Italiani di Brescia, il nome in francese e i testi in Inglese, più internazionali di così si muore. I “Le man avec les lunettes” si presentano con un Lp fenomenale dal titolo schizzoide: Plaskaplaskabombelibom.
In principio fu un duo (Fabio Benni e Alessandro Paderno), vedendo poi che era cosa giusta decisero di unirsi ad altri altrettanto eclettici musicisti, creando una piccola orchestrina pop di sei elementi. Ed è quindi così che nasce forse uno degli esperimenti più riusciti da molto tempo nella scena indie-pop italiana. Scena troppe volte attraversata da band finto-intellettuali che fanno finta di sperimentare, ma che alla fine propongono la solita solfa sentita e risentita. Quello che invece i nostri ci porgono è un album costruito molto bene, mai banale e che spinge ad essere ascoltato più e più volte. I mille colori dei suoni creati dai tantissimi strumenti (veri o campionati) si fondono alla perfezione in ogni brano, segno che alla base c’è davvero un idea, un archè che va a modellarsi creando forme sempre nuove. La semplicità, quindi, insieme alla sperimentazione, mai fine a se stessa, rendono questo lavoro affascinante. Un album pop, un album elettronico, un album rock ? Non saprei definirlo. Forse tutte le cose insieme. La semplicità melodica del pop, la vastità tonale e armonica della musica elettronica, la potenza e l’impatto del rock, sono tutti elementi presenti in questo LP e che costituiscono forse proprio la formula vincente di questo album. Un beatlesiano come me raramente ama utilizzare i Fab Four come termine di paragone, ma credo che questa volta mi possa essere concesso di scomodare i “mitici” dal loro olimpo. Molti dei brani infatti per la modalità di utilizzare i fiati e gli effetti dati alla voce, ricordano moltissimo il capolavoro dei Beatles “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band”, dando così un atmosfera vintage a tutto l’album che è in realtà molto moderno. Vorrei sottolineare solo tre brani che secondo me si distinguono: “Apples”, “A Summer Song” e “Nothing Is Really Blue”. Il primo di questi brani è anche il primo della tracklist dell’album, ottimo brano apripista dove sembra essere già contenuto e condensato tutto il materiale che ci si appresta ad ascoltare. “A Summer Song” è il brano che più mi ha fatto ricordare i Beatles soprattutto nel ritornello per l’uso dei coretti e dei fiati. Infine la fantastica “Nothing Is Really Blue”, dove più si vede anche la vena cantautoriale dei Le man avec les lunettes e l’influenza di musicisti come i “Belle & Sebastian”. Un ottimo album che riempie di voglia di ascoltarlo e riascoltarlo e riascoltarlo ancora. Senza esagerare, sicuramente un “piccolo” capolavoro. 100/100
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Fabio Benni: Voce, piano, organo Anno: 2008 |