Commedia interessante che spinge alla riflessione su temi di grande attualità, come il perbenismo, i luoghi comuni, i pregiudizi. In particolare, viene evidenziato quanto sia spesso labile la facciata del buonismo, dietro alla quale si cela, in realtà, il morbo dell'intransigenza xenofoba e i biechi tornaconti di stampo economico. Da un punto di vista squisitamente attoriale, l'opera si apprezza anche per le interessanti prestazioni di Alice Cicetti e Maria Sofia Palmieri: la prima affronta la difficoltà di incarnare un personaggio in possesso di un substrato cupo che, tuttavia, si sforza di non esternare, con l'aggravante della tentazione ad assumere un atteggiamento sferzante nei confronti di chi è perennemente proteso verso i luoghi comuni; la seconda, non meno abile, indossa le difficili vesti di una (quasi) bipolare, da un lato candida e trasparente, dall'altro in preda a forme psiconevrotiche verbalmente assai dirette, quando non addirittura violente. Quanto a Diego Andrea Giuliani, nulla da dire sulla sua regia, apparsa puntuale e contestualizzata (quantomeno per ciò che afferisce alla gestione delle due colleghe), mentre alcune riserve vengono espresse in ordine al suo ruolo: le sue evidenti origini asiatiche rendono poco credibile il soggetto da egli interpretato, un tassista pervaso di qualunquismo a vocazione altamente xenofoba. Non esemplare, inoltre, la sua prestazione attoriale: in particolare, nella prima parte dello spettacolo, egli è apparso talvolta impacciato nei movimenti. Ci è molto piaciuto, invece, nelle vesti finali di fisioterapista: il suo approccio serio, in qualità di apprezzato professionista sanitario - ruolo peraltro sublimato dall'assenza di inflessioni toscane, invece presenti nel suo precedente personaggio - dimostra il possesso di un certo talento che si auspica sarà adeguatamente perfezionato nel tratto a venire. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 24 marzo 2023. |
Associazione di Promozione Sociale "La Compagnia degli Anelli A.P.S."
|