Prima incisione per questo giovanissimo quintetto campano che si presenta con un EP dal sapore metal celtico.
Come il genere richiede, tutto il cantato è esclusivamente in lingua anglosassone, eseguito mediante l’utilizzo del growl a meno della ballata intitolata “Unforgiven angel”, per la quale è stata invece adottata una impostazione più melodica. Nonostante la contenuta durata dell’EP, si nota il riuscito tentativo di articolare la produzione secondo uno schema più riconducibile a un vero e proprio album, con una traccia strumentale introduttiva iniziale e quattro brani strutturati con buoni cambi di ritmo e di ampio respiro. Gradevole è anche la scelta di porre in primo piano strumenti tipici della tradizione celtica, come arpa e cello, tutti comunque rigorosamente sintetizzati. Frequenti sono poi i richiami al sound anni ’80 dei primi solchi epic metal, anche se a mio avviso sarebbe stato più gradito un suono della batteria meno elettronico e più genuino ed incisivo. Interessante inizio quindi, nel quale si intravedono i presupposti per un luminoso prosieguo di carriera. |
Simone Aruta (Grave): chitarra ritmica, voce Anno: 2015 |