Bologna, 21 Dicembre 2019 - Teatro Comunale
Cavalleria rusticana di Mascagni e Pagliacci di Leoncavallo, due opere in un atto, rappresentano lo stile verista delle messe in scena che hanno preso d'assalto il mondo ed hanno entrambe trame che sono archetipi dei melodrammi del XIX secolo. Non più teste coronate e altri reali. Il verismo si concentra sulle persone normali, sui contadini, ed è ambientato nei loro villaggi polverosi ed in rovina dove le passioni sono profonde e gli animi d'argento vivo. Entrambe risultano profondamente intense, intrise di ricche emozioni, religione, passione e fragilità umana ed i temi di ciascuna di esse possono sembrare apparentemente gli stessi, ma il nesso dell'amore perduto e di quello cercato nell’ombra e della gelosia forniscono un focus espressivo decisamente diverso in ciascuna opera. Nel nucleo della Cavalleria Rusticana si stagliano un cattolicesimo conservatore ed una società dominata dalla Chiesa ed una cultura patriarcale connotata da pressioni sociali e atteggiamenti violenti e sprezzanti nei confronti delle donne prevaricate. Pagliacci, che origina da un caso reale di cronaca nera, sviluppando i temi del mascheramento e del teatro nel teatro, dello scambio e della commistione tra finzione e realtà, tra farsa e tragedia è un'opera pienamente partecipe della cultura europea del tempo. Leoncavallo vi combina linguaggio musicale alto, di derivazione wagneriana, con tratti triviali e salottieri tipici dei café-chantant e dell'operetta, mentre la musica in stile settecentesco che accompagna la recita dei comici genera un contrasto straniante con l'efferatezza del duplice omicidio finale compiuto dal protagonista-pagliaccio Canio. Il set immaginato è uno spazio teatrale all'aperto, un palcoscenico sul palcoscenico che fornisce lo spazio perfetto in cui si svolgerà il dispiegato, squilibrato miscuglio di gioco e assassinio. Il triangolo amoroso del deforme Tonio, l'amante di Nedda, Silvio e Canio è pregno di crudeltà, odio, ardore, gelosia e dolore. I cambiamenti tra questi stati d’animo in questo trio di interrelazioni contorte vengono gestiti con un ritmo ammirevolmente consono sia musicalmente che drammaticamente. Merita una nota la regia di Emma Dante, abilissima nel riempire la scena con elementi mobili che assolvono non solo il compito di rappresentare ambienti diversi, ma anche quello di introdurre continuamente in scena spunti di riflessione e di movimento degli animi. E così, il saliscendi di Santuzza e Turiddu riproduce i moti di gelosia, vergogna e pietas insiti in un duetto scarno di parole e potente nell’uso dell’orchestra. Il Cristo di colore che stenta il passo e cade sotto il peso della Croce a metà del percorso, le croci grandi e piccole che scendono dall’alto, la madre che alleggerisce la Croce e la Luce bianca che accoglie il Cristo che avanza al passo con l’unisono degli archi sono un raro esempio di scene che non invadono Intermezzo e Preludio (tradizionalmente eseguito a sipario calato), ma anzi ne esaltano la potenza, le dinamiche e le dissolvenze creando un tutt’uno che ci inchioda alle ipocrisie della società attuale. Ottimi momenti risultano altresì il racconto “Voi lo sapete, o mamma” e il “Vesti la giubba”, in cui il tenore Angelo Villari è potente in canna e disinvolto, veemente e preciso anche il suo “No, pagliaccio non son!”. Bene tutti gli interpreti con una nota di merito per la solida Santuzza di Sonia Ganassi ed il Turiddu/Canio del già citato Angelo Villari notevole per presenza scenica e vocalità, afflato e nitidezza nella dizione. Precisa e fedele alla partitura la direzione di Frédéric Chaslin e di tradizionale qualità orchestra e coro diretto da Alberto Malazzi. Photo © Rocco Casaluci. CAVALLERIA RUSTICANA
Direttore Frédéric Chaslin Regia Emma Dante Scene Carmine Maringola Costumi Vanessa Sannino Luci Cristian Zucaro Coreografia Manuela Lo Sicco Maestro del Coro Alberto Malazzi Produzione del Teatro Comunale CAST Santuzza Veronica Simeoni, Sonia Ganassi Lola Alessia Nadin Turiddu Roberto Aronica, Angelo Villari Alfio Dalibor Jenis, Fabian Veloz Lucia Agostina Smimmero
PAGLIACCI
Direttore Frédéric Chaslin Regia Serena Sinigaglia Scene Maria Spazzi Costumi Carla Teti Luci Claudio De Pace Maestro del Coro Alberto Malazzi Nuova produzione del Teatro Comunale con Grand-Théâtre de Genève CAST Nedda | Colombina Carmela Remigio, Carmen Solís Canio | Il Pagliaccio Stefano La Colla, Angelo Villari Tonio | Taddeo Dalibor Jenis, Fabian Veloz Beppe | Arlecchino Paolo Antognetti, Marco Puggioni Silvio | Vittorio Prato, Vincenzo Nizzardo
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