“Non esiste filosofia che possa contemplare il male, quando arriva si mangia tutto”. Queste sono le parole, narrate dallo psicologo e filosofo Stefano Santoni, che aprono i cancelli de “La capitale del Male”. Il secondo tetro capitolo degli “Hate & Merda” è una visione di uno stato d’animo temporaneo immerso in una melma vischiosa nella quale il duo fiorentino si immerge fin quasi a soffocare. Nel buio dell’immobilità la band racconta uno scorcio della propria vita sociale, di ciò che gravitava in un determinato momento intorno ai loro sguardi affacciati su un orribile girone dantesco. Un disco spigoloso capace di spingere l’ascoltatore in una dimensione claustrofobica e delirante racchiusa in buie pareti pulsanti tinteggiate da sonorità violente e rumorose da cui fuoriescono spifferi ed urla di rabbia mista a disperazione. Opera riconducibile ad una galassia di nichilismo composta da sludge, noise, ambient e hardcore che, come pianeti, ruotano intorno ad un oscuro sole nero desideroso di inghiottire e bruciare tutta la cattiveria contenuta al loro interno. La copertina spettrale dell’album è la fotografia severa di ciò che non esiste più, un ritratto inquietante nel quale si cela la paura che tutto possa tornare a disturbare le nostre vite tramite un rituale che rievochi le ferite aperte del passato. I due “Unnecessary” plasmano uno specchio dove riflettono la loro parte più intima, ma soprattutto dove cercano di dare un volto al male che non è un’astrazione impalpabile ma bensì qualcosa di concreto, parte della natura umana. Nei trentotto minuti complessivi dell’album si susseguono momenti di ferocia sonora, voci inquietanti ed atmosfere brumose che dilatano il tempo ed appannano la mente facendola precipitare in una trance interiore. Gli “Hate & Merda” provano a dare una dimora al male ma restano consapevoli dell’impresa impossibile perché le negatività, vettori primordiali del genere umano, sono eterne e senza confini. “La Capitale del Male” non esiste se non tra i solchi di un vinile che va ascoltato, divorato e gustato perché in fondo il male è come la fame: insaziabile. Anno: 2016 Label: UTU Conspiracy/Diodrone/Toten Schwan Distribuito da: Dischi Bervisti, Sangue Dischi, Shove Records, Zas Autoproduzioni, Toten Schwan Records, Icore Produzioni, UTU Conspiracy, Dio Drone [vinile] e Simula Records (UK) [tape]. Genere: sludge, noise, hardcore Tracklist: 01. La Capitale Del Male 02. Foh 03. L’Inesorabile Declino 04. In Itinere 05. La Capitale Del Mio Male 06. Profondo Nero Senza Fine 07. Vai Via Formazione: Unnecessary 1: metalli, tamburi Unnecessary 2: corde, voce Guest: Stefania Pedretti: voce In Itinere Matteo Bennici: cello In Itinere Stefano Santoni: filosofia Vio & Pagan: voci Vai Via
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