Album decisamente fusion, “The way up”, risalente al 2005 e vincitore del Grammy Award nel 2006 come miglior album di jazz contemporaneo, è l’ultimo lavoro pubblicato a nome del “Pat Metheny Group” ed è composto da sole quattro tracce di considerevole durata (tra i 15 ed i 26 minuti), per la cui stesura l’artista è stato supportato dal fido Lyle Mays, co-autore dell'intero lavoro (Steve Reich e Eberhard Weber sono ringraziati ma non è espresso se abbiano effettivamente contribuito ed in quale misura).
Come già per altri dischi del “Group”, anche questo è improntato su atmosfere evocative e nessuna rivoluzione sul genere ci si deve aspettare dall’opera, se non che ciò che prima veniva scisso in più tracce, è ora assemblato in pochi brani senza soluzione di continuità. I cambiamenti di ritmo e le variazioni melodiche assicurano comunque un ascolto scorrevole e mai noioso. Nelle musiche trovano così spazio le tipiche ambientazioni methenyane all’interno delle quali il chitarrista si destreggia con i suoi molteplici ed oramai peculiari effetti elettronici, sfruttando a pieno la versatilità della chitarra. Ciò nonostante Metheny non disdegna le genuine sonorità acustiche che frequentemente alterna a quelle più marcatamente sperimentali in una combinazione sapientemente miscelata. Altrettanto fanno gli altri musicisti della formazione, tra i quali spiccano l’oramai collaudato Lyle Mays al piano e la new entry Antonio Sanchez alla batteria (già peraltro presente nel precedente album “Speaking of now” del 2002) che, con il suo notevole gioco di piatti ed il suo preciso tocco, accortamente catturato in fase di registrazione, accompagna e si distingue senza mai invadere troppo la scena. Una nota finale va infine dedicata anche al trombettista Cuong Vu che riesce, senza mai strafare, ad esprimere le sue potenzialità in non poche circostanze e, soprattutto, all’armonicista Gregoire Maret che contribuisce, in solitaria ed in accompagnamento, a creare soffuse e suggestive atmosfere. Questo lavoro rappresenta pertanto la fisiologica continuazione di un cammino intrapreso da lunghissima data dal chitarrista che riesce nella produzione di un’opera organica ed affascinante, senza mai perdere di vista la sua identità meritatamente conquistata negli anni. Un disco, quindi, da ascoltare tutto d’un fiato, che non deluderà i seguaci di Metheny, i quali lo ritroveranno in tutte le sue sfaccettature, ma che riuscirà ad ammaliare anche coloro che per la prima volta si avvicineranno al suo genere.
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Pat Metheny - chitarra elettrica ed acustica, chitarra synth, chitarra 12 corde. Lyle Mays - pianoforte, tastiere. Antonio Sanchez - batteria. Steve Rodby - basso acustico ed elettrico. Cuong Vu - tromba, voce. Gregoire Maret - armonica, percussioni guests Richard Bona - percussioni, voce. Dave Samuels - percussioni.
Anno: 2005 Label: Nonesuch Records Genere: Fusion/Contemporary Jazz
Tracklist: 01 - Opening 02 - Part One 03 - Part Two 04 - Part Three
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