Esaminando la copertina, ci si potrebbe fare un’idea sbagliata, potrebbe sembrare un disco di progressive, con quel mimo con il volto celato da una maschera che regge in mano una clessidra e che si rispecchia all’infinito in uno specchio ed una spiaggia fatta di sassi alla riva di un mare calmo, anche se le nubi all’orizzonte non sono proprio rassicuranti.
Questo è ciò che la fantasia può sprigionare, ma la musica dei Karmatest, non è assolutamente tutto questo, la band guarda più alla realtà ed ai giorni nostri e si limita e suonare un rock dalla vena alternativa, molto attuale e che guarda a band come Pearl Jam, e forse i Muse meno sinfonici e pomposi. Il loro rock è lineare, morbido in alcuni momenti e sa colpire l’ascoltatore. I brani sono tutti ben fatti e la voce di Gabriele emerge sul sound della band. “Unconstant Failure”, ha un riff che ricorda i Queens Of The Stone Age, anche se poi il sound si trasforma acquistando più melodia ed ottimo è anche il lavoro chitarristico di Mattia Pacetti, che diventa più melodico anche nella successiva “Unconstant Failure Part II”. Il cd va avanti senza mai stancare, anche se a volte alcune melodie si ripetono e “Meaninglass”, ne racchiude alcune già ripetute nei primi due brani. Ma la band ci sa fare e sfodera un’altra serie di brani come “Symbiosis”, più veloce e “Interlude”, più psichedelico e forse dalle sonorità più interessanti ed ancora “Apnea”, anche questo sicuramente tra i brani migliori del cd. Una band interessante e da ascoltare attentamente per captarne tutte le sfumature. 70/100
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Gabriele Minetti: Voce, chitarra Anno: 2009 |