Home Recensioni Live Måneskin - Sanremo, 73° Festival della canzone italiana, 9 febbraio 2023

Måneskin
Sanremo, 73° Festival della canzone italiana, 9 febbraio 2023

I Måneskin tornano a Sanremo, stavolta da superstar, eseguendo una manciata di brani e ospitando il chitarrista italo-americano Tom Morello.
Quattro i pezzi suonati: "I Wanna Be Your Slave" e "Zitti E Buoni", estratti dal loro secondo album "Teatro D'Ira - Vol. I", e i recenti "The Loneliest" e "Gossip", dall'acclamato album "Rush", il terzo della loro carriera.
In tutta onestà, i ragazzi sanno suonare: è certamente criticabile una certa tendenza del quartetto alla vistosa appariscenza, talvolta gratuita, fatta di sguardi forzati e pose improbabili ma, tutto sommato, i romani si possono permettere di incedere nel senso, visti anche i traguardi conseguiti.
In ogni caso, e questo è innegabile, la musica non è malaccio e appare ben eseguita.
Detto ciò, tralasciando i primi due brani, dei quali si è già letto abbastanza, giacché conosciutissimi, è il caso di soffermarsi su "The Loneliest", efficace ballata pubblicata come terzo singolo lo scorso 7 ottobre 2022. "La canzone", ha riferito al riguardo il cantante Damiano David, "è una via di mezzo tra una lettera d'amore e un testamento. L'ho scritta in un momento molto difficile della mia vita, quando ero lontano da casa e dalle persone che amo. L'idea è: cosa vorrei dire a queste persone se dovessi morire? Parla di sensazioni a cui tutti possono relazionarsi e ci piacerebbe tanto capire come persone diverse comprendono il testo. Siamo felici di essere riusciti a prenderci un po' di tempo per scrivere tanta nuova musica. Abbiamo scelto di uscire con questo singolo perché mostra un lato di noi che la gente non ha ancora visto e volevamo iniziare il nostro nuovo percorso da qui"
"Gossip", quinto singolo di recentissima pubblicazione (13 gennaio 2023), ha visto la presenza del citato Tom Morello. Straconosciuto dai più attenti cultori musicali, specie a vocazione esterofila, lo stesso risulta totalmente anonimo al volgo talché, sulla rete, si sprecano gli articoli chiarificatori e/o rivelatori circa le sue origini e il suo background.
Al riguardo, ci permettiamo di stigmatizzare la volontà di ammantarlo di alone leggendario. Non è affatto una leggenda, come strombazzato da Amadeus sul palco dell'Ariston e come largamente confermato quasi ovunque sulla rete. Definirlo tale è ardito (e poco sotto si vedrà perché), oltre che profondamente irrispettoso nei confronti delle vere leggende. 
Co-fondatore di Rage Against The Machine, uno dei gruppi hard rock più popolari e influenti degli anni '90, ha dato vita anche agli Audioslave, supergruppo di breve durata composto assieme al compianto Chris Cornell (Soundgarden e Temple of the Dog) e da altri due membri della sua band originaria.
Premesso che quando si accostano le parole "leggenda" e "musicista", l'interessato è generalmente deceduto (Jimi Hendrix, Eddie Van Halen, Gary Moore, Tommy Bolin, B.B. King, Jeff Beck, Allan Holdsworth e decine di altri), non è inusuale che i due vocaboli vengano chiamati in causa con riferimento ad un chitarrista in vita: David Gilmor, Steve Hackett ed Eric Clapton, ad esempio, non esempi di velocità esecutiva, ma certamente leggendari nel curriculum e nel suono rispettivamente proposto.
Morello neanche è un virtuoso dello strumento (se lo fosse, negli Stati Uniti lo chiamerebbero guitar hero, cioè un chitarrista in grado di esprimere uno stile funambolico, prevalentemente in ambito hard rock o heavy metal), ma è certamente un innovatore, capace di suonare creando una miscela unica che incorpora feedback, picking e tapping, ai quali unisce un largo uso di effetti.
Chiarita questa circostanza, si auspica definitivamente, bisogna precisare che questa cosa dei Måneskin
che lanciano l'ospitata di artisti blasonati nei loro video o concerti ha largamente esasperato. Questi ragazzi hanno il potenziale di camminare con le proprie gambe: cioè a dire che a Sanremo avrebbero spaccato ugualmente anche senza la "leggenda" di turno. 
Certo, è difficile, anche per lo spettatore navigato, concentrarsi sul merito della loro esibizione quando il cameraman incede sempre sul volto di Damiano, occasionalmente virando sulle chiappe di Victoria o sull'italo americano Morello mentre è intento a fare il suo consueto tapping. Se gli operatori fossero stati un tantino più magnanimi, concentrandosi maggiormente sul valore intrinseco dell'esecuzione, i più attenti avrebbero potuto scorgere delle dignitosissime qualità nel tappeto ritmico del batterista Ethan Torchio, un discreto grado di originalità nell'assolo profuso da Thomas Raggi nel terzo brano, un contributo di non poco conto fornito dall'ineccepibile Orchestra Sinfonica di Sanremo.
In chiusura, un consiglio per la bassista: ok coltivare il culto dell'esibizione, ostentando glutei sodi e scevri da cellulite, ma almeno accertarsi che i collant non siano smagliati...










Damiano David
– voce
Thomas Raggi – chitarra
Victoria De Angelis – basso
Ethan Torchio – batteria
guest:
Tom Morello – chitarra (4)
Orchestra Sinfonica di Sanremo


tracklist:
1. I wanna be your slave
2. Zitti e Buoni
3. The Loneliest
4. Gossip


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