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Sleepytime Gorilla Museum
In Glorious Time

Provate ad immaginare i Van Der Graaf Generator ma in versione molto più demoniaca, provate ad immaginare i King Crimson di Thrak ma molto più schizoidi aggiungete qualche pizzico di sonorità metal, industrial, folk e free-jazz arricchite questa miscela con una contingente sensazione di oscura e teatrale oppressione e di mistica estasi, amalgamate il tutto con un buon collante Progressive ed otterrete le coordinate musicali di questo originalissimo, pazzesco, eccessivo, dissonante, cacofonico e lucidamente trasversale gruppo che risponde al nome di Sleepytime Gorilla Museum. Non il classico RIO: Rock in Opposition ma per loro stessa definizione: RAR, Rock Against Rock; Californiani, di Oakland, città che grazie alla presenza di band come Idiot Flesh e Charming Hostess molto ha influito sulle tendenze musicali del gruppo, gli Sleepytime Gorilla Museum giungono al loro terzo lavoro in studio, dopo Grand Opening and Closing del 2001 che li ha immediatamente portati alla ribalta della musica d'avanguardia, post-rock e sperimentale e Of Natural History del 2004, ci propongono In Glorious Times, un lavoro sicuramente più "facile" ed "immediato" rispetto ai due precedenti capitoli ma non per questo meno disturbato o meno teatralmente disturbante.

Composizioni che stravolgono il concetto di ritmo e melodia, che rivoltano la struttura stessa sia della forma canzone che della base strumentale utilizzata, molti sono infatti gli strumenti "autocostruiti artigianalmente".
Rimangono, rispetto ai due precedenti lavori della band californiana le partiture completamente destrutturate anche se in questa occasione risulta molto più semplice riconoscere momenti e passaggi che riescono ad essere più lineari e melodici, come il lunghissimo brano di apertura "The Companions", molto più pomposo e sinfonico rispetto ai precedenti riferimenti degli SGM e capace di regalare momenti decisamente emozionanti e conturbanti grazie alle superbe acrobazie vocali di Nils e Carla, un brano che in alcuni momenti appare come una naturale evoluzione dei migliori Van der Graaf Generator.
Dalle caratteristiche più linearmente Metal è invece "Helpless Corpless Enactement" con un Nils che sfoderà un growl estremamente grezzo e cattivo e riff marcatamente heavy. Si continua con brani ricchi di teatralità e di dissimetria sonora mantenendo però rispetto al passato sempre quel tocco maggiormente sinfonico ed attento ad una più accurata ricercatezza melodica e quindi passiamo attraverso l'inquietante "Puppet Show", l'assimetrica "Formicary" o "Angle of Repose" dove si toccano i momenti maggiormente Progressive di "In Glorious Times".
Si torna ai ritmi sbilenchi ed ai tempi assolutamente non lineari con "Ossuary", agli abusi psico/musicali di "The Salt Crown" dove la rabbia e la pacatezza di Nils si alternano e dove il finale torna a ricordare i VDGG; tragicamente romantica è la relativamente breve "The Only Dance", mente mistica e quasi estatica appare "The Greenless Wreath"
Si va a chiudere con due brani che poco aggiungono a quanto mostrato finora dagli SGM: "The Wildenong Eye" e "The Putrid Refrain"

Onestamente descrivere una canzone degli SGM non è impresa semplice tanti sono i momenti, tante sono le sensazioni e tanti sono i particolari che emergono dall'ascolto, momenti, sensazioni e particolari che cambiano, si alternano quasi danzano mutando e cangiando colore ed angolazione ad ogni ascolto successivo, prevalendo talvolta un suono, talvolta uno strumento, talvolta una frase musicale, una musica e sopratutto una capacità compositiva pazzescamente originale e lucidamente trasversale, capace di tessere trame sonore con molteplici fili dai mille colori e capace sopratutto di renderli tutti caoticamente ordinati e visibili.

Una grande prova di maturità da parte degli Sleepytime Gorilla Museum, capaci di riuscire a mantenersi completamente fuori dagli schemi e dagli steccati convenzionali riuscendo al contempo a sfornare un prodotto sicuramente più accessibile e più fruibile, certo non per tutti ma sicuramente per tutti coloro che amano un approccio più completo e trasversale alla musica e per coloro a cui piace esplorare e scoprire i lati più oscuri, pazzeschi ed inimmaginabili delle sette note.

80/100


Nils Frykdahl: Guitar, voice
Carla Kihlstedt: Violin, percussion, guitar, voice
Dan Rathburn: Bass, slide-piano log, pedal-action wiggler, cockroach, voice
Matthias Bossi: Drums, mallet percussion, oration, voice
Michael Mellender: Keyboards. ALL THINGS, voice

Anno: 2007
Label: The End Records
Genere: Experimental/Avantgarde

Tracklist:
01. The Companions
02. Helpless Corpless Enactment
03. Puppet Show
04. Formicary
05. Angle Of Repose
06. Ossuary
07. The Salt Crown
08. The Only Dance
09. The Greenless Wreath
10. The Wildening Eye
11. The Putrid Refrain

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