Anekdoten
Il Binomio Caoticità-Nevrosi
di Gianluca Livi
Articolo originariamente apparso sul n. 34, anno 2009, di “Musikbox - Rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo”, qui pubblicato per gentile concessione dell'autore
Disciolta definitivamente anche la seconda reincaranazione – stavolta addirittura infruttuosa del terzo attesissimo album in studio – gli Änglagård cedono definitivamente agli Anekdoten lo scettro di band più importante della scena new progressive svedese. Il nucleo iniziale del gruppo nasce nel febbraio 1990 per iniziativa di Nicklas Barker e Jan Erik Liljeström, rispettivamente chitarrista e bassista/cantante, amanti delle sonorità progressive dei seventies. Reclutato il batterista Peter Nordins – già collaboratore di Barker in altri contesti musicali – il gruppo sceglie coraggiosamente di non emulare la scena new prog inglese, così pesantemente inflazionata dal suono post-Genesis, ma si specializza in cover dei King Crimson, gruppo che, negli anni a venire, rappresenterà la loro più genuina fonte di ispirazione, come si evince anche dal nome adottato, King Edward. Dopo intensa attività in studio, l’ensemble si esibisce dal vivo in un unico concerto tenuto nel maggio del 1991 al Gagnefs Folkets Hus di Djuras, nel corso del festival Djuràsrocken. La scaletta è interamente composta da brani della produzione crimsoniana, soprattutto del biennio 1973-1974. Il futuro quarto membro del complesso, la violoncellista Anna Sofi Dahlberg, assiste dalla platea e, contattato Barker, si unisce al terzetto. È il 27 agosto del 1991, la formazione è perfezionata, il gruppo muta il nome in Anekdoten..
Nei loro due demo - che contengono brani poi conlfuiti nel primo album e che, curiosamente, non vengono venduti, ma utilizzati solo a scopo promozionale – lo stile è decisamente crimsoniano: l’uso di strumenti dei seventis (mellotron) e di strumenti classici (volincello) spingono il quartetto in due direzioni: da un lato una musica che attinge pesantemente dalla più criptica espressione musicale progressiva degli anni 70 (prevalentemente King Crimson ma anche Van Der Graaf Generator), dall’altro sonorità più fredde, vicine tradizione svedese: taluni aspetti sonori, infatti - in special modo quelli più metallici e taglienti - evocano sconfinati scenari nordici, albe artiche e distese imbiancate dalla neve. Alcune evidenti carenze tecniche vengono abilmente mascherate da Mellotron o violoncello, il cui massiccio uso produce accattivanti brani eterei dai toni melanconici.
Nella primavera del 1993, fondata la Virtalevy, il gruppo debutta con l’album Vemod e si dedica, anche negli anni immediatamente successivi, ad un’intensa attività live in Italia, in Norvegia, in Germania, in Canada, e negli Stati Uniti, al prestigioso Progfest di Los Angeles. Nel 1996 esce Nucleus, album meno legato ai King Crimson ma decisamente più sperimentale e nel settembre 1997 vengono pubblicati due live, un EP e un doppio CD. La band si esibisce dal vivo duranti le estati del 1997 e del 1998. From Within – dell’ottobre 1999 – viene identificato dalla stragande maggioranza della critica come l’album della maturità. E’ lo stesso bassista del gruppo, Liljeström, che parla della produzione discografica del gruppo: “Vemod è stato l’album più semplice dei tre da registrare. Ci eccitava l’idea di suonare quel tipo di musica e le canzoni venivano composte in modo molto naturale. Oggi ho qualche problema a riascoltare quel disco, perché abbiamo sviluppato il nostro modo di suonare e di cantare da allora, ma penso comunque che le canzoni abbiano superato la prova del tempo, infatti ne suoniamo ancora molte dal vivo. Nucleus è stato una sfida. È il più avant-garde e complesso dei tre e a volte non so nemmeno come siamo riusciti a comporlo. (…) Abbiamo molte difficoltà a proporre alcune di quelle canzoni dal vivo. Spesso ci sono troppe parti in un solo brano tanto che il passaggio da un tema all’altro rischia di risultare poco naturale e questo rende più difficile riprodurre il groove di una canzone. Con From Within siamo voluti tornare ad una maggiore immediatezza. Bisogna avere uno stato d’animo particolare per poter apprezzare Nucleus, ma penso che From Within possa funzionare altrettanto bene con un altro tipo di umore. Nucleus è molto diretto, mentre From Within è più evasivo, vuole dare maggiormente la sensazione di un gruppo affiatato, infatti non ci sono molte sovraincisioni. È sicuramente il più groovy fra i nostri albums”. Tra il 2000 e il giugno 2003 il complesso si dedica ad intensa attività concertistica fino alla pubblicazione del loro quarto album, Gravity, da tutti consiederato un mezzo passo falso. Dalla seconda metà del 2003 fino al 2004 inoltrato la band dà vita ad un tour promozionale esibendosi in Europa (Francia, Belgio, Germania, Polonia, Norvegia e Svezia) e in Messico (all’International Art and Progressive Rock Festival - Baja Prog). Il 25 e il 26 febbraio 2005 il complesso si esibisce al Kinema Klub di Tokio, Giappone, per la registrazione del nuovo live, intitolato Waking The Dead. Tra l’aprile e il luglio del 2006 gli Anekdoten si esibiscono raramente e in autunno rientrano in sala d’incisione per la registrazione del nuovo lavoro in studio che esce il 25 aprile 2007, il deludente A Time Of Day: le sonorità sono ben distanti dagli aspri toni degli esordi (l’influenza dei King Crimson è ormai un vago ricordo) e la musica sembra volutamente più accessibile. “Nel 93 fummo sorpresi nel vedere che i giornalisti, nel recensire il nostro primo disco, ci considerassero come dei cloni dei King Crimson. Mi avrebbe dato meno fastidio se ci avessero collegato anche a Peter Hammill, Van der Graaf Generator (…). Così per Nucleus abbiamo cercato un risultato più estremo, perché volevamo dimostrare di avere anche altre influenze. Comunque è bello vedere che c’è gente che ascoltandoci è in grado di andare oltre le influenze Crimsoniane, specialmente oggi che ascoltiamo molto meno quella band. Tuttavia questa associazione ora non ci infastidisce più. Penso che ormai sia evidente che gli Anekdoten hanno acquisito una propria identità non sempre riconducibile ai King Crimson” (Liljeström). A breve, il gruppo dovrebbe giungere in Italia per alcune date dal vivo.
Anekdoten - Guida all’ascolto
1993 - VEMOD
Tracklist
Karelia
The Old Man & The Sea
Where Solitude Remains
Thoughts In Absence
The Flow
Longing
Wheel
Sad Rain (bonus track in the Japanese edition)
Band
Nicklas Barker: Guitar, Mellotron;
Peter Nordins: Percussives;
Anna Sofi Dahlberg: Mellotron, Cello, Voice;
Jan Erik Liljeström: Bass, Voice.
Ospiti:
Per Wiberg (piano);
Pär Ekström (Flügelhorn, Cornet)
Gli Anekdoten si presentano al pubblico con un esordio completamente privo di sonorità barocche o romantiche, caratterizzato da soluzioni ambigue frutto di strane commistioni, tutte proposte da strumenti dei seventies o della cultura classica (Mellotron e violoncello, quest’ultimo suonato in manera tutt’altro che classica): l’album è stracolmo di riferimenti schizoidi cui fanno da contraltare oscuri e ripetitivi refrain, la cui cupezza viene spesso accentuata da una voce cantilenante e ripetitiva, sempre sul punto di spezzarsi. Una formula talmente convincente che il gruppo non esita a proporla in almeno 4 dei 7 brani che compongono l’album (Karelia, The Old Man & The Sea, Where Solitude Remains, The Flow), nient’affatto preoccupato dall’evidente influenza esercitata dai Crimson di tutti gli anni ‘70. E se in questi brani tale influenza appare in termini di mera citazione, in Wheel si sfiora il plagio laddove si propongono soluzioni chitarristiche nervose del Fripp periodo Red e uno stupendo crescendo che richiama alla mente Starless. Ma - sebbene tecnicamente tuttaltro che ineccepibile - il gruppo riesce ad imporsi con uno stile decisamente personale atteso che le soluzioni chitarristiche sembrano incidentali (Fripp ne faceva il punto di forza di taluni brani, invece) e il crescendo è subito ed inaspettatamente interrotto. E, sempre rimandendo in tema di influenze, Thoughts In Absence sembra uscito da una session di In the Court of Crimson King, sebbene la voce fragile del bassista sia quanto di più distante da quella dell’omologo Lake e il brano generi la sensazione di non essere completamente sviluppato (unico neo dell’album, unitamente all’infelice chiusura sfumata di Wheel). Stacca dalla proposta generale Longing, uno strumentale malinconico per sola chitarra acustica e violoncello: nulla di difficile, di tecnicamente inarrivabile, soltanto un breve messaggio malinconico che spinge all’intimismo. Quando uscì Vemod, il new prog era invaso da proposte scontate, insulse e banali. In un siffatto contesto, con un esordio del genere, non fu difficile alla band vedersi catapultata nel gota del new progressive di fine millennio e suscitare un passa parola tra i nascenti fans talmente esasperato che fu necessario ricorrere a due ristampe dell’album. Non c’è dubbio: in termini di valore assoluto, il new prog degli Anekdoten (e degli Änglagård) sta ai primi anni novanta come quello degli Ezra Winston sta ai tardi anni ‘80.
1995 - NUCLEUS
Tracklist
Nucleus
Harvest
Book Of Hours
Raft
Rubankh
Here
This Far From The Sky
In Freedom - Luna Surface (bonus track in the 2005 remastered edition)
band
Nicklas Barker: Guitar, Rhodes, Clavinet, Pumporgan, Mellotron, Voice;
Peter Nordins: Percussives;
Anna Sofi Dahlberg: Cello, Mellotron, Voice;
Jan Erik Liljeström: Bass, Voice.
Ospiti:
Helena Källander (violin);
Tommy Anderson (Rhodes on “Harvest”)
Già perfetta, la formula dell’esordio viene riproposta nel secondo album in maniera caparbiamente esasperata. I riferimenti nevrotici e schizoidi sono ancora più marcati, cosa peraltro percepibile fin dai primi secondi di ascolto dell’omonimo brano di apertura - grazie ad un uso delirante del violoncello - ma anche in Raft (un breve intro alla assordante Rubankh) ove la tastiera propone inquietanti loop subliminali. Il suono complessivo oscilla, ancora una volta, tra improvvise esplosioni nevrotico-schizoidi e atmosfere intimiste assai cupe, con la voce proposta sempre in termini di assoluta “inadeguatezza”: ne sono un esempio This Far From The Sky e soprattutto Book Of Hours, arricchita di un bolero introduttivo inquietante, con mellotron e batteria in rapido e nervoso crescendo. Il gruppo adotta soluzioni estreme: nel ritmo, spesso frenetico; nelle esplosioni sonore, sempre più assordanti e impazzite; negli intermezzi riflessivi, inaspettati e cupi (come in Here, quanto di più oscuro possa essere concepito da un gruppo progressive). In Harvest, la band sembra voler commuovere l’ascoltatore con una malinconica introduzione, irritarlo con un’esplosione nevrotica e assordante, riportarlo su territori più sereni con un’inaspettata apertura radiosa del mellotron, stordirlo definitivamente con una chiusura al limite del caotico. L’unico brano che stacca dal trend generale è In Freedom, decisamente il pezzo più abbordabile dell’intero lavoro, caratterizzato da una valida melodia, quasi sussurata, valorizzata da un efficace controcanto femminile in sottofondo e da un solare assolo di violino. L’album risulta il più ostico dell’intera discografia: lontano da qualsiasi tentazione commerciale, il gruppo segue una strada tutta personale, raggiungendo un proprio appagamento artistico, puntualmente celebrato nei due ottimi live successivi, “Live EP” del 1997 (un mini Cd di appena 4 brani) e “Official Bootleg - Live In Japan” del 1998 (un doppio Cd nel quale vengono proposti degli inediti, alcuni dei quali ripresi nel successivo album in studio).
1999 - FROM WITHIN
Tracklist
From Within
Kiss Of Life
Groundbound
Hole
Slow Fire
Firefly
The Sun Absolute
For Someone
Band
Nicklas Barker: Guitar, Mellotron, Wurlitzer, Voice;
Peter Nordins: Percussives, Vibraphone
Anna Sofi Dahlberg: Mellotron, Piano, Rhodes, Cello, Voice;
Jan Erik Liljeström: Bass, Voice.
Ospiti:
Simon Nordberg (Hammond Organ and Piano)
I propositi raggiunti con Nucleus (soluzioni estreme per una musica già estrema) sono abbandonati: il gruppo fa marcia indietro e riallaccia il filo con l’esordio, di cui From Within sembra il naturale seguito. In termini generali si può affermare che i quattro distruggono il binomio caoticità-nevrosi: i due elementi compaiono ancora, certo, ma mai congiuntamente (il primo, peraltro, è meno ricorrente). È una scelta giusta, a parere di chi scrive: estremizzare il discorso portato avanti con il secondo album significava percorrere territori astrusi, troppo complicati, difficilmente comprensibili. E poi c’era il rischio di voler apparire controtendenza a tutti i costi con gli effetti di un verosimile insuccesso, al pari di chi persegue l’eccessiva commercialità. Alcuni brani sono ancora nevrotici, caratterizzati da melodie difficili, sempre molto cupi, ma mai gratuitamente deliranti, mai sperimentali fino all’assurdo: ne sono un esempio From Within e Goundbound, certamente ricchi di una certa dirompenza caotica, ma mai eccessivamente distruttivi. Le sequenze di note hanno più filo logico, più senso compiuto, come in Hole, ove il gruppo supera se stesso in termini di linea melodica, comunque sempre indirizzata se non ad intristire l’ascoltatore, quantomeno e renderlo più metitabondo, più riflessivo. Nella martellante Slow Fire, inizilamente prevale una certa caoticità metallica, successivamente il gruppo ripiomba in inquetanti ambientazioni oscure, proposte da una voce a tratti quasi atonica e da un ripetitivo arpeggio alla chitarra. I territori malinconici - sottolineati da un mellotron presenzialista che allunga spesso le note - sono ancora esplorati, ma mai in modo contorto e astruso, piuttosto in maniera lineare, più morbida, come in Firefly, caratterizzata da un ostinato al basso ripetuto quasi meccanicamente e da un mellotron che dipinge una melodia destinata a scolpirsi nella memoria, o in For Someone, breve corollario all’album per sola chitarra e voce (e il solito mellotron, nella parte finale).
2003 - GRAVITY
Tracklist
Monolith
Ricochet
The War Is Over
What Should But Did Not Die
SW4
Gravity
The Games We Play
Seljak
band:
Nicklas Barker: Voice, Guitars, Mellotron, Rhodes, Farfisa;
Peter Nordins: Drums & Cymbals, Vibraphone, Mellotron;
Anna Sofi Dahlberg: Mellotron, Voice, Piano, Farfisa, Organ;
Jan Erik Liljeström: Bass, Voice.
Sono passati 4 anni dall’ultimo lavoro e si sentono tutti: gli 8 pezzi che compongono l’album sono privi delle ambientazioni schizoidi di un tempo e sono pervasi da toni soffusi, sempre permeati da un vago senso di malinconia. Ciò non deve essere un limite all’ascolto: l’album, comunque buono, è semplicemente qualcosa di differente dalle precedenti prove discografiche, sia musicalmente, sia tecnicamente: vengono infatti introdotti il farsifa e il vibrafono (efficace il suo accompagnamento nel brano inziale, Monolith), mentre è abiurato il violoncello (una scelta scandalosa se si pensa che tale strumento – che apriva da solo Nucleus – è stato sempre un marchio di fabbrica della band). Già al secondo brano, Ricochet, si capisce che i King Crimson non sono più fonte di ispirazione per il gruppo. Le nevrosi sono sparite, i brani sono talvolta caratterizzati da un che di solare (una novità), la voce non è più fragile. Certo il mellotron è ancora molto presente, ma sembra utilizzato alla Radiohead piuttosto che ispirarsi agli anni ‘70. Eppure l’album ha un suo fascino perchè testimonia differenti prodromi di ispirazione, certamente prima mai considerati dalla band. In What Should But Did Not Die, il gruppo sembra volgere lo sguardo ai Van Der Graaf Generator di Darkenss mentre SW4 strizza l’occhio all’ambient dei primi Porcupine Tree, quelli più intimisti. Una sensazione, quest’ultima, che riemerge anche ascoltando The Games We Play, un brano acustico accompagnato da un delicato sottofondo di tastiere New Age. The War Is Over è quasi un folk - se non fosse per il mellotron che con le sue note allungate è un po’ un àncora al vecchio sound - e ha delle aperture melodiche che potremmo definire ottimiste, tutte proposte da un efficacissima chitarra acustica, qui impegnata in arpeggi fantasiosi. Gravity potrebbe ricordare qualcosa del passato: l’idea è buona, la melodia è azzeccata ma l’arrangiamento è cauto, le esplosioni sonore sono contenute. Seljak, invece, che chiude l’album, non delude i nostalgici: sebbene siano ancora assenti le accentuate nevrosi dei primi tempi, la ritmica è martellante (il basso, molto in evidenza, è ostinato e il batterista costruisce un sottofondo molto ricco, soprattutto con il rullante), le chitarre sono distorte, il Mellotron è in evidenza. Si tratta di un album atipico, comunque pregevole, che può essere apprezzato solo se ascoltato senza aspettative, come fosse un esordio. Il live “Waking The Dead” del 2005, testimonia la strada intrapresa in studio: del repertorio pregresso vengono scelti solo i brani compatabili con il nuovo percorso stilistico, sempre meno schizoide degli esordi, più malinconico e intimista. Confermano tale indirizzo anche i due inediti strumentali: Moons Of Mars, un breve intermezzo di stampo new age e This Too Will Pass, una soffusa e delicata ballata che si sviluppa in crescendo. Anche dal vivo, peraltro, è completamente assente l’amato violoncello a favore di un onnipresente Mellotron, addirittura suonato da ¾ della formazione.
2007 - A TIME OF DAY
tracklist
The Great Unknown
30 Pieces
King Oblivion
A Sky Sbout To Rain
Every Step I Take
Startdust And Sand
In For A Ride
Prince Of The Ocean
band
Nicklas Barker: voice, guitar, mellotron, moog, vibes;
Peter Nordins: drums, cymbals, percussion, vibes;
Anna Sofi Dahlberg: mellotron, organ, moog, rhodes, cello, piano, voice;
Jan Erik Liljeström: voice, bass.
Ospiti:
Gunnar Bergsten (flute).
A Time Of Day avrebbe potuto rappresentare la naturale prosecuzione del lavoro precedente ma il gruppo decide inaspettatamente di abbandonare le aperture solari (sebbene sporadiche), di fatto l’unico elemento di novità che aveva caratterizzato il precedente lavoro. Privi (ormai da anni) anche delle sonorità aspre degli esordi, i quattro si appiattiscono, aderendo ad una formula che promuove solo ed esclusivamente atmosfere malinconiche, caratterizzate da un pesante substrato di abbattimento e profonda afflizione. A questo si aggiunga che i brani appaiono costruiti secondo stilemi già consolidati, per niente innovativi. La soluzione non convince affatto e le attese e le speranze degli ascoltatori sono deluse: quelle poche volte che non risulta funebre, la musica è certamente trita e ritrita, neanche riscattata dagli innumerevoli strumenti suonati (mellotron, moog, vibes, cymbals, organ, piano), compreso il violoncello, inaspettatamente (ed inutilmente) ripreso da Anna Sofi Dahlberg. Si salvano forse i brani The Great Unknown, In For A Ride e 30 Pieces (per i quali comunque non si grida al miracolo) che effettivamente potrebbero ricordare qualcosa degli esordi. Il primo è il più dinamico dell’intero lavoro, sebbene il gruppo sembri autocitarsi ripetutamente. Nel secondo vengono proposte idee efficaci, forse leggermente ripetitive. L’ultimo è certamente il più originale: l’inizio sincopato viene interrotto da un duro refrain alle chitarre cui si incastra un intermezzo al Mellotron di tipico stampo seventies. La conclusione ha il piacere di stupire: l’atmosferera si fa più rarefatta e, in crescendo, i musicisti incedono nuovamente nell’atmosfera già proposta dal Mellotron. Il tutto è impreziosito da un efficace flauto, peraltro mai relegato ad un timido intervento ma costantemente protagonista. Slavati ed incolori, gli altri brani riescono ad ispirare solo distrazioni e sbadigli, e proiettano la band in una piatta condizione di galleggiamento che nulla conserva di progressivo, pericolosamente in bilico tra il già ascoltato (King Oblivion, Startdust And Sand) e il tedioso (A Sky Sbout To Rain, Every Step I Take, Prince Of The Ocean).
DISCOGRAFIA COMPLETA
CD
1993 – Anekdoten – Vemod – Virtalevy - Virta001 (C) (1a)
1995 – Anekdoten – Nucleus – Virtalevy – Virta002 (C) (2a)
1997 – Anekdoten - Live EP – Arcàngelo - ARC-1035 - (B) (3)
1998 – Anekdoten - Official Bootleg - Live In Japan – Arcàngelo – ARC-1036/1037 (B) (4)
1999 - Anekdoten - From Within – Virta – Virta003 (A) (5a)
2003 - Anekdoten – Gravity – Virta – Virta004 (A) (6a)
2005 - Anekdoten - Waking the dead, live in Japan 2005 – Arcàngelo – ARC-1094 (A) (7a)
2007 – Anekdoten - A time of day – Virta – Virta005 (A) (8a)
33 Giri (LP)
1993 - Anekdoten - Vemod – Colours – COSLP017 - (D) (1b)
1996 - Anekdoten - Nucleus - Gates Of Dawn – GOD003 (D) (2b)
2000 - Anekdoten - From Within – Virta - VirtaLP003 (A) (5b)
2003 - Anekdoten - Gravity – Virta – VirtaLP004 (A) (6b)
2005 - Anekdoten - Waking the dead, live in Japan 2005 – Virta – VirtaDLP001 (A) (7b)
2007 – Anekdoten - A time of day – Virta – VirtaLP005 - Euro 17.00 (A) (8b)
33 Giri (Picture Disc)
1996 - Anekdoten - Vemod - Record Heaven - RHPD2 (D) (1c)
1996 - Anekdoten - Nucleus - Record Heaven – RHPD9 (D) (2c)
NOTE E CURIOSITÀ DISCOGRAFICHE
Sono state analizzate nel dettaglio le prime edizioni in Cd di ciascun album. La prima edizione dei Cd in studio è stata realizzata sempre dalla casa discografica del gruppo, la svedese Virta (già Virtalevy); la prima (ed unica) edizione dei Cd live è stata realizzata dalla giapponese Arcángelo. Ristampe o stampe contemporanee (in Cd o Mc) degli album in studio (numerosissime, molte delle quali realizzate dalla stessa Arcángelo) sono state analizzate meno dettagliamente (ne vengono comunque riferiti anno, label, numero di catalogo, nazionalità). Le edizioni in vinile sono state analizzate nel dettaglio a prescindere dall’anno di stampa (talvolta successivo a quello del Cd) o dalla casa discografica (spesso differente di album in album). Il valore delle edizioni in catalogo corrisponde al prezzo di vendita indicato nel sito ufficiale della band.
(1) “Vemod” è stato registrato presso lo Studio Largen nei mesi di marzo e aprile del 1993 e pubblicato in CD nel settembre del 1993 dalla svedese Virtalevy (Virta001, fuori catalogo). Il booklet di 12 pagine contiene testi, formazione, ringraziamenti, credits, informazioni relative alla registrazione, una foto del gruppo. L’opera è stata ristampata nell’agosto del 1995 dalla giapponese Arcángelo (ARC-1001, € 27.00, tutt’ora in catalogo) e nel luglio del 1999 dalla brasiliana Rock Symphony (RSLN 012, tutt’ora in catalogo). La ristampa giapponese contiene un inedito (Sad Rain, registrato presso il Rehearsal Studio with Stommen’s Mobile nell’aprile del 1995). Le prime 1500 copie di quest’ultima sono state pubblicate in un’edizione cartonata (vinyl coating gatefold sleeve), attualmente fuori catalogo. Il vinile è presente in due versioni: una apribile (con apertura sulla destra) realizzata nel 1993 dalla norvegese Colours (COSLP017; run off groove: “COS-LP-017-A” oppure “B” a seconda del lato nonché, in entrambe i lati, la sigla “PD-CR”, una firma illegibile e la cifra “930908”) in sole 1000 copie con libretto in bianco e nero di 12 pagine e un poster (quest’ultimo solo nelle prime 250 copie); la seconda in picture disc nell’agosto del 1996 dalla svedese Record Heaven (RHPD2). La versione in Lp è stata ristampata nel 2005 (medesimo numero di catalogo, tiratura sconosciuta) con un booklett di dimensioni più piccole (e un poster nelle prime 250 copie). Tutte le versioni in LP sono attualmente fuori catalogo. L’opera è stata realizzata anche in cassetta nel febbraio del 1995 dalla polacca Prog Rock Music (PRM 015), anch’essa esaurita.
(2) “Nucleus” è stato registrato presso lo Studio Largen fra il luglio e il novembre del 1995 e pubblicato nel dicembre dello stesso anno in CD dalla svedese Virtalevy (Virta002, fuori catalogo). Il booklet di 12 pagine contiene testi, formazione, ringraziamenti, credits, informazioni relative alla registrazione, una foto del gruppo, varie immagini in stile floydiano. Nello stesso anno, l’opera è stata stampata anche dalla francese Muséa (FGBG 4165.AR, fuori catalogo) e dalla giapponese Arcangelo (ARC-1002, fuori catalogo). Nel febbraio del 2004, quest’ultima ha realizzato - in una quantità limitata - una ristampa rimasterizzata del CD (ARC-1074, tutt’ora in catalogo) contenente una bonus track (Luna Surface, registrata all’epoca, durante le sessions), in una versione che ricalca l’edizione apribile in vinile (vinyl coating gatefold sleeve) contenente un booklet di 16 pagine ricco di foto inedite e nuove note. In sole 1000 copie, l’opera è stata realizzata anche in LP (versione apribile con poster) nell’ottobre del 1996 dalla statunitense Gates Of Dawn (GOD003; run off groove lato a: GOD-003 A1RE1 nonché la scritta in grafia “Allow me the b\ dream in my life” e la sigla “833.1(z)”; run off groove lato b: GOD-003 B1 nonché la scritta in grafia “I ask of you, come walk our hills of avalon” e la sigla “GZ6,Z(Z)”). Nello stesso anno è uscita anche un’edizione in picture disc ad opera della svedese Record Heaven (RHPD 9; run off groove contenente la sigla “MZE 6015/A” oppure “MZE 6016/A” a seconda del lato). Entrambe le edizioni in vinile sono fuori catalogo. Infine, l’opera è stata pubblicata in cassetta nell’ottobre del 1996 dalla polacca Prog Rock Music (PRM 036), anch’essa fuori catalogo.
(3) “Live EP” (mini-CD di 4 pezzi registrati dal vivo in Svezia, Borlänge, Cozmoz, nel maggio del 1996) è stato pubblicato nel settembre del 1997 dalla giapponese Arcàngelo (ARC-1035, tutt’ora in catalogo). Le prime 1500 copie sono state pubblicate in edizione cartonata apribile (vinyl coating gatefold sleeve). Quest’ultima edizione è fuori catalogo. L’opera contiene la classica fascetta giapponese (OBI), un foglio 25 x 25 cm piegato in quattro con testi in giapponese e foto degli album in catalogo. Mai realizzata la versione in vinile.
(4) “Official Bootleg - Live In Japan” (doppio Cd registrato dal vivo in Giappone, Tokyo, On Air West, l’11 e il 12 ottobre 1997) è stato pubblicato nel febbraio del 1998 dalla giapponese Arcángelo (ARC-1036/37, tutt’ora in catalogo). Le prime 1500 copie del cd sono state pubblicate in edizione cartonata apribile (vinyl coating gatefold sleeve). Quest’ultima edizione è fuori catalogo. L’opera contiene la classica fascetta giapponese (OBI), due booklet (uno in bianco e nero di 8 pagine in lingua giapponese; l’altro a colori di 16 pagine contenente testi, formazione, ringraziamenti, credits, informazioni relative alla registrazione, varie foto del gruppo dal vivo). Mai realizzata la versione in vinile.
(5) “From Within” è stato registrato presso lo studio Atlantis Grammofon tra l’agosto e il settembre del 1999 e pubblicato in CD nell’ottobre del 1999 dalla svedese Virta (Virta003, tutt’ora in catalogo). Il booklet di 12 pagine contiene testi, formazione, ringraziamenti, credits, informazioni relative alla registrazione, una foto del gruppo a due colori. Nello stesso anno, l’opera è stata stampata anche dalla francese Muséa (FGBG 4325.AR, € 16.00, tutt’ora in catalogo) e dalla giapponese Arcàngelo (ARC-1049, tutt’ora in catalogo). Le prime copie di quest’ultima (fuori catalogo) sono state pubblicate in edizione cartonata (vinyl coating gatefold sleeve). L’opera è stata stampata in LP (in sole 1000 copie) nel marzo del 2000 dalla svedese Virta (VirtaLP003, € 17.00, tutt’ora in catalogo; run off groove contenente “VIRTA 003 A2” oppure “B2” a seconda del lato. Confezione a busta con apertura a destra, contenente un inserto stampato su entrambe le facciate).
(6) “Gravity” è stato registrato presso gli studi Atlantis Grammofon e Sisu Sound tra il gennaio e l’aprile del 2003 e pubblicato dalla svedese Virta (Virta004, tutt’ora in catalogo). Il booklet di 12 pagine contiene testi, formazione, ringraziamenti, credits, informazioni relative alla registrazione, una foto del gruppo. Nello stesso anno, l’opera è stata stampata dalla svedese Virta anche in formato LP in sole 1000 copie, (VirtaLP004, attualmente in catalogo; run off groove contenente “Anekdoten-A” oppure “Anekdoten-B” a seconda del lato e le sigle “030526 A-P.” e “BA-CR” in entrambe i lati. Versione apribile con apertura sulla destra) e ristampata in CD da ben 3 case discografiche: la tedesca Psychobabble/Stickman/Indigo (045, tutt’ora in catalogo), la francese Muséa (FGBG4505.AR, tutt’ora in catalogo), la giapponese Arcàngelo (ARC-1079, tutt’ora in catalogo). Le prime copie di quest’ultima sono state pubblicate in edizione cartonata (Lp style cover) e contengono un mini-CD che riporta tre brani (Hole, Wheel e l’inedita Somewhere Down There) registrati dal vivo al Nearfest 2000. Quest’ultima edizione (€ 30.00) è fuori catalogo.
(7) “Waking The Dead, Live In Japan 2005” (registrato dal vivo in Giappone, a Tokyo, Kinema Klub, il 25 e il 26 febbraio del 2005) è stato pubblicato in CD il 22 settembre 2005 dalla giapponese Arcàngelo (ARC-1094). Le prime 1500 copie del cd sono state pubblicate in edizione cartonata apribile (vinyl coating gatefold sleeve). Quest’ultima edizione è fuori catalogo. L’opera contiene la classica fascetta giapponese (OBI) e un booklet di 8 pagine in bianco e nero con testi in giapponese (tra cui le track list complete dei 2 show da cui è stato estratto il Cd e la discografia completa della band edita dalla Arcàngelo). L’edizione in vinile è stata realizzata (in sole 1000 copie) in doppio album apribile (con buste interne contenenti numerose foto dal vivo), nel dicembre del 2005 dalla svedese Virta (VirtaDLP001, tutt’ora in catalogo; run off groove contenente la sigla “B538511-01A2” oppure “B2”, “C2”, “D2” finali a seconda del lato). Due brani contenuti nella scaletta (Moons Of Mars e This Too Will Pass) sono altrove inediti.
(8) “A Time Of Day” è stato registrato presso gli studi Rommarö e Sisu Sound tra il novembre 2006 e il marzo 2007 e missato presso lo Studio Gröndal nei mesi di febbraio e marzo 2007. È stato pubblicato in versione digipack apribile dalla svedese Virta (Virta005, tutt’ora in catalogo) il 24 aprile 2007. Il booklet di 12 pagine contiene testi, formazione, ringraziamenti, credits, informazioni relative alla registrazione. Nel maggio del 2007, l’opera è stata pubblicata in LP (in sole 900 copie) sempre dalla svedese Virta (VirtaLP005, tutt’ora in catalogo; versione apribile con apertura sulla destra, testi dei brani nella busta interna cartonata; run off groove contenente la sigla “B786044-01” seguita da “A2” oppure “B2” a seconda del lato).
Gli Anekdoten compaiono con brani inediti nelle seguenti antologie:
(9) “The Songwriters’ Guild” (MC, 1992, Pie tapes, n. di cat. sconosciuto), con la demo version di Karelia. La cassetta era reperibile solo attraverso la fanzine Pilgrims dedicata ai Van Der Graaf Generator. È di difficilissima reperibilità;
(10) “Progfest ‘94” (2-CD, 1995, Muséa, n. di cat. FGBG 4154.AR), con Muscle Beach Benediction, Wheel e Mars. La versione video (1995, Muséa, n. di cat. FGBG 9007.AR) include anche il brano The Flow. Tutti i brani sono stati registrati dal vivo nel 1994, a Los Angeles, nel corso del Progressive Rock Festival. Entrambi i prodotti sono attualmente in catalogo;
(11) “This Is An Orange” (CD, 1995, Briskeby Records, n. di cat. BY-07) con Cirkus (cover dei King Crimson) registrato dal vivo nel gennaio del 1994 in Norvegia, Oslo, Chateu Neuf’s Small Hall. Il CD (stampato in sole 250 copie, immediatamente esaurite) è di difficilissima reperibilità;
(12) “Third Cyclops Sampler” (CD, 1996, Cyclops, n. di cat. CYCL 046), con Book Of Hours, registrato dal vivo nel maggio del 1996 in Svezia, Borlänge, Cozmoz. Non è più in catalogo ma è di agevole reperibilità.
Brani già editi, invece, sono inclusi in:
(13) “Eleven-On-A-One-To-Ten” (2-CD, 1993, Meantime Production, n. di cat. BLGE CD 1-2). Contiene The Old Man & The Sea e The Flow. È di difficile reperibilità;
(14) “Un Voyage En Progressif - Vol.3” (CD, 2000, Muséa, n. di cat. 01/2000). Contiene From Within. È attualmente in catalogo;
(15) “Muzyczne Pejzaze prezentuje Piotr Kosinski” (CD, 2003, Warner Music Poland/Rock Serwis, n. di cat. sconosciuto). Contiene Kiss Of Life. È attualmente in catalogo ma non è di facile reperibilità.
Giusto per completezza, si segnalano i Morte Macabre, un gruppo che – a torto – viene considerato una costola degli Anekdoten atteso che ve ne fanno parte 2 membri (gli altri due provengono dai Landberk).
In relatà il complesso propone “horror music” (come ben esplicitato nel sito ufficiale).
Il loro unico lavoro, “Symphonic holocaust”, è stato pubblicato dalla Mellotronen nel 1998 (ed è attualmente esaurito) e ristampato nel 2004 (Mellotronen, Mello DCD 1). Esiste anche una versione in LP (Mellotronen, 1999, Mello DLP 1), attualmente in catalogo.