Come ha spesso enunciato Morricone nel corso delle sue interviste esistono due macro-categorie nella composizione: la musica assoluta, che trova il suo significato in sé stessa, e la musica applicata ad un’altra forma espressiva, come avviene nel caso della musica realizzata per la sonorizzazione di spettacoli teatrali od opere cinematografiche . Questo implica che la composizione sia funzionale a logiche extramusicali, e che quindi per fruirla correttamente si dovrebbe assistere alla performance nel suo insieme. In questo caso esaminiamo una produzione di cui non conosciamo la rappresentazione associata, sapendo che si tratta di una messa in scena performativa multimediale, in cui l’autore delle musiche ha sfruttato anche una spazializzazione del suono di tipo quadrifonico.Arlo Bigazzi è un musicista poliedrico, che vanta importanti collaborazioni, come Paolo Lotti, Naif Orchestra, Diaframma, Canzoniere del Valdarno, Alexander Robotnick, Clare Ann Matz, Novalia, Daniel Schell, Luis Rizzo, Militia, Roedelius, Hector Zazou, Eraldo Bernocchi, Steve Wilson, Richard Barbieri, Roger Eno. In effetti anche in questa sonorizzazione si colgono varie influenze e la convergenza di atmosfere musicali diverse, passando per l’ambient e l’ethno music. La performance “Sempre Sofia” è stata scritta e diretta da Caterina Meniconi, e vi hanno partecipato Chiara Cappelli, Piefrancesco Bigazzi, Julien Melliat, Blanket, Lorenzo Gabrielli, Marco Furelli e lo stesso Arlo Bigazzi, un testo dedicato alla realtà sempre drammatica della malattia mentale e dei manicomi. La musica che Arlo Bigazzi propone è un alternarsi di momenti ambientali, di ritmi scanditi dal basso, di manipolazioni elettroniche, di chitarre psichedeliche in un vario fluire di atmosfere originali. Un disco che trova il suo senso anche fuori dalla rappresentazione. |