Il debutto da solista di questo straordinario chitarrista, si evidenzia per un intimismo di raro spessore artistico che rappresenta uno dei più genuini bilanciamenti tra rarefatta maestria esecutiva e intensa suggestione ancestrale. Non a caso, l'album è stato registrato nella suggestiva “Caves National Monument”, una cava di marmo collocata tra le montagne Siskiyou, in Oregon che incarna in toto il concetto di catarsi interiore. Va innanzitutto detto, per chi non lo conoscesse, che Jeff Pevar è un chitarrista e polistrumentista, compositore e produttore, che ha servito per artisti di fama mondiale tra i quali Ray Charles, James Taylor, Carly Simon, Kenny Loggins, Joe Cocker, Jefferson Starship, Rickie Lee Jones. I più attenti, tuttavia, lo ricorderanno non solo per le sue incombenze al seguito tanto di Crosby, Stills & Nash, quanto di Crosby/Nash, ma anche, e soprattutto, per il gruppo da egli costituito assieme a David Crosby e a suo figlio James Raymond. Il terzetto, che si firmava con l'acronimo CPR (le iniziali dei tre artisti) ha sfornato due soli album – seguiti da altrettanti live – di innegabile spessore artistico, ben superiori, a mio avviso a tutta la discografia post '70 dei più noti CSN e CSN&Y. Le musiche qui recensite – nate quasi casualmente a seguito di improvvisazioni registrate in acustico per un documentario della PBS intitolato “The Marble Halls Of Oregon” - evidenziano una raffinata eleganza che già percepimmo nei citati CPR. Jeff Pevar combina un'opera che colpisce per la sua raffinatezza esecutiva, sintomatica di un profondo substrato emotivo, di una duttilità artistica raramente riscontrata in altri musicisti. Musicalmente parlando, l'album si colloca in bilico tra compagine West Coast, Folk e Country, generi rivisti in chiave intima e rarefatta: siamo in tema di pura introspezione, riflessione ponderata, suggestiva purificazione interiore. Non stupisce, pertanto, che, in un siffatto clima intimo, il musicista americano abbia deciso di collaborare, sebbene soltanto in un brano, con Jon Anderson, la voce storica degli Yes, co-autore e vocalist del brano "River Of Dreams". Ma tanti, tantissimi altri sono gli artisti che compaiono in questa gemma sonora, profonda ed intensa, tra i quali preme almeno citare Steve Di Stanislao (non fosse per la sua colleganza ai già citati CSN). Infine, da appassionato di southern rock quale sono, non posso fare a meno di notare l'attitudine dell'artista verso questo genere musicale, pur vedendo inalterata la sua inclinazione all'intrinseco: ciò si ravvisa in “Flyin' Cases Blues” (qualcosa di più un semplice blues, giacché suona come se la Allman Brothers Band e i Lynyrd Skynyrd si unissero ad un coro gospel, suonando esclusivamente acustico) o “Dance of Odessa” (se esistesse una versione acustica del southern rock, questo brano ne sarebbe certamente la genuina rappresentazione). Non c'è dubbio: parlando di atmosfere West Coast, Jeff Pevar sta alla chitarra come David Crosby sta alle armonie vocali. 92/100 |
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