Bologna, 5 Maggio 2015 - Bravo Caffè
Photo Courtesy: Nino Saetti
Sono state necessarie ben tre repliche consecutive per soddisfare la debordante fame di Napoli Centrale che Bologna aveva accumulato negli ultimi anni. Ed il suono intenso e mai superficiale di James Senese e della sua band ha ripagato questa attesa articolando con musica e parole il dolore e l’assurdità della guerra e le lacerazioni di una città, Napoli, da sempre coacervo di contraddizioni inestricabili. Il risultato è un progetto che nel corso degli anni ha saputo generare un sound ossequioso delle radici afro-partenopee, ma disponibile ad integrarsi di contributi strutturali capaci di fornire al proprio linguaggio una accessibilità universale a livelli musicali elevatissimi, preservandone tuttavia lo spirito antagonista e comunicativo. Lo stesso che trasuda questa sera nelle note di quella che, acclamata dal pubblico, nel ‘75 fu addirittura una hit, “Campagna” e in cui veniva tratteggiata l’inarrestabile ed insopportabile trasformazione della società da agricola in industriale con uno sguardo amaro e spietato, a tratti neorealista : “Che piova o che esca il sole, chi è bracciante a San Nicola / con la bottiglia piena di vino / va tutti i giorni a zappare. Campagna ... com'è bella la campagna...ma è più bella per il figlio del padrone della terra / che ci viene ogni giorno / a divertirsi con gli amici…Campagna ... com'è bella la campagna”. Tenore, soprano e voce di James Senese si alternano sui tappeti elettrici elaborati dal Fender Rhodes di Ernesto Vitolo su cui il bassista Gigi De Rienzo ed il batterista Fredy Malfi modellano articolate strutture ritmiche anche se il secondo, abile nei flames sui tom non è apparso sempre impeccabile nella marcatura dei breaks.
Il lato introspettivo e commovente affiora nel brano scritto da Senese per un caro affetto ormai perduto ,“’O nonno mio”, il sax soffuso soppianta per intero i giri di chitarra presenti su disco. Calorosissima l’accoglienza del pubblico per un brano storico di Mattanza "Simme iute e simme venute", pezzo con il piano elettrico di Vitolo in evidenza ed il sax di Senese, sempre bravo nel fraseggio e con un gran groove, che opera da contrappunto quasi nevrotico ad una sezione ritmica serratissima. Meno sperimentali, ma stilisticamente quadrate le atmosfere anni ottanta (periodo Jesheallàh) della calda e avvolgente “D'int' 'a nuttata” e lo sberleffo politico in chiave soul e con massice dosi di vocoder di “Acquaiò l’acqua e fresca?” (domanda retorica mutuata da un adagio napoletano); nel mirino la solita minestra riscaldata propinata dai vertici politici. Bis enorme con “Viecchie, mugliere, muorte e criaturi”, brano di sicura incisività sociale, al suo interno le potenzialità vocali di Senese hanno modo di liberarsi assieme alle note qualità interpretative, groove funk tetrissimo, sull’ostinato del piano, si compie la parabola del bracciante che muove verso l’alienante lavoro in fabbrica lasciandosi alle spalle un paese popolato di fantasmi, morte e disperazione. Un bel concerto, dalle espressività contaminate, gravide di anima e sofferenze: sentimenti in musica sviscerati senza ipocrisie od infingimenti.
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James Senese: Voce, sax soprano e tenore Fredy Malfi: Batteria, cori Gigi De Rienzo: Basso Ernesto Vitolo: Tastiere
Data: 05/05/2015 Luogo: Bologna - Bravo Caffè Genere: Jazz/Rock
Setlist: 01. E' 'na bella jurnata 02. Go away 03. E' fernut' 'o tiempo 04. Maria Maddalena 05. Jesheallàh 06. Acquaiò l'acqua è fresca? 07. Malasorte 08. So' vivo 09. Campagna 10. A vita è 'na giostra 11. Manama 12. Cammenanne 13. Simme iute e simme venute 14. 'O nonno mio 15. D'int' 'a nuttata Encore: 16. A pansè 17. Viecchie, mugliere, muorte e criaturi
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