Granitici ed impietosi, i Darking del secondo album confermano le loro sane attitudini in bilico tra classic heavy e puro epic.
Fortemente legati al suono di metà e tardi anni '80, non nascondono, anzi ostentano con orgoglio il loro cabarbio l'amore per i Maiden del periodo aureo, largamente citati in almeno cinque delle otto tracce che compongono l'intero lavoro (di queste, impossibile non citare, a mo' di esempio, “Icarus” ed “Eldorado”). Sul campo del suono epico e magniloquente, doveroso richiamare la lezione impartita dai campioni del genere, Manowar e Manilla Road, tributati a macchia un po' ovunque ma omnipresenti nel brano che fornisce il titolo all'album. Tuttavia, la band è anche capace di guardare al presente, proponendo costruzioni più attuali senza per questo rinnegare gli originari intenti: ciò è particolarmente evidente in “I’m A Legend”, pezzo che, per certi versi, stante una certa eterogeneità degli arrangiamenti, potrebbe senz'altro risultare piacevole anche ad un pubblico prog metal. Una gradevolissima ascendenza di stampo sabbathaino fa capolino in “The Storyteller”, unico episodio dall'incedere cadenzato e minaccioso, ove è efficacemente tributato il riffing sanguigno dello Iommi più oscuro. Non tragga in inganno, infine, il titolo “Stormbringer”: nulla a che vedere con l'omonimo pezzo dei Purple sebbene sempre di cover si tratti: è un vecchio brano dei Domine (gruppo fondato dal chitarrista Agostino Carpo), pubblicato ormai decenni fa (si parla del demo “Champion Eternal”, risalente al 1989), qui riproposto con l'ausilio di Enrico Paoli (altro fondatore dei citati Domine, nei quali tutora milita). Poco importa se quest'opera suoni oggi particolarmente celebrativa di un suono antico, all'anagrafe ormai più che trentenne, giacchè scopo dei quattro non è certamente quello di stupire con sforzi innovativi di stampo moderno o, peggio, futuristico ma, più coerentemente, tributare un periodo aureo che "non può e non deve essere dimenticato", sembrano dire con ostinazione, peraltro sublimato da una copertina dalle magnifiche tinte epiche, ottimamente esaltate dal packaging della sempre puntuale Jolly Roger Records. 84/100
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Mirko Miliani: voce Agostino Carpo: chitarra Matteo Lupi: basso Leonardo Freschi: batteria Anno: 2015 |