E' opinione abbastanza diffusa - tra gli appassionati di musica di tutto il mondo - che la Dave Matthews Band in oltre 20 anni di carriera e ormai 8 dischi in studio dal 1994 ad oggi, non sia mai riuscita a riversare con convinzione il calore, la potenza ed il divertimento di un live all'interno di in un disco in studio. Difficile, almeno per il sottoscritto, assecondare o meno questa tesi, ma sta di fatto che, Away From The World, che giunge 3 anni dopo il "doloroso" Big Whiskey and the GrooGrux King, difficilmente possa far cambiare idea da questo punto di vista. Una cosa però è certa: chi si aspetta da questo disco un ritorno alle origini, sappia subito che le 11 tracce qui incluse, non fanno altro che proseguire il percorso intrapreso dalla band di Charlottesville da metà degli anni '00 ad oggi. Quindi molto pop e rock fuso a funk e sou a volte un pò manieristicol, ma di grande qualità (come al solito). Eloquente in tal senso il sax introduttivo di Jeff Cofin in "Broken things", un brano spiccatamente pop dove la melodia e l'aggressività delle chitarre si fondono perfettamente; paga pegno alla scuola funk dei Tower Of Power invece la successiva "Belly belly nice", che progredisce piacevole tra vocalizzi in falsetto e ritmiche cariche di groove. Il caleidoscopio di suoni della Dave Matthews Band, da sempre dei più vari in circolazione (quanto meno nel rock mainstream), sa offrire come da tradizione anche splendide ballate cariche di dolcezza come "Mercy", l'andazzo vagamente mariachi di "Gaucho" (pezzo non trascendetale, ad essere sinceri) e il country acustico di "Sweet" (sugli stessi lidi è anche "Belly full"), dove la fragile e sussurrata interpretazione di Dave Matthews è da applausi. La parte finale della tracklist propone tre episodi tutti oltre i 7 minuti di durata, segno che la voglia della band di dilungarsi come spesso accade con successo nei live con delle jam è forte: aimè il risultato non è detto che sia per forza però lo stesso: la sensazione è che "Snow Outside" ad esempio, che di minuti ne dura 6 e 13 secondi, superati i 3 cominci ad annoiare, e la conclusiva "Drunken Soldier", che da sola dura un nono di tutto il disco, sia semplicemente un riempitivo per aumentare il minutaggio. Away From The World quindi - che dietro alla consolle vede anche il ritorno dello storico produttore Steve Lillywhite - è un buon disco, forse meno convincente del suo diretto predecessore perchè nella parte finale cede un pò il fianco (e annoia anche un pò, si), ma dimostra come una band nata sul palco per stare su un palco, possa anche produrre dischi di qualità senza eccessive forzature discografiche e componga per divertirsi e per divertire. Non la miglior versione della Dave Matthews Band, ma decisamente accettabile e godibile. 70/100
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David Johns Matthews: Voce e chitarra acustica Guest: Anno: 2012 |