Roma, 11 Luglio 2017 - Parco Rosati - Fiesta
Terza ed ultima tappa per il tour italiano di Mark Lanegan che vede toccare la Città Eterna dopo due anni di assenza. La tempra è sempre la stessa del cantante americano, che ha maturato nel corso degli anni una sempre maggior consapevolezza nella scrittura dei brani, scrollandosi di dosso il passato remoto degli Screeming Trees e del più recente con i QOTSA. Dopo l’apertura con il giovane chitarrista Lyenn e l’ottimo duo blues di Duke Garwood è la volta dell'acclamata Mark Lanegan Band. Spazio, ovviamente, al nuovo lavoro Gargoyle con "Death's Head Tattoo" e le ottime e trascinanti "Emperor" e "Beehive". La nuova fatica di Lanegan è decisamente un buon disco, in linea con la fattura dei lavori dell'artista statunitense. L'inizio è affidato alla cupa e sinuosa "Death's Head Tattoo" per poi proseguire con la martellante andatura delineata da "The Gravedigger's Song", estratta da Blues Funeral. Sul palco, Lanegan non si smentisce mai, con la sua classica presenza, tutt’altro che da performer indiavolato. Fermo, tenendo il microfono con una mano e con l’altra l’asta, rimane perennemente concentrato, rompendo ogni tanto la staticità, rivolgendo lo sguardo al pubblico, discretamente numeroso per la location, non proprio votata a questo tipo di concerti. La setlist spazia soprattutto nei lavori solisti degli ultimi anni tra cui Bubblegum, Blues Funeral e Phantom Radio. La resa live dei brani con la full band è decisamente tutt’altra cosa, e brani come "Harvest Home" o "Harborview Hospital" possiedono sicuramente una marcia in più. Il collettivo della Lanegan Band è decisamente di qualità sia per quanto riguarda l'aspetto esecutivo che quello legato all'energia espressa, pur mantenendo un profilo basso dal punto di vista prettamente scenico. La dimensione classicamente cupa e spoglia alla quale si tendono a ricondurre le atmosfere della musica di Lanegan, si trasfigura letteralmente, arricchendosi di vigore, acquisendo invece un piglio decisamente più genuino e vibrante. Tra i brani di Gargoyle proposti spicca la tenue ballata "Goodbye Beauty" in cui per una volta, la voce di Lanegan abbandona gli accenti più ruvidi come nell’acclamata "Methamphetamine Blues", per piegarsi ad un’interpretazione più dolce. E’ innebabile che la profondità della voce del cantante di Ellensburg sia catalizzante e riesca a colmare totalmente l’assenza di presenza scenica. Ciò lo pone ormai prepotentemente al fianco di giganti del cantautorato internazionale. Senza dubbio, questo è uno di quei concerti che almeno una volta nella vita va assaporato, abbandonandosi totalmente alla musica. Appuntamento, quindi, alle prossime date autunnali di ottobre a Milano e Nonantola.
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Data: 11/07/2017 Setlist:
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