Chi non sognerebbe un gruppo capace di coagulare le angolazioni musicali migliori di gruppi come Tool, System of a Down, Mastodon, Porcupine Tree ? tantissimi sicuramente.
Ormai è vero, la commistione di più generi ed influenze musicali, anche spesso antitetiche tra loro è la nuova frontiera di tutta quella musica che fa ruotare il proprio baricentro attorno alle parole Progressive, Alternative, Avantgarde, Experimental, Nu, coniugate in tutte le loro svariate declinazioni, rock, jazz, metal, spesso però è anche vero che nel compiere tale processo di assemblaggio musicale è molto facile perdersi in lavori che risultano troppo prolissi e arzigogolati o in veri e propri "pastoni" informi. Decisamente non è il caso degli svedesi Bokor che consegnano a noi famelici ascoltatori questo loro debut album intitolato "Anomia1", un album eccellente sotto tutti i punti di vista, capace appunto di coniugare stili e genere anche molto diversi tra loro mantenendo una linearità ed una omogeneità assolutamente originale. La partenza è al fulmicotone con "Crawl, The Sermons And Dreams Of John Duncan Thunstall", con un intensità frammista di pura rabbia che riporta ai Mastodon e repentini cali di ritmo che ricordano per certi versi i connazionali Opeth, mantenendo comunque nel contesto di tutta la canzone un atmosfera sempre molto cupa, quasi oppressiva. Con la seguente "Best Trip" si toccano sonorità dagli accenti apparentemente più hard-rock, più seventies, una canzone ricca di groove dove anche qui all'improvviso si ha un cambio di scena riportando i Bokor su territori più simili ai SOAD, specialmente per la parte vocale, in cui il bravissimo e poliedrico Lars Carlberg si ripropone come un novello Serji Tankian, una canzone interamente basata su un riffing sempre molto potente ed arrembante, particolarmente nei crescendo, alternato a momenti più pacati e carichi di pathos. Dopo due pezzi estremamente convincenti è possibile migliorarsi ? evidentemente si, ed i Bokor lo fanno, piazzando una bellissima "The Island Of St. Menée (Beach Of The Living Dead)" in cui SOAD e Mastodon si mischiano, si alternano, si scambiano i ruoli musicali e vocali in un vorticoso turbinio di chitarre. La qualità e la bellezza delle canzoni sono in continuo crescendo e la stupenda "Convert Into" dai toni decisamente tooliani dalle ritmiche profonde e pulsanti e dalla voce angosciata e gutturale, quasi growl è il successivo capitolo. Un apertura decisamente malinconica, ipnotica e struggente ci accoglie invece ascoltando "Migrating", brano che con i suoi quasi 15 minuti a mio parere rappresenta l'apice artistico di "Anomia 1", un capitolo dai toni dichiaratamente progressive che non sfigurerebbe assolutamente in un disco dei Porcupine Tree. La chiusura, affidata a "Avert Your Eyes" è nuovamente in chiave più tirata, melodica e ritmata, con i suoni che tornano a ricordare i Tool. Un disco assolutamente perfetto da qualsiasi angolazione lo si approcci, senza alcuna nota sbagliata, un disco in grado di accontentare se non entusiasmare palati dai gusti più disparati, complimenti quindi all'italianissima Scarlet Records per averli trovati. Sicuramente una gemma di rara bellezza da cogliere al volo e senza dubbio uno dei migliori dischi del 2007. 80/100
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Lars Carlberg: Voce Anno: 2007 Sul web: |