
Sono stati uno dei miei gruppi preferiti e li stimo anche ora, ma questa loro ultima fatica, Dressed In Voices, non mi convince, un lavoro senza idée, girano intorno a loro stessi senza arrivare da nessuna parte.
“Far All We Shared…” del 1998 era un bellissimo lavoro, un prog semplice, influenzato dai Pink Floyd e dai Genesis, ma con momenti di musica celtica che dava loro quell’aura di magia. “The Spirit Of Autumn Past” del 1999 era un vero capolavoro, dove crescevano le influenze celtiche e la voce di Heather Findlay rapiva l’attenzione di tutti, così come la chitarra di Bryan Josh che arrivava nel più profondo dell’anima. Poi altri ottimi lavori come “The Last Bright Light” ed ancora “Music Inspired By The Lord Of The Rings”, ovvero la loro colonna sonora per la saga del Signore Degli Anelli”, come “Passangers” e “Glass Shadows”, ma sicuramente inferiori ai primi due lavori.
Succede poi qualcosa, Heather Findlay lascia la band e quella magia sembra spezzarsi, anche se Olivia Sparnenn è una cantante di gran talento ed anche la sua presenza scenica non sfigura se paragonata a quella della Findlay. I successivi lavori, “Go Well Diamone Heart” e “The Ghost Moon Orchestra”, non reggono il confronto con il passato e quest’ultimo Dressed In Voices, mette in mostra una band con poche idee. “Saturday Night” è un ottimo brano molto orchestrato e la voce di Olivia Sparnenn duetta con quella di Bryan Josh, anche se spesso viene lasciata sola e non fa rimpiangere quella dell’ex vocalist Heather Findaly ed il guitar solo di Josh è sempre emozionante, tra Gilmour ed Hackett. Ma non tutto l’album convince, si alternano momenti molto interessanti come “Not Yours To Take”, brano che stranamente in alcune parti può ricordare i Supertramp di “Breakfast In America” e nel resto la firma Mostly Autumn è più che evidente, ad altri come “Running”, troppo mielosi ed al limite della noia o come “Home” , dove le due voci, quella di Olivia e quella di Bryan, sembra che stavolta non riescano a concatenarsi bene e non basta l’assolo di chitarra, tra l’altro bellissimo, a far decollare il tutto, diventando poi una marcetta prog.
Un lento pianoforte introduce “First Day At School”, brano lento (troppo lento!) e sinfonico, che dal quarto minuto in poi cerca di risollevarsi con più grinta e con momenti strumentali anche maestosi. Fortunatamente con “Down By The River” il discorso cambia, brano trascinante e con qualche innesti di hard rock grazie a chitarre graffianti ed ad un Hammond che si inserisce prepotentemente nel finale. “Skin On Skin” sembra essere uscita dalle session acustiche di “Led Zeppelin III”, brano sicuramente affascinante ed in “The House On The Hill”, ci sono le uniche influenze celtiche, molto più presenti nei lavori di qualche anno fa. “The Library”, dalle tinte blues e “Box Of Tears”, lenta e malinconica, sono altri due brani che ci lasciano un po’ amareggiati e chi ha seguito la band dai suoi esordi fino ad oggi, sicuramente condividerà questo mio pensiero. Spero che Dressed In Voices sia solo una piccola parentesi negativa per i Mostly Autumn, una band che ha scritto splendide pagine del rock progressivo, pagine che oggi sembrano molto sbiadite.
59/100
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Bryan Josh: Chitarra, tastiere e voce Olivia Sparnenn: Voce e percussioni Iain Jennings: Tastiere, synth e orgno Hammons Liam Davison: Chitarra e voce Anne-Marie Helder: Chitarra, flauto, tastiere e voce Andy Smith: Basso Alex Cromerty: Batteria
Anno: 2014 Label: Mostly Autumn Records Genere: Progressive Rock
Tracklist: 01. Saturday Night 02. Not Yours To Take 03. Running 04. See You 05. Home 06. First Day At School 07. Down By The River 08. Skin On Skin 09. The House On The Hill 10. The Last Day 11. Dressed In Voices 12. The Library 13. Footsteps 14. Box Of Tears
   

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