Cosa aspettarci da un gruppo i cui componenti gravitano nell’orbita di una cover band a nome “Fragile” ? Beh la risposta è quasi ovvia. Eppure i motivi di interesse ci sono eccome.
Uno su tutti: per “coverizzare” gli Yes quanto meno bisogna essere bravi musicisti ... molto bravi anzi. Ok, un album di brani originali non è proprio la stessa cosa, però quest’album ci piace e molto anche. Vabbè l’abbiamo detto, meglio arrivare subito al “dunque” a volte. Come non rimanere conquistati dalle melodie seducenti nei 15 minuti di “Ode to grey mornings” : c’è molto dei migliori Yes, è innegabile, o delle incarnazioni più recenti (Glass Hammer), ma ci sono anche incursioni in territori “tulliani” (certi passaggi di flauto, ma non solo) e si evitano tentazioni “metal” che fanno rima con “cool”, ma non sempre con buon gusto. Un piccolo excursus etnico affiora in “The sands of time” che poi si sovraccarica di pomposi arrangiamenti orchestrali. Un piccolo passo falso. “Nature’s Sunday” rimette le cose a posto con suadenti melodie, dapprima, ed un finale decisamente heavy poi. Piuttosto ben strutturati anche i due strumentali seguenti: “Solara”, un esercizio di stile di impronta “wakemaniana”; la title track costruita, invece, sulla chitarra acustica del leader Robert Illesh. “Heaven’s gate” è una incantevole ballata che dimostra come, a volte, la semplicità possa rappresentare la carta vincente di un brano. Un salto “in Asia” per “A song to stand above them all”, prima di calarci nel sopraffino intermezzo strumentale di “Theme” quasi un viaggio nel “Celeste impero”. Un’altra ballad, natalizia, questa volta (“One star”) chiude in modo pregevole un bell’album. Ma questo l’avevo già detto ... 78/100
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Robert Illesh: Chitarra, voce, flauto, tastiere Anno: 2008 Sul web: |