Roma, 23 Luglio 2015 - Traffic Live Club
Definire Thrash la musica dei Nuclear Assault è, a mio avviso, una clamorosa superficialità. Va forse ignorato che il gruppo fu fondato da Dan Lilker, insoddisfatto della musica che faceva con gli Anthrax? (si parla del primo album, Fistful of Metal, tu guarda il caso, musica thrash). O che la loro musica li colloca molto più vicino a band come i Misfits, i Black Flag - giusto per citarne due - piuttosto che Megadeth o gli stessi Anthrax? Insomma, se non propriamente punk, certamente hardcore o crossover. E' quindi curioso che sul palco, ad aprire le danze di un gruppo del genere, chiamati dal solerte e puntuale management della No Sun Music, ci fossero gruppi prevalentemente thrash come i Murder Spree, gli Enforcers e gli Assaulter. Poco male, invero, giacché, come noto, il thrash metal va a braccetto con il crossover o l'hardcore o il grindcore e quindi, tutto sommato, non può che far piacere assistere ad una tale condivisione di generi ed energie, ancorché tra loro così diversificate. Provenienti dai Castelli Romani, i Murder Spree sono certamente il gruppo più in tema della serata, giacché alfieri di un thrash venato di tinte hardcore, peraltro profuso con buona perizia tecnica, neanche minimamente scalfita dall'assenza momentanea del cantante originale, Andrea De Luca, qui sostituito dall'altrettanto aggressivo e professionale Claudio (sorry, ma non siamo riusciti a cogliere il cognome). I due gruppi successivi, Enforces e Assaulter, sono certamente rappresentativi di un Thrash di matrice classica che genera un mio maggiore e più consapevole coinvolgimento. Fondati nel 2008, autori di un album appena uscito sul mercato (dal titolo The Dopamine Hypothesis Of Schizophrenia, peraltro largamente tributato sul palco) i viterbesi Enforces ostentano con orgoglio una voce femminile assolutamente convincente, che talvolta punta il dito verso un growl non troppo estremo, sempre ben contestualizzato. La band è giovanissima ma si manifesta in una prova che colpisce per energia ed esecuzione con una sezione ritmica molto precisa e un duo chitarristico assai granitico.
ENFORCES - foto di Francesco Corti Per quanto mi riguarda, i tarantini Assaulter - occhio a quello che sto per scrivere - hanno rappresentato il picco artistico più alto dell'intera serata, Nuclear Assault inclusi (si parla ovviamente di tecnica, non certo di emozioni legate alla storia del metal estremo di matrice statunitense). Dotati di un batterista spaventoso - e sottolineo spaventoso - al punto da avere letteralmente spento la prestazione di Glenn Evans, di due chitarristi estremamente coesi nel loro incedere turbinoso e di un cantante/bassista che, sia iconograficamente, sia in quanto a stile vocale, richiama perfettamente la lezione impartita dal grande Tom Araya, sono apparsi padronissimi del palco, grandi catalizzatori di attenzioni, estremamente convincenti, autori di una proposta musicale che non è mai apparsa stantia e già suonata (cosa difficile, nel 2015, allorquando si suona thrash metal, un genere che, ormai si può affermarlo con precisione, ha detto tutto quello che doveva dire). I loro brani, in sintesi, sono apparsi estremamente accattivanti e oltremodo efficaci. Bravi e ancora bravi. Questo carisma, peraltro, è continuato anche fuori dal palco, al loro banco, talmente ricco di merchandise da annoverare persino un birra made in Taranto. Wow! Sono rimasto veramente colpito.
Una doverosa nota di demerito al bassista: premetto che sono votato all'ateismo convinto, quindi la mia è una presa di posizione super partes, una sensibilizzazione sulla validità del principio, piuttosto che una campagna volta alla tutela di un valore: bestemmiare sul palco per ottenere consensi non è mai stato così figo, specie attualmente. Anzi, è oggi assai inopportuno profondersi in simili manifestazioni offensive, visti i fermenti di stampo religioso che caratterizzano l'epoca attuale. E non voglio neanche metterla su un piano giuridico, anche se la sanzione amministrativa prevista dal nostro ordinamento non andrebbe certo sottovalutata (recita infatti l'art. 724 cp: "Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 51 a 309 euro". Lo Stato è laicissimo in questo: infatti, la Corte costituzionale, con sent. n. 440/1995, ha ritenuto che l'espressione "religione dello Stato" sia anticostituzionale e debba invece afferire ad ogni credo religioso, non soltanto a quello cattolico). In un periodo ove altre religioni puniscono l'offesa al loro Dio con la morte, puntualmente eseguita nel corso di esecuzioni pubbliche o rappresaglie di matrice terroristica, appare assai comodo prendersela con un credo i cui fedeli sono notoriamente protesi alla tolleranza e alla non violenza. Condivido pienamente le critiche manifestate nei confronti del prete pedofilo, anch'esse gridate con rabbia dal palco (sono anche convinto che per ogni prete pedofilo, ce ne siano molti di più che si adoperano per aiutare il prossimo, circostanza questa, che, si sa, non è così figo e cool rimarcare su un palco metal con altrettanta energia, vero?), ma la bestemmia in pubblico, puntualmente osannata dai bovini in platea, è un atto di vile ignoranza. Prova a bestemmiare Allah e vedi se non ti ritrovi decapitato nel giro di una quindicina di giorni!!!
ASSAULTER - foto dal loro sito facebook ufficiale
Chiusa la parentesi dedicata alla vigliacca incoscienza, sulla quale auspichiamo di non dover ritornare, è la volta di parlare dei Nuclear Assault. L'inizio è pessimo: tralascio la mise di John Connelly - che con i capelli corti e la pancetta fantozziana, sembra più vicino ad una figura di un impiegato del catasto, piuttosto che a quella del metallaro d'annata - e mi concentro sull'audio, che appare caotico e confuso. Come detto, rimango deluso dalla prestazione di Glenn Evans, batterista che mi pare, se non spento, quantomeno un tantino fiacco e il cui confronto con il suo predecessore pugliese lo vede immancabilmente perdente. Il ritmo c'è tutto ma nel fragore collettivo, c'è una minore nitidezza che era invece assolutamente presente nelle prestazioni dei gruppi precedenti, specie negli Assaulter. E' un vero peccato giacché brani come “Rise From the Ashes”, dal masterpiece Survive, e il successivo “Brainwashed”, che aprono le danze, risultano gravemente penalizzati. Fortunatamente le cose migliorano dopo una decina di minuti: l'audio si perfeziona e il batterista si scalda. “New Song” e “Critical Mass”, entrambi tratti dall'apprezzatissimo Handle With Care, hanno il compito di rimettere i paletti: "Noi siamo i Nuclear Assault", sembrano dire i quattro, "e questa è la nostra musica". Da questo momento in poi, finalmente, il concerto ingrana procedendo a velocità elevatissima con un coinvolgimento massimo da parte del pubblico, autorizzato a salire sul palco - a patto che non si tocchi la strumentazione - dallo stesso John Connelly. La scaletta abbraccia l'intera discografia dei Nostri comprendendo anche estratti dall’EP The Plague e addirittura dal loro esordio Game Over. Non mancano pezzi rappresentativi di Pounder, loro ultimo EP molto apprezzato da chi scrive, dal quale vengono estratti “Analogue Man in a Digital World” e “Died in Your Arms”. Il locale è letteralmente gremito e i bocchettoni dell'aria condizionata appaiono chiaramente insufficienti a coprire un numero così elevato di persone. Lo stesso Lilker si asciuga copiosamente il sudore tra un brano e l'altro e il lungo intermezzo di feedback profuso dal chitarrista Scott Harrington - francamente poco apprezzato e oggettivamente fuori contesto - cela il sospetto che la band voglia prendere fiato per qualche minuto.
NUCLEAR ASSAULT - foto di G. Livi
Siamo ormai in dirittura di arrivo: ad un medley esplosivo interessante tre pezzi grandiosi come "My America", "Hang the Pope" e "Lesbians" è affidata la chiusura del concerto; seguono, a breve distanza, “Trail of Tears” e il recente “Pounder”, brano che apre e fornisce il titolo alla loro accennata ultima fatica discografica. Forse a causa del troppo caldo, la prestazione è durata appena un'ora ed è stato purtroppo sacrificato "Technology", grande pezzo presente dal già citato Survive.
NUCLEAR ASSAULT - foto di G. Livi
Osservando i Nuclear Assault fuori dal palco, prima e dopo il concerto, non ho potuto fare a meno di pensare a quante cose siano cambiate dagli anni '80: assistendo al loro relazionarsi tranquillo e pacato (i quattro si sono rivolti al pubblico in maniera socievole e cordiale, posando in fotografia con i loro fans, concedendo autografi e chiacchierate), il pensiero è corso alla inarrivabile e criticabile star Lars Ulrich: sorrido amaramente chiedendomi come sia possibile che un gruppo come i Metallica riempia uno stadio, e gli altri tre big Slayer, Anthrax e Megadeth arrivino a colmare un palazzetto dello sport mentre gruppi come i Nuclear Assault, gli Overkill e gli Exodus siano ancora relegati al livello di piccoli club, pur proveniendo dalla medesima compagine degli altri quattro e, in alcuni casi, avendo avuto in organico loro membri. "Il mondo della musica è veramente strano e quello metallaro lo è ancora di più", penso tra me e me, mentre stringo tra le mani l'EP della band, appena acquistato, e mi dirigo, ormai a notte fonda, verso la mia autovettura, parcata poco distante.
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Data: 23/07/2015 Luogo: Roma - Traffic Live Club Genere: Hardcore Metal, Thrash Metal
NUCLEAR ASSAULT John Connelly: voce, chitarra Scott Harrington: chitarra Dan Lilker: basso Glenn Evans: batteria
Setlist: 01. Rise From the Ashes 02. Brainwashed 03. F# 04. New Song 05. Critical Mass 06. Game Over 07. Butt Fuck 08. Sin 09. Betrayal 10. Analogue Man in a Digital World 11. Died in Your Arms 12. Wake Up 13. When Freedom Dies 14. Medley: My America/Hang the Pope/Lesbians 15. Trial of Tears 16. Pounder
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ASSAULTER Enzo De Bartolomeo: voce e basso Paolo Iori: chitarra Gigi Novellino: chitarra Rodolfo Russo: batteria
Setlist: 01. Assaulter 02. Meatgrinder 03. Pay To Play 04. After The Countdown 05. Dead End Siding 06. Thrash Assault 07. Beer!!!
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ENFORCES Martina L. McLean: voce Paolo Nevi: chitarra Giovanni Tomassucci: chitarra Leonardo Sapio: basso Michele “Trauma” Caglia: batteria
Setlist: 01. Elimination Process 02. Thrash Against The Cross 03. Poison In My Glass 04. Infernal Machines 05. Of Leeches 06. Rats And Men 07. War Shock
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MURDER SPREE Claudio “Chooper” Camilli: voce Gabriele Lupi: chitarra Daniele Marrocco: basso Andre Pro: batteria
Setlist: 01. Warriors Of Thrash/Fading Away 02. No Rest For The Wicked 03. Six Pack Tsunami 04. Cerveza On The Beach 05. A New Hope 06. Hipster vs Thrasher 07. False 08. Time To Rise Up
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