Gli Anekdoten, per il sottoscritto, rappresentano una scommessa persa, una grande opportunità sfumata. Dopo un esordio eccezionale - "Vemod", completamente privo di sonorità barocche o romantiche, ma stracolmo di riferimenti schizoidi rivolti alla cultura crimsoniana - i quattro si ripresentano con "Nucleus", esasperando la formula vincente del primo album, proponendo riferimenti nevrotici e schizoidi in maniera ancora più marcata. Dopodichè il gruppo fa marcia indietro: il terzo album, "From Within", è ancora molto valido ma distrugge il binomio caoticità-nevrosi che tanto era piaciuto in precedenza, abbracciando una formula più votata alla melodia. La vera delusione è rappresentata dagli album successivi: "Gravity" è totalmente privo delle ambientazioni schizoidi di un tempo ed è pervaso da toni soffusi, sempre permeati da un vago senso di malinconia, mentre "A Time of Day", che continua sulla stessa formula, risulta appiattito promuovendo solo ed esclusivamente atmosfere malinconiche, caratterizzate da un pesante substrato di abbattimento e profonda afflizione (qui una dettagliata monografia sul gruppo nella quale vengono analizzate analiticamente le opere sopra citate: Orbene, analizzando questo attuale lavoro, è possibile riavvicinarsi al gruppo in termini pienamente riabilitativi: a fronte di una side two abbastanza sottotono, ma non insufficiente (un tantino derivativa, con ambientazioni piuttosto pacate, per i miei gusti), la side one è tutta di elevatissimo livello, meno irruenta dei primissimi lavori ma certamente rappresentativa di uno stile che ormai si può definire personalizzato. I primi due pezzi sono decisamente i migliori, con influenze Crimsoniane che fanno capolino senza tuttavia essere invadenti. Tutta l'opera è inoltre valorizzata anche dalla presenza di ospiti illustri: l'ex tastierista degli Opeth Per Wiberg, il fiatista Theo Travis (che vanta tracorsi al servizio di Steven Wilson e, più occasionalmente, dei King Crimson), il chitarrista Marty Wilson-Piper, già con The Church e All About Eve. La presenza di fiati, soprattutto, rappresenta una gradita novità, certamente non così usuale per un gruppo come gli Anekdoten. Peccato soltanto che Anna Sofi Dahlberg si ostini a non riprendere in mano l'amato violoncello, qui totalmente assente (come negli ultimi album, del resto. C'è da dire che la musicista si indirizza verso l'uso del violino sebbene in maniera assai contenuta). Opera caldamente consigliata a chi aveva abbandonato il gruppo (o stava per farlo). 82/100
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Nicklas Barker: voce, chitarra, Mellotron, tastiere Anno: 2015 |