L’undicesima e ultima tappa della seconda parte del “Casa 69 tour” dei Negramaro passa da Taranto e per i salentini ha il sapore di un ritorno a casa dopo un lungo viaggio in giro per l’Italia (11 città diverse in 23 giorni). Il palazzetto, sorto sull’area che in precedenza ospitava un campo da calcio dedicato a Valentino Mazzola, è strapieno, il pubblico è quello delle grandi occasioni e l’accoglienza è calorosa.
Le luci si spengono e il primo piede sul palco è quello del simpatico astronauta che ha il compito di aprire i concerti del gruppo, ma il vero spettacolo ha inizio quando cala il sipario e partono le note di “Singh-iozzo”.
In questo periodo molti eventi hanno scosso la nostra nazione: il terremoto, la crisi economica, i suicidi di alcuni imprenditori in difficoltà, la situazione politica e l’attentato di Brindisi (proprio nella terra della band), che ha spezzato la vita di una innocente studentessa. Tutti questi episodi, in particolare l’ultimo, hanno toccato la sensibilità di Giuliano Sangiorgi e soci, che chiedono un attimo di raccoglimento per ricordare la giovane Melissa Bassi, la folla resta immobile, la commozione dei presenti è palpabile. Uno scroscio di applausi rompe il minuto di silenzio e le danze riprendono con “Mentre tutto scorre” e la sofferta “Quel matto sono io”. Poi arrivano le parole del capolavoro di Modugno a portare una ventata di speranza: “Ma guarda intorno a te, che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare! Tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole! La vita, l'amore. Meraviglioso (…)”. Tra giochi di luce e immagini trasmesse sui megaschermi sospesi, il gruppo scarica sulla folla due pezzi da novanta: “Mi manchi” e “Londra brucia”.
La porzione di show chiamata “Teatro 69” questa sera è affidata a Sabrina Impacciatore. L’attrice, in Puglia per girare il film “Amiche da morire” (opera prima della regista Giorgia Farina) recita i versi de “La ballata delle donne” del poeta Edoardo Sanguineti.
Si prosegue senza sosta, la band suona, tra le altre, “Via le mani dagli occhi”, “Casa 69”, “Solo 3 minuti”, “Nuvole e lenzuola”. Spicca la maturità compositiva, fraseggi quasi metal, supportati da una sezione ritmica precisa e compatta, si alternano a momenti più pacati durante i quali sono gli arpeggi di chitarra e le tastiere a condurre il gioco. Energia e delicatezza, acciaio e velluto, sembra questo il segreto dei Negramaro. L’altra carta vincente sono i testi di Giuliano, la sua è una scrittura piena di immagini, evocativa e profonda. L’Amore in tutte le sue forme (passionale, romantico, sensuale), la nostalgia e lo scorrere del tempo sono i temi ricorrenti. Durante il concerto cresce negli spettatori la consapevolezza di avere davanti un grande gruppo, poiché è sotto gli occhi di tutti la bravura dei musicisti e la loro padronanza del palcoscenico. La band ha carisma, trascina, e quando la musica si tinge di elettronica, con synth e campionatori a farla da padrone, il palazzetto sembra trasformarsi in una enorme discoteca.
Durante l’esecuzione di “Apollo 11”, Giuliano, dall’alto di una pedana mobile, così canta parlando della luna: “…no, non è la stessa vi giuro non è più quella di una volta e non conserva nemmeno più l'odore di irraggiungibile come tutti i nostri sogni irraggiungibile …”.
Dopo questo momento emozionante, sui megaschermi passano in diretta le immagini dei programmi televisivi in onda (“Porta a Porta”, il “Tg2 Notizie” …) e allora Sangiorgi chiede al pubblico se deve andare avanti con lo zapping oppure spegnere, la risposta unanime porta all’oscuramento del video e tutto questo preambolo serve per introdurre l’adrenalinica “Voglio molto di più”. I Negramaro sono oggi il miglior gruppo rock italiano in circolazione e meritano pienamente questo status perché riescono a divertire e, allo stesso tempo, far riflettere.
Si abbassano le luci, un pianoforte viene sistemato in prima linea. Il cantante volteggia sui tasti, entra Andrea De Rocco con la fisarmonica e i due attaccano una versione acustica di “Basta così”, sino a quando, in un’esplosione sinfonica, entra il resto della band, da brivido. Siamo quasi alla conclusione, la band esce per una breve pausa e rientra per eseguire il bis, ancora due pezzi: “Polvere” e “Parlami d’amore”, bellissimi e coinvolgenti.
Al termine del concerto i sei ragazzi sfilano sul palco visibilmente emozionati, l’ultima data di un tour è sicuramente un momento particolare, fatto di gioia per il ritorno a casa e di malinconia per un’avventura che finisce. Il gruppo approfitta per ringraziare tutto il proprio staff. Il saluto ai fans, con tanto di inchino collettivo, è davvero sentito, ma si capisce che non è un addio, ma solo un arrivederci.
Ai musicisti ora non resta che rientrare a casa per guardare “…ad ogni ritorno un nuovo ritratto appeso a un specchio…”, il proprio ritratto.
P.S. Si ringraziano Pino Ingrosso di “Delta Concerti” e la “fata” sottopalco che hanno consentito le riprese fotografiche e si salutano i colleghi Fabio di “Puglia Rock” e Antonio di “Radio Città Bianca”.
Giuliano Sangiorgi: Voce, chitarra e pianoforte
Emanuele “Lele” Spedicato: Chitarra
Ermanno Carlà: Basso
Danilo Tasco: Batteria
Andrea Mariano: Tastiere e synth
Andrea De Rocco: Campionamenti e fisarmonica
Data: 22/05/2012
Luogo: Taranto - Palamazzola
Genere: Rock