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Weather Report
Heavy Weather

I Weather Report sono stati un’esperienza centrale della scena del jazz-rock e poi della fusion.
Il gruppo di Zawinul ha avuto la capacità da un lato di realizzare dei brani divenuti dei veri e propri “standard” dall’altro di definire un sound riconoscibile e imitato nei decenni successivi.
La storia del gruppo ha inizio l’indomani di “Bitches Brew”, quando due dei protagonisti della svolta elettrica di Miles Davis, il tastierista di origine austriaca Joe Zawinul e il sassofonista Wayne Shorter, si mettono in proprio per esplorare le nuove sonorità elettriche e modali che stanno caratterizzando l’inizio del decennio.
Nella prima fase i Weather Report si muovono su parametri sperimentali in cui la libera improvvisazione riveste un ruolo determinante al fianco delle idee tematiche raffinate dei due leader affiancati dal contrabbassista di origina cecoslovacca Miroslav Vitous.
L’avvicendarsi dei bassisti nel gruppo determinerà delle svolte fondamentali nella direzione sonora del gruppo, l’ingresso di Alphonso Johnson prima e del genio del basso elettrico fretless Jaco Pastorius a partire dal 1976 (con “Black Market”) determineranno una svolta sonora dove da un lato il repertorio del gruppo inizia a incentrarsi su composizioni scritte con parti improvvisate sempre più delimitate dall’altro le astrazioni modali di marca davisiana lasciano spazio a una contaminazione fra ritmiche afro-funk e suoni elettronici.

Nel 1977 i Weather Report, con al basso Jaco Pastorius a tutti gli effetti co-leader del gruppo, Alex Acuna alla batteria, fortemente voluto da Jaco al posto di Chester Thompson, e Manolo Badrena alle percussioni, pubblicano il loro disco più emblematico e di maggior successo , “Heavy Weather” che vendendo oltre mezzo milione di copie raggiungendo il 30esimo posto della classifica “pop” di Billboard.
Paradossalmente lo stesso Zawinul non lo considerava una delle sue produzioni più riuscite “"Heavy Weather” è un disco. Ma ce ne sono altri che mi piacciono di più, come “Black Market”. Mi piace anche “Night Passage “. Mi piacciono tutti, ma ce ne sono di speciali".
L’idea originalissima della grafica di copertina di Lou Beach diviene un classico della cover-art degli anni 70.
Zawinul iniziò, inoltre a sfruttare la polifonia del synth polifonico ad otto voci di Tom Oberheim e dell’ARP2600 che caratterizzarono il suono dei Weather Report di questa fase.
Il disco contiene uno dei brani più famosi della storia del jazz, dedicato al locale di New York che ebbe un grande impatto sulla vita di Zawinul: “Birdland”.
Come raccontò Zawinul alla rivista “Jazz” nel 1977: "Per me Birdland era il posto più importante in tutta la mia vita. Ho incontrato tutti, compresa la mia bellissima moglie in questo club. Ho incontrato Miles, ho incontrato Duke Ellington..”
La composizione del tastierista, oltre a una costruzione melodica geniale, salda idee sonore del jazz-rock alla tradizione delle big-band alla Count Basie.
“Birdland” ottenne un successo straordinario e una serie innumerevole di reinterpretazioni successive (prima fra tutte quella dei Manhattan Transfer del 1979) divenendo un vero e proprio “standard jazz” pur essendo rigorosamente scritto e contenendo pochissimi brandelli improvvisativi, altro esempio della capacità geniale di Zawinul di sublimare un intero genere musicale all’interno di un’idea definita.
In “Birdland”, come in altri brani della produzione del gruppo in questa fase, emerge anche il ruolo strategico del basso elettrico all’interno degli arrangiamenti, Zawinul ha infatti chiaro come sfruttare le nuove direzioni lessicali aperte da Pastorius su questo strumento.
Un altro aspetto importante di "Birdland" è l'uso di false armoniche da parte di Jaco nell'introduzione, una delle più note innovazioni introdotte dal bassista.
Questa capacità del tastierista austriaco si riconferma in “A Remark You Made”, un altro classico della storia del jazz elettrico, una ballad in cui sassofono, tastiere e basso elettrico si scambiano i ruoli di strumento guida nell’esposizione tematica. Il brano nasce dalle idee sperimentate da Zawinul appena ricevuto il suo nuovo synth della Oberheim rafforzando una delle teorie del tastierista di essere un compositore che lavora con il suono, con l’ispirazione data dai suoni base.
Zawinul sembra ormai lontano dal modalismo aperto e astratto di “I Sing the Body Electric” e ha consolidato uno stile di scrittura nuovo, in cui i brani sono in bilico fra ricercatezza armonica, eleganza melodica e una certa leggibilità “pop” che riesce a non scadere nei parametri della musica commerciale, un perimetro che invece i protagonisti della successiva fusion supereranno frequentemente.
Si formalizza anche una padronanza millimetrica e una essenzialità, da parte di Zawinul e Shorter, sugli interventi solistici, in grado di escludere inutili virtuosismi a favore di un controllo melodico sugli assoli che diventerà caratteristico.
Il terzo brano che entrerà negli annali della musica di derivazione jazz è di Jaco Pastorius e si chiama “Teen Town”.
Il bassista sta rivoluzionando il basso elettrico ridisegnandone le possibilità assurgendo ad un ruolo “guida” nel mondo bassistico simile a quello rivestito da Jimi Hendrix fra i chitarristi.
“Teen Town” è un brano incentrato su un tema cromatico di matrice be-bop eseguito dal basso in uno sfoggio tecnico che in quel momento storico non ha precedenti su di un groove “funkoso” eseguito dalla batteria suonata dallo stesso Pastorius.
Atmosfere parkeriane, funk, jazz-rock si fondono in un nuovo crogiuolo lessicale e “Teen Town” sarà un brano di riferimento per tutto il mondo bassistico per decenni. Il ruolo del basso e quello del sassofono nelle esposizioni tematiche e nelle possibilità esecutive sono per la prima volta equiparate.
“Harlequin” di Wayne Shorter è un sofisticato brano elettrico in cui emerge il grande lirismo del sassofono soprano su un’armonia complessa tipica della maestria che il fiatista aveva già mostrato come compositore con Miles Davis.
“Rumba Mama”, brano afro-caraibico per percussioni eseguito dal vivo l'8 luglio 1976, durante un’esibizione al Montreux Jazz Festival, da Badrena e Acuna apre il secondo lato come una breve parentesi acustica, ma cerca di caratterizzare il secondo lato come contenitore di brani di natura più ritmica con connotati etno-jazz.
Il disco infatti prosegue con “Palladium” di Wayne Shorter, un brano dal sapore latin-funk con un tema ripetitivo su tessiture armoniche complesse tipiche dello stile di scrittura del sassofonista. Il brano è dedicato all’omonimo locale frequentato da Shorter dove spesso assisteva a concerti di musica centro-americana.
“The Juggler” è un brano articolato di Joe Zawinul che recupera certe atmosfere jazz-rock contaminate di spunti terzomondisti incentrate sull’uso dei sintetizzatori, un brano di non facile lettura distante dal melodismo dei brani del primo lato. Il brano nasce, come spesso avveniva per Zawinul, da un’improvvisazione libera eseguita in studio e registrata a sua insaputa dal fonico Brian Risner. Questa totale libertà creativa è alla base della struttura non consueta del brano.
Un altro momento di grande ricercatezza esecutiva di Jaco Pastorius e di ottima scrittura in equilibrio con spazi improvvisativi è la spumeggiante “Havona” che conclude l’album, un brano concepito dal bassista già nel 1972 e registrato in diretta senza sovra-incisioni.
C’è un’oggettiva differenza fra il primo e il secondo lato di “Heavy Weather” come a voler definire due diverse direzioni perseguite dal gruppo in quella fase.
Laddove il primo lato contiene i brani di impatto maggiore e con una scrittura melodica più lineare il secondo, invece, mostra un laboratorio aperto, dove Zawinul e soci sembrano esplorare altre direzioni.
Il disco ottenne cinque stelle dalla rivista “Downbeat” esattamente il contrario del successivo, il criptico e sperimentale “Mr.Gone”.
“Heavy Weather” otterrà un grande successo commerciale per un gruppo di musica strumentale e consacrerà i Weather Report come gruppo di riferimento per la scena jazz-rock.


Josef Zawinul: Oberheim Polyphonic synthesizer, Arp 2600 synthesizer, Rhodes electric piano, acoustic piano, vocal, melodica, guitar, table
Wayne Shorter: Tenor and soprano saxophone
Jaco Pastorius: Bass, mandocello, vocals, drums, steel drums
Alex Acuña: Drums, congas, tom toms, handclap
Manolo Badrena: Tambourine, congas, vocal, timbales, percussion

Anno: 1977
Label: Columbia
Genere: Jazz-Fusion


Tracklist:
Side One
1. Birdland (Zawinul) 5:59
2. A Remark You Made (Zawinul) 6:52
3. Teen Town (Pastorius) 2:53
4. Harlequin (Shorter) 4:00
Side Two
5. Rumba Mama (Badrena/Acuña) 2:12
6. Palladium (Shorter) 4:45
7. The Juggler (Zawinul) 5:05
8. Havona (Pastorius) 6:03

 

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