intricatissimi), "Poc´hali Do Patnácti" con il suo ‘riffone’ osseo che sa tanto di proto death svedese per poi ricadere nell'hardcore grind (da notare che si tratta della traccia più lunghe) e la conclusiva "Segregace K Nule" un velocissimo addio al mondo crudele con tanto di schizzo finale (Kill!). "Segregace K 0" è quindi un album che non annoia mai per la sua varietà e freschezza e che riascolterete sino alla nausea, è interessante in ogni sua parte anche nei doverosi omaggi al genere con alcuni riff che sanno di gia sentito in ambito death grind e in alcuni effetti delle chitarre dall'indistinguibile mood, le tracce sono organizzate in una scaletta che risulta sempre fresca con brani che fanno da sparti acqua e tendenzialmente memorizzabili. L'esempio lampante si ha con "ObuŠek Z Levhartic", un brano politicamente scorretto e davvero divertente. Di certo non è un disco da mettere sullo stereo della macchina, si rischierebbe uno scontro frontale portati come si sarebbe a spingere a tavoletta sull'acceleratore. Per me è un vero dispiacere che questo sia l'epitaffio della band che ha deciso di smettere dopo l'ultima esibizione dal vivo del 29 Novembre 2008 ... Promuoverei quasi una petizione per impedire che ciò accada... 95/100
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MiK!LL: Batteria Anno: 2008 |