L'opera racconta di un incontro tra due personaggi che non sarebbe mai potuto avvenire: "Persone semplici che non amano la seduzione", riferisce Philippe Lelièvre, regista dell'opera originale ed anche interprete del ruolo maschile. La sua trasposizione in terra peninsulare riprende fedelmente la sceneggiatura originale e affida i ruoli dei due protagonisti a Rocío Muñoz Morales e Pietro Longhi. Quando si pensa alla prima, viene in mente una figura delicata, fragile, a tratti soave, nella postura e nella comunciazione. Può lasciare interdetti, pertanto, vederla muoversi con passo deciso da un lato all'altro del palco, comunicando con un paraplegico in termini mordaci e sferzanti, da ragazza impunita, se non ribelle. Quanto a Pietro Longhi, più che triste e rassegnato per la sua condizione fisica, ci è parso immotivatamente austero ed impostato nell'eloquio, se non proprio rigido, forse troppo condizionato dall'immobilità ingessata che connota il suo personaggio. Fin qui, effettivamente, la presente pare qualificarsi quale recensione dai toni non propriamente positivi; in realtà, l'opera regala un colpo di scena esaltante e commovente che, da solo, muta repentinamente la direzione del presente scritto: a Rocío Muñoz Morales il difficile compito di svelare la chiave di lettura dell'intera pièce, sublimata da una luce scultorea che, di fatto, apre uno squarcio improvviso sul teatro drammatico a vocazione monologhista: svestiti i panni della ragazza caustica e salace, l'attrice spagnola si affranca totalmente dal ruolo audace appena interpretato, svelando la sua natura più sensibile e vulnerabile in un soliloquio che, pur sussurato con voce spezzata, conserva in sé una veemenza emotiva che ha il potere di scuotere gli animi. Da solo, questo sprazzo, vale il costo dell'intero biglietto. C'è un altra nota positiva: tralasciando l'efficacia di una colonna sonora attinta a piene mani dai seventies - ove spicca la pietra miliare "Cry Baby" di Janis Joplin (è lei la Janis del cappotto), proposta in video sul background del palco - la rappresentazione è anche sublimata da un bellissimo pezzo intimista e suggestivo composto da Bungaro ed intepretato da Rachele (al momento, peraltro, lo stesso è ancora inedito, talchè è ascoltabile soltanto durante l'esibizione in parola). Questa recensione di riferisce alla rappresentazione del 22 febbraio 2025. |
Il cappotto di Janis
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