Non dico che i Marillion senza Fish non siano bravi e/o godibili. Tutt'altro. Per me, più semplicemente, sono un altro gruppo. L'ingresso di Hogart ha radicalmente cambiato il sound del quintetto se non dal primo album (Season's End, ancora legato alle atmosfere del precedente Clutching At Straws), certamente da Holidays In Eden in poi. Con quest'ultimo, i Marillion hanno definitivamente abbandonato le influenze genesisiane degli esordi, perseguendo lo scopo di attualizzarsi più volte, non sempre con successo, mai abbandonando, comunque, la ricerca spasmodica della melodia struggente e malinconica. Sempre presente la chitarra sognante e gilmouriana di Rothery, purtroppo definitivamente persi i magnifici fraseggi di Mark Kelly alle tastiere, sostituiti da interventi di insieme più votati alla ricerca di un'atmosfera, piuttosto che protesi vero il virtuosismo d'effetto. Ne consegue che si, Brave è un masterpiece, ma del nuovo corso. In tal senso, l'opera mantiene intatta la sua validità intrinseca ma imprigiona il gruppo negli stretti meandri di una formula che, con il passare del tempo, verrà adottata dal quintetto in termini ripetitivi. Troppo poco innovativi gli album successivi (ivi compreso anche l'altro "capolavoro" dell'era Hogarth, Marbles), caratterizzati da questa voce dai toni malinconici e sofferti, a volte drammatici, reiterati in termini di stancante cliché. Questa edizione expanded - la terza, dopo Mispaced Childhood e Clutching At Straws (la seconda l'abbiamo recensita qui) - presenta l'album di allora in versione remixata da Steven Wilson arricchita dal concerto integrale registrato il 29 aprile del 1994 a La Cigale di Parigi. La brutta notizia è che non si tratta di materiale inedito, non completamente, perlomeno: l'intera suite "Brave" era già apparsa nel 1996, in Made Again, primo album dal vivo con Hogarth. Sono invece inediti i brani estratti dagli altri album: "Cover My Eyes (Pain and Heaven)", "Sláinte Mhath", "No One Can", "Sympathy", "Easter", "Garden Party", "Waiting to Happen", "Hooks in You", "The Space...". Quest'ultima tracklist evidenzia una curiosità: la nuova formazione preferì ignorare i brani dell'era Fish a vocazione pop come "Kayleigh" e "Lavender", come invece ci si sarebbe aspettato, privilegiando due classici decisamente lontani dal nuovo corso come "Sláinte Mhath" e "Garden Party". |
Steve Hogarth: voce, tastiera, percussioni, cori Anno: 2018 LP2-1-1 The Hollow Man Live At La Cigale (29/4/1994) (2018 Michael Hunter Remix) Live At La Cigale (29/4/1994) (2018 Michael Hunter Remix) Live At La Cigale (29/4/1994) (2018 Michael Hunter Remix) |