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Psychopathic Romantics
Altered Education

Parlerò di come uno stato di sorpresa possa subire un rapido sovvertimento. Ma partiamo dall’inizio. Gli Psychopathic Romantics sono italiani, italianissimi, con la differenza che vorrebbero esseri i più inglesi tra gli inglesi, a partire dalla lingua utilizzata per i testi (cenno di merito per la lodevole iniziativa di riportare anche la traduzione in italiano).
Sorprende il concept, feroce spaccato di una società indefinita, molto simile alla nostra nelle deviazioni e nei limiti, visto tramite la sofferta biografia di un giovane passato attraverso riformatori per psicopatici romantici, crisi esistenziali, fino alla guerra che giunge nella sua vita come una linea di demarcazione a segnare la fine della fanciullezza e l’inizio della drammatica consapevolezza dell’età adulta.
L’educazione alterata è dunque solo un mero punto di partenza verso una critica più ampia e feroce, rivolta alle tendenze massificatrici della religione e a quelle contraddittori e opportunistiche della società. Un crescendo tematico che trova il suo apice nel rimorso e nel pentimento nei confronti della scelta di conformarsi ai buoni costumi, alle tradizioni e ai grandi valori della propria comunità.
Ma tali temi così importanti meriterebbero un adeguato “ornamento”, elevato, in grado di scandire emotivamente i dubbi e le angosce di questo narratore impersonale.
Ed è qui che la sorpresa decade e ci lascia un po’ delusi, ancora avidi per l’entusiasmo provato, ma con la bocca asciutta e la gola arida.
Una piccola avvisaglia la si era già avuta nel concept (e chi ha una minima cultura musicale se ne sarà reso conto) il quale sotto un certo aspetto tenta (involontariamente) di unire gli spunti di The Dark Side of the Moon e di The Wall, entrambe dei Pink Floyd.
Ma questo sospetto sarebbe potuto morire nel pantano dell’insinuazione, se non fosse per il richiamo evidente agli ultimi lavori di Waters & Co, sin dalle prime note dell’Atto I.
Non c’è bisogno di fargliene una colpa. Anzi. Se uno dei loro scopi era quello di elaborare qualcosa di personale…be’ non si può dire che non ci siano riusciti.
Alla lezione della leggendaria band inglese si assommano tanto folk-rock tipicamente italiano (non ci azzardiamo a citare i Modena City Ramblers onde evitare inesatti paragoni) e una buone dose di progressive sparso qua e là a condire l’insieme.
Sembra che non manchi nulla. Eppure qualcosa c’è. Una sensazione. Quella che il passo sia stato compiuto senza troppa convinzione o troppo ardire. Imbrigliati in una formula di mestiere, che non siano riusciti a dare all’opera il pathos dell’opera.
Certo, prestano fede all’emotività romantica rivendicata nel titolo, ma è emotività che ristagna, non vibra, langue per tutte le 13 tracce fino ad un epilogo a cui sarebbe dovuto spettare più coinvolgimento e meno mestiere.
Cessate il fuoco” disse il generale, non c’è abbastanza tempo per definire tutti i dettagli.

70/100


Mario "Dust" La Porta: Batteria, voce
Vincenzo Giambattista Tancredi: Basso
Augusto De Cesare: Chitarra, mandolino
Filippo Jr. Santoiemma: Chitarra, bouzouki, sitar
Raffaele Frascadore: Voce, kazoo, flauto, chitarra

Anno: 2007
Label: Autoprodotto
Genere: Alternative/Psichedelic Rock

Tracklist:
01. PROLOGUE
- Altered Education
02. ACT I
- The Masses
- Religion Fines
- Dust
03. ACT II
- December 1916
- Waiting for his Return
04. ACT III
- Part I
- The Difficulty Expressing Oneself with Words
- Wait
- Feelings of Yester Year
05. Part II
- Fork in the Road (Bad Road)
- Dividing the Community
- Fork in the Road (Good Road)
06. EPILOGUE
- Useless Heroes

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