Per niente assuefatta alle uscite discografiche dal vivo, la PFM ci offre una cofanetto che si articola su ben quattro picture cd dalla elegante veste grafica, sui quali sono ripartiti 10 anni di attività concertistica. Il primo cd, “1971-1972: l’inizio”, prende in considerazione il periodo dell’esordio discografico e concertistico con il “nuovo” nome (la PFM nasce dalle ceneri de “I Quelli”, stessa formazione presente su “Storia di un minuto” senza Mauro Pagani, il violinista/flautista). Presenti ben quattro covers che il gruppo amava eseguire dal vivo in quegli anni: “My God” e “Bourée” dei Jethro Tull, “21st Century Schizoid Man” e “Picture In The City”, dei King Crimson (nelle stesse versioni che Greg Lake e Pete Sinfield ascolteranno prima di scritturare il gruppo per la Manticore Records). Del tutto assenti le altre due covers, “Flight On The Rat” dei Deep Purple e “Gipsy” degli Uriah Heep, che facevano parte della scaletta live di quel periodo. Il resto del cd è rappresentato da alcune jam di notevole spessore tecnico e da due brani storici: la crimsoniana “La Carrozza di Hans” e “Dove...Quando”. Un cd molto rappresentativo della fama che la PFM aveva creato in quel periodo: un complesso di cinque ragazzi estremamente tecnici e virtuosi, capaci di tenere testa alle bands straniere di allora eseguendo, personalizzandoli, alcuni dei loro brani più famosi e, in alcuni casi (Yes e Deep Purple), facendo loro da supporto senza rimanerne minimamente offuscati. Il secondo cd, “1973-1974: l’esperienza americana”, contiene ben 12 pezzi tratti dalla tournée americana di “The World Became The World”, il secondo album americano del gruppo. Presenti ben 4 improvvisazioni soliste, una di gruppo (“William Tell Overture”, cavallo di battaglia del gruppo che anche all’estero non rinunciava neanche musicalmente alle radici mediterranee che ne avevano decretato il successo), due al violino e l’ultima, alla batteria, prologo della bellissima “Impressioni Di Settembre” (purtroppo in una versione di 1 minuto e dieci), ulteriormente valorizzata da “Poseidon”, posta strategicamente come epilogo finale della suite. Bella la versione di “Alta Loma”, definita dal batterista del gruppo “l’esempio più riuscito della capacità di improvvisazione di insieme”. “1975-1976: in giro per il mondo”, è il titolo del terzo cd che documenta il Tour di “Chocolate Kings”, bellissimo album che in America non ebbe il successo che meritava, forse a causa dei testi e della copertina della versione americana dell’album, decisamente provocatori (sulla copertina veniva raffigurata la bandiera statunitense come se fosse stata una confezione di una cioccolata e poi, sul retro del disco, accartocciata tra le briciole della cioccolata appena mangiata). Anche in questo cd sono presenti delle jam (quattro, altrove rigorosamente inedite), e tre assoli: uno di violino, uno di chitarra e uno di batteria. Stranamente, dall'album sopra citato vengono estratti solamente il pezzo omonimo e “Paper Charms”. Presenti anche “Mediterranea” e “La grande fuga”, versioni embrionali di “Peninsula” e di “Meridiani” tratte dall’ottimo “Jet Lag” del 1977. Il cd, che a dispetto del titolo contiene solo materiale del ’76 e, per giunta, soltanto italiano, documenta i primi concerti con il nuovo cantante solista, Bernardo Lanzetti, voluto in organico per esonerare gli altri dall’onere della voce solista, al quale dovevano ottemperare a turno. L’ultimo cd, “1977-1978: contaminazioni; 1980-1981: verso un nuovo rock”, è quello più eterogeneo del cofanetto: documenta infatti più fasi musicali della band che, nel giro di quattro anni, impone un forte cambiamento alle proprie musicalità. I primi 10 brani sono estratti dalla tournée del bellissimo “Jet Lag”, ultimo baluardo progressivo di un gruppo volto al radicale cambiamento delle proprie origini: un album che risente di parecchie “contaminazioni” musicali e che peraltro chiude definitivamente l’esperienza americana. Presenti ben tre assoli del violinista Greg Bloch (brevissimo e passeggero retaggio americano, già ex “Marc Almond Band”, “It’s A Beatiful Day”, e “Gato Barbieri Band”), tre brani estratti da “Jet Lag” (“Traveller”, “Jet Lag” e “Left Handend Theory”), una terza versione di “Dove...Quando” (le altre due versioni si trovano nel primo e nel secondo cd) e la bella “Celebration”, versione inglese di “E’ Festa”. Gli ultimi quattro brani vengono estratti, a parere di chi scrive, dalla produzione meno felice del complesso: la fuoriuscita di Lanzetti, la conseguente decisione di utilizzare Franz Di Cioccio come front man e Walter Calloni come secondo batterista, la collaborazione con De André nel 1979, testimoniata dall’album “De André e PFM in concerto”, furono determinanti per la nuova direzione artistica intrapresa dal gruppo. Soprattutto la collaborazione con De André diventa fondamentale per il nuovo percorso intrapreso della PFM, un percorso durante il quale il gruppo abbandona volutamente i pomposi barocchismi e le ecletticità sperimentali proprie degli esordi (Mauro Pagani, l’unico flautista della formazione, ha da tempo abbandonato il gruppo e, Lucio Fabbri, il nuovo violinista, viene ormai impiegato in estemporanee manifestazioni folcloristiche ricoprendo un ruolo di contorno tutt’altro che sperimentale), per abbracciare esigenze che si ricollegano direttamente all’esperienza dei cantautori. Vengono così pubblicati “Passpartù” nel 1978 (un bell’album, l’ultimo con Lanzetti, che però poco ha a che fare con il rock progressivo degli anni precedenti e che, con qualche sforzo, può essere considerato un “trait d’union” tra passato e presente), “Suonare Suonare” nel 1980 e “Come ti va in riva alla Città” nel 1982, nei quali prevale l’esigenza di proporre testi più comunicativi, soprattutto dopo che l’avventura americana è stata già ampiamente vissuta e la lingua inglese definitivamente abbandonata. Irrompe lo stile dei cantautori: i brani si accorciano (i più lunghi non supereranno i cinque minuti); le parole si fanno più ricercate e più rappresentative di paesaggi urbani e di drammi metropolitani; le musiche diventano immediate e meno artefatte; il messaggio parlato non è più marginale rispetto a quello musicale, ma sono le musiche che fungono da complemento e da substrato, scarno e semplice, al canto, fedele trasposizione del sociale quotidiano. Questo travaglio è ben documentato nei citati quattro brani tratti da quegli albums: fatta eccezione per “Passpartù”, un pezzo a metà tra il jazz e il folk, riproposto in chiave decisamente più elaborata ed evoluta rispetto all’originale, con un bellissimo ritornello alla chitarra acustica, gli altri tre brani - “Suonare Suonare”, “Maestro della voce” e “Chi ha paura della notte” - tutti dal sapore così marcatamente “metropolitano” a metà tra il cantautore e il rock da FM, potevano tranquillamente non essere inseriti in un cofanetto che ha la pretesa di rappresentare un decennio musicale di un complesso che ha scritto pagine uniche ed irripetibili del rock progressivo. E tutto ciò, anche alla luce del fatto che si tratta di brani già editi sul terzo live della band, “Performance” del 1982. Il cofanetto, dalla splendida copertina, è corredato da un prezioso booklet con una lunghissima ed enfatica testimonianza del batterista della band, Frank Di Cioccio e con numerose foto inedite, riproduzioni delle locandine e dei biglietti dei vari concerti e un organigramma sulla genealogia della band. Tuttavia, contiene alcune imperfezioni. Molti sono i nomi di artisti e i titoli di albums storpiati (si tratta, chiaramente di errori di battitura visto che raramente vengono ripetuti) mentre più rare sono le imperfezioni di carattere documentaristico. A titolo di esempio: non “Photos Of Ghost”, bensì “Photos Of Ghosts”; non è stato Bloch, bensì David La Flamme a fondare gli “It’s A Beatiful Day”; Walter Calloni è entrato nella band nel 1980 e non nel 1982, come specificato nel completo organigramma. |
Franz Di Cioccio: Batteria, voce Anno: 1996 CD 1 (1971-1972) Out Of The Roundabout Left Handed Theory Electric Reflection Storia in L.A. Dove....Quando Acoustic Reflection Peninsula Jet Lag Greek Reflection Traveller Violin Suite Violin Dance Violin West Dance Celebration Passpartu |