Nati nel 2005 a Monopoli, Puglia, gli Uross dopo svariati album autoprodotti sono arrivati al loro esordio discografico con questo 29 Febbraio (lo squilibrista), uscito lo scorso dicembre per la piccola etichetta Olivia Records.
Un lavoro dall'ìmpronta prettamente rock, ma ricco di parecchie sfaccettatura diverse, magari non sempre messe perfettamente a fuoco, ma stilisticamente tutte godibili. Le 10 tracce che compongono il disco miscelano quindi rock energico e aggressivo, che si alterna sapientemente a funk e alternative, aprendo un ventaglio musicale molto vario e mai scontato. L'opener "Amaro", brano carico di effettistica vocale e chitarristica è un rock europeo levigato a metà strada tra U2 e i nostrani Subsonica, ma incide poco. Va meglio con la successiva "L'urlo", dal taglio più aggressivo e corposo aperta dalle grida del cantante Uross e da un ritmo simil-funky; "Psychoman" ci immerge in atmosfere più dense e evocative, dove la band tesse un ottima trama sonora per quello che è probabilmente il migliore episodio del lotto. L'album gode di una discreta produzione, scarna ma adatta ad un prodotto del genere, e il songwriting seppur non miracoloso è fresco e ben confezionato, variando spesso il proprio tema compositivo. Con "Sciarraball", dalle tinte orientaleggianti, gli Uross omaggiano la propria terra cantando in dialetto pugliese, mentre "Un tipo chiamato Destino" è un country/western che denota anche la parte più solare del quartetto di Monopoli. La raccolta si chiude con "L'eternauta", soffice ballata di stampo psichedelico, elogiando cosi al meglio la parte melodica. 29 settembre (lo squilibrista) pur non essendo un lavoro riuscito in toto, è una prima prova soddisfacente e appagante, ben realizzata e dimostrazione di come il rock italiano, specie quello di "nicchia" sappia essere trasversale senza mai vendere le proprie canzoni al pubblico delle radio. E gli Uross sembrano aver ben chiaro questo concetto. 67/100
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Uross: Voci, chitarre, banjo e giockenspiel Anno: 2010 Sul web: |