Della trilogia costituita da Nice, Procol Harum, Moody Blues, che ebbe il merito di combinare con gusto rock e musica classica, gli ultimi sono stati quelli che hanno osato di più: a differenza degli altri - che pure accostavano i due generi, ma in maniera quasi innocua - i Nice partorirono soluzioni musicali estreme, sebbene mai ridondanti e/o appesantite, come fu invece per i successivi Elp.
Dopo l’esordio a quartetto, The Thoughts Ot Emerlist Davjack, in cui venivano alternati motivi orecchiabili, fugaci punte psichedeliche e alcune sporadiche contaminazioni sinfoniche (Rondo, War and Peace, America), il gruppo rinuncia alla chitarra, riducendosi a stabile trio, e si indirizza quasi completamente verso la musica colta, attingendo copiosamente da artisti classici. Quella che ne emerge è l’opera forse più innovativa dell’epoca - fondamentale nell’evoluzione (da pop a prog) che caratterizzerà la musica anglossassone del decennio successivo, nella quale sono alternati elementi di contenuta psichedelia, sapientemente innestata in ambiti pop ("Daddy Where Did I Come From", "Little Arabella", "Happy Freuds") e rock sinfonico: in tale ultimo contesto, sono particolarmente significativi la rivisitazione dell’opera di Sibelius, "Karelia Suite", nonché l’intero lato 2 dell’album, una suite di 20 minuti che dà il titolo all’album, entrambi genuina testimonianza della raffinata ma vivace capacità artistica di Emerson, perfettamente a suo agio tanto negli alteri e magniloquenti contesti classici, quanto nelle complesse strutture del jazz d’oltre oceano. Va da sé che, in un siffatta compagine, tanto il bassista, quanto il batterista sono relegati ad interpretare la parte di meri (ma onesti) comprimari, ruolo al quale, loro malgrado, non riusciranno a sottrarsi neanche in tempi successivi: dopo i Nice, distrutti dalla dipartita di Emerson stesso (che andrà a formare gli Elp), ci riproveranno nel 1974 dando vita ad un nuovo trio, Refugee, con un altro grande pianista, Patrick Moraz: patiranno lo stesso trattamento, venendo abbandonati da quest’ultimo che li preferirà ai più famosi Yes. Voto 85/100 |
Keith Emerson: Tastiere
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