Nel triennio 2008-2011, gli Yes si presentavano al pubblico schierando una formazione che, al trio storico Squire/Howe/White, vedeva affiancati Benoît David, ottimo cantante dei canadesi Mystery, e Oliver Wakeman, figlio del più noto Rick. Così composto, il novellato quintetto si dedicò ad una serrata attività live (da cui fu estratto l'album "In The Present - Live from Lyon". QUI la recensione della data romana di quel tour), per poi chiudersi in sala di registrazione, al fine di partorire il rituale album in studio. Durante quelle sessions, tuttavia, si verificarono alcuni eventi: il giovane Wakeman lasciò il posto a Geoff Downes e Trevor Horn si ripropose quale produttore e musicista/corista aggiunto della formazione (cori, tastiera, chitarra acustica). Ne venne fuori “Fly from here”, loro 20° album, di fatto, una delle loro opere migliori dagli anni '90 in poi. A distanza di tempo, defenestrato anche il valido Benoît David, si scopre che quella formazione fu più prolifica di quanto si pensasse. Va innanzitutto detto che l'album appena citato, arricchito della postilla "Return trip”, fu ripubblicato nel 2018 con Horn alla voce solista, impreziosito del brano “Hour of Need” (all'epoca apparso come bonus track della sola versione giapponese) e dell'inedito “Don't Take No for an Answer”, registrato anch'esso nel 2011, con Steve Howe alla (deludente) voce solista (QUI la recensione, sempre a firma di chi scrive). Quelle sessions producono oggi ulteriori risultati. L'ep "From a Page", pubblicato alla fine del 2019, contiene quattro brani inediti originariamente registrati dall'organico con Oliver Wakeman, mai inclusi nelle due edizioni di "Fly from Here". Tre di questi brani sono composti dal tastierista, uno è co-firmato da tutti i membri. Si tratta di un lavoro più che dignitoso, certamente in linea con la gloriosa tradizione della band inglese. Il punto massimo è rappresentato da "To The Moment", brano che pare pescato dalle sessions di "Anderson Bruford Wakeman Howe" mentre gli altri tre brani offrono un quadro efficacemente acquarellato, in bilico tra ballate ed eterea attitudine (un mix molto caro ad Anderson, paradossalmente assente), che vede l'apice espressivo nella suggestiva "Words On A Page", in cui pare anche evidente l'ascendenza alle tastiere esercitata da Wakeman padre. "From The Turn Of A Card" sarebbe emerso quale episodio eccelso se fosse stato cantato in falsetto, tecnica invece abbandonata in luogo di un ordinarietà vocale che appiattisce il brano tutto. "The Gift Of Love", infine, si evidenzia quale suite mancata: si tratta di una ennesima delicata espressione ma è purtroppo eccessivamente allungata a quasi 10 minuti, nel corso dei quali la struggente melodia portante viene ripetuta ad oltranza, senza ulteriori evoluzioni sonore. In ogni caso, questo nuovo capitolo si evidenzia quale prova discografica nettamente superiore, qualitativamente parlando, e pur considerando la sua breve durata (poco più di 26 minuti), al successivo album in studio, l'insulso "Heaven And Earth" (recensito QUI). In conclusione, va evidenziato che una superflua versione edit di "To the Moment" è disponibile soltanto nella edizione in vinile, mentre quella in cd contiene, spalmato su ulteriori due dischetti, il citato titolo dal vivo "In the Present: Live From Lyon". |
Benoît David: voce Anno: 2019 |