Chissà cosa avrebbe detto il regista e attore Enzo Casertano, tra i preferiti di chi scrive, se fosse venuto a conoscenza, poco prima di salire sul palco, dell'episodio sotto descritto (che, omaggiando il titolo dell'opera, può senz'altro essere definito "micidiale"). L'accaduto ha generato l'impossibilità, da parte di chi scrive, di recensire lo spettacolo de quo per mancata visione dello stesso, a causa, prima dell'incapacità di una cassiera e di una maschera, poi della involontà di una ulteriore addetta, di gestire adeguatamente i posti a sedere destinati ad una persona disabile ed al suo accompagnatore. Nel suggerire alla direzione del Teatro Golden di cambiare strategia nella gestione di tali posti (non limitandosi, semplicemente, ad ostentarli sulla piantina), non possiamo fare a meno di notare che la situazione dell'automobilista che occupa illegittimamente il posto auto riservato all'invalido ha trovato, la sera del 16 novembre 2024, presso il citato Teatro Golden, una criticabile trasposizione a vocazione emulativa, con l'aggravante del pericoloso avallo da parte del padrone di casa. Di seguito, per chi volesse approfondirlo, l'accaduto descritto nel dettaglio, con il quale chi scrive, al di là del coinvolgimento personale, ha perseguito lo scopo di ottemperare all'obbligo, in capo ad ogni giornalista, di osservare e portare a conoscenza i casi di compressione dei diritti inviolabili costituzionalmente sanciti, anche quando concretizzati nel rassicurante alveo teatrale. Il fatto A biglietto emesso, chi scrive ha fatto gentilmente notare al personale del botteghino che i posti assegnati, pur ottimi, non risultavano attagliati alla situazione patita da persona affetta da disabilità. "Non si preoccupi", asseriva sicura l'addetta: "si segga pure ai posti xxxx, opportunamente avvisando la maschera". Purtuttavia, due abbonati, giunti poco dopo, reclamavano con vigore proprio quei posti, pur essendo gli stessi ricompresi in area disabili, così come risulta dalla piantina del Teatro Golden (www.teatrogolden.it/pianta-del-teatro/). Ci sarebbe da chiedersi, a questo punto, cosa direbbero le autorità preposte riguardo alla curiosa usanza di destinare ad un abbonato un posto destinato ad un disabile. Tornando allo specifico caso - accertata l'incapacità della cassiera di indirizzare correttamente i clienti - è capitato anche di toccare con mano l'inerzia della maschera nella gestione di chi, pur in possesso di abbonamento, pretendeva l'assegnazione di un posto destinato al disabile, giungendo peraltro in ritardo. E così, anche per evitare di dare battaglia a pochi minuti dall'inizio dello spettacolo, certo che sarebbe stata trovata una valida soluzione, lo scrivente si è portato nuovamente al botteghino assieme alla suddetta maschera. Ivi giunti, si è verificata un'ulteriore situazione, ben più grave di quelle appena descritte: guardata la planimetria del teatro, la scelta di un'altra addetta è caduta su due posti laterali, sul fondo del palco, nel punto ove gli attori entrano in scena, con la conseguenza che lo spettatore, di fatto, avrebbe avuto una perfetta visuale delle spalle degli attori medesimi (osservando la piantina del Teatro Golden, si può facilmente notare che lo stesso sviluppa una dislocazione dei posti a sedere spalmata su tre quarti del palco). Preme evidenziare che quanto sopra è stato gestito in assenza di qualsiasi commento rassicurante, figuriamoci di scuse vere e proprie, senza palesare un minimo di comprensione per la situazione, in totale latitanza del più elementare senso di empatia. La proposta di occupare i posti di una fila in quel momento completamente libera, è stata smorzata sul nascere sotto l'algida decretazione "non per noi!" (in un mondo perfetto, ci si aspetterebbe, invece, che si risponda quantomeno manifestando una riserva, pur minima; una cosa tipo: "se nessuno si presenta, la facciamo accomodare proprio lì"). Tertium non datur, non è stata neanche menzionata la possibilità di destinare i posti destinati alle maschere o di aggiungere un paio di sedie volanti (e proprio due sedie volanti erano quelle in origine destinate ai due abbonati, nell'area disabili). Eppure, non c'è mai fine al peggio: alla frase "Guardi, piuttosto che occupare quei posti preferirei andarmene", esclamata dallo scrivente, invero un tantino indisposto dall'atteggiamento scostante manifestato dall'addetta, quest'ultima ha risposto, con impostazione glaciale, "Allora vada!". E questo è quanto. Concludendo, sarebbe curioso sapere se lo sponsor (Frimm Immobiliare) e i vari cofinanziatori (Unione Europea, FESR-Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Programma Operativo regionale del Lazio, Bando “Teatri, Librerie e Cinema Verdi e Digitali”), volessero ancora ricoprire i propri rispettivi ruoli una volta appreso sia il comportamento sopra descritto, sia una così garibaldina gestione dei posti destinati ad abbonati e (non destinati) ai disabili. Teatro micidiale... Il presente commento si riferisce alla serata del 16 novembre 2024. |
Famiglia micidialeEnzo Casertano
|