Il concerto "Classic Mit Jazz" poggia i suoi prodromi su una interessante commistione tra classica e jazz, rispettivamente profusi dagli organici Trio Amadei e Helga Plankensteiner Quartett.
L'iniziativa rientra nella rassegna "Sotto l'Angelo di Castello" che, dal 1° luglio al 25 settembre 2022 (poco sotto, il programma completo), accoglie arte, teatro, musica, danza presso la suggestiva sede di Castel Sant'Angelo, a Roma, sotto la promozione della Direzione Musei Statali di Roma e il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo e Passetto di Borgo, diretti da Mariastella Margozzi. Composto da tre fratelli, il Trio Amadei proviene dalla provincia di Parma e vanta un curriculum piuttosto blasonato: ha registrato per Rai Radio 3, BBC, France Supervision; si è esibito presso varie compagini di musica classica come Rheingau Musik Festival e Kammermusiksaal (Germania), Festival Van Vlaandere (Belgio), Festival Lenz (Slovenia), Festival di Granada (Spagna), Auditorium Parco della Musica (Italia); ha collaborato con il Maestro Claudio Abbado, la Fondazione Fabrizio Dè Andrè, Markus Stockhausen, Tara Bouman, Vinicio Capossela. Il quartetto jazz, di provenienza altoatesina, è capitanato da Helga Plankensteiner ed è impreziosito dalla presenza, tra gli altri, di Michael "Miki" Lösch. Entrambi hanno ottenuto importanti riconoscimenti: la prima - premio Jazz Innsbruck 2018 e membro della Carla Bley Bigband e della Torino Jazz Orchestra - è stata inserita tra i 10 migliori musicisti jazz dalla rivista Musica Jazz; il secondo ha studiato, tra gli altri, con Franco D'Andrea (Perigeo), è docente di pianoforte alla Merano Jazz Academy, direttore artistico del Festival Lana Meets Jazz (assieme alla collega Helga) e della rassegna All that Music di Bolzano, conduttore della trasmissione radiofonica Abenteuer Jazz per Rai Südtirol. La serata offerta da questo inusuale organico ha garantito un sold out soltanto parzialmente intaccato dall'improvviso scroscio di pioggia estiva, che ha costretto i musicisti ad interrompere l'esecuzione per una manciata di minuti. Ripresa rapidamente, la formula offerta dai sette elementi si è basata sulla proposta di brani a firma di importanti autori classici (Mahler, Schubert, Mozart, Ravel e Haydn), sublimati da innesti di stampo squisitamente jazzistico (composti da Miki Lösch più un standard da quest'ultimo arrangiato). Il risultato ha stupito ed ammaliato allo stesso tempo: superato l'impatto inziale, dovuto alla inusuale complementarietà dell'archetipo offerto - che certamente richiede una certa ricettività e un minimo di cultura di settore - il pubblico è stato trasportato in un alveo originale, inusuale, a tratti addirittura bizzarro ma sempre qualitativamente alto. L'alternanza dei due pianisti (succedutisi esecuzione in itinere senza alcuna soluzione di continuità), e la performance di Nelide Bandello (il quale, impossibilitato ad utilizzare il set completo di tamburi e piatti, ha ottemperato ai suoi doveri ritmici utilizzando il solo rullante, offrendo una prestazione a dir poco virtuosistica che non ha minimamente fatto rimpiangere il set completo), ha garantito anche un'apprezzatissima destrezza scenica di stampo quasi teatrale. Si auspica un ritorno a Roma di questo settetto che, considerato il particolare background bicefalo che lo contraddistingue, è in grado di frequentare rassegne dell'uno e dell'altro genere musicale con immutata naturalezza e rinnovata credibilità. |
Trio Amadei tracklist |