Difficile in tempi come questi, inflazionati di musica, spesso sempre uguale, riuscire a trovare qualcosa che suoni in qualche modo diverso restando ovviamente all'interno di canoni e generi ben definiti e quindi senza avventurarsi in sonorità estreme o magari esasperatamente avanguardiste, ecco il debut album degli israeliani Amaseffer è sicuramente un disco che finalmente riesce a proporci sonorità che pur non essendo totalmente innovative almeno ci fanno ascoltare, con grande piacere e con grande sorpresa, qualcosa di diverso, almeno in termini di atmosfera ed ambientazione scenica.
Exodus, Slave for life è il primo album di una trilogia che narra le vicende e la storia del popolo ebraico, concentrandosi in questo primo episodio sull'esodo degli ebrei dall'Egitto; ed il trio israeliano, riesce a narrarci l'epopea di Mosè e del suo popolo attraverso un Prog Metal dal taglio decisamente sinfonico e ricchissimo di arrangiamenti ed orchestrazioni molto raffinate, curate fin nei minimi dettagli musicali ed estremamente, invero forse anche troppo, intricate e complesse. Il risultato è un disco affascinante, epico, assolutamente coinvolgente, dal taglio prettamente cinematografico, (peraltro gli Amaseffer si occupano proprio di colonne sonore cinematografiche), un vero e proprio racconto in musica capace per moltissimi tratti di illustrare quasi visivamente la storia e la narrazione all'ascoltatore. Gli inserti poi di elementi peculiari della musica mediorientale, di parti narrate in ebraico e di effetti ambientali tipici della colonna sonora cinematografica aggiungono maestosità e grandezza espressiva all'opera, rendendola assolutamente viva non regalano mai momenti noiosi o fuori posto. Brani come l'accoppiata Birth of Deliverance e Midian coinvolgono in maniera totale l'ascoltatore, portandolo direttamente nel centro della scena, grazie alle superbe orchestrazioni alla molteplicità ed alla varietà delle parti liriche che alternano narrazione, cantato, growl, ed all'ottima interpretazione vocale di Matts Leven, già con Therion ed Yngwie Malmsteen guest di altissimo livello, così come Koby Farhi (Orphaned Land), grande interprete di tutte le parti vocali in ebraico. Da sottolineare anche la partecipazione di Angela Glossow (Arch Enemy). A far da contraltare all'epicità dei precedenti brani giunge Zipporah, brano pregno di quelle atmosfere mediorientali e ricco di melodia e dall'incedere pacato quasi triste. Un disco in definitiva che sicuramente non è di facile accesso e fruizione, un disco che può risultare "indigesto" a molti ma che al contempo può sicuramente affascinare coloro che amano una particolare ricercatezza negli arrangiamenti e nei suoni, coloro che amano le contaminazioni e le sonorità tipiche del vicino oriente e coloro che amano una narrazione musicale epica e teatrale. Sicuramente gli Amaseffer si dimostrano abilissimi compositori ed esecutori, capaci di dare un piglio innovativo ad atmosfere e sonorità vecchie di millenni. Uno dei dischi migliori che mi è capitato di ascoltare negli ultimi tempi. Sontuoso. 90/100
|
Yuval Kramer: Guitars Anno: 2008 Sul web: |