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Janvs
Fvlgvres

Non capita spesso di iniziare a parlare di un disco analizzandone i testi ma in tutta onestà con questa nuova uscita dei genovesi Janvs e sopratutto dopo averne letto le liriche non posso esimermi che dal cominciare proprio da li. Sia per il semplice fatto che sono in italiano ma sopratutto per il semplice fatto che sono assolutamente intensi, ricchi, poetici e altamente evocativi e descrittivi, al punto che già solo essi portano a momenti di riflessione, di riascolto, di rilettura e di intreccio poetico/musicale con il complesso risultato che è questo Fvlgvres, in cui per l'appunto i due fattori, testi e musica non possono essere presi in maniera distinta e separata ma appaiono fortemente legati e concatenati a creare un affascinante gioco di causa/effetto che letteralmente trascina l'ascoltatore nel malinconico e cupo mondo che Fvlgvres e gli Janvs creano nota dopo nota.
Non si può non rimanere colpiti e avvinti dalla vena malinconica che trasmettono ad esempio testi come Melancolia o Pivme d'arcangelo, in cui tutto è incentrato sulla morte intesa più come concetto di "raggiungimento del limite umano", sul passaggio, sulla consapevolezza, la solitudine, il freddo; la Morte o come detto il "raggiungimento del limite, la concretizzazione della consapevolezza", temi cardine di quest'opera, temi visti e vissuti spesso in prima persona, temi su cui Vinctor, autore di tutti i testi ( eccezion fatta per Vrsa Major scritta da Argento ed in cui è anche ospite vocale ), pare attingere in maniera estremamente personale ed intima alle proprie emozioni, contribuendo fortemente sopratutto a dare una visione diversa dai soliti stereotipi con cui si è soliti dipingere il mondo Black Metal.
Ma tanto ricca è questa visione intimistica e personale trasposta nei testi e tanto intensa è la "corrente" emozionale in grado di generare che non la si può liquidare in poche righe di recensione non mi resta quindi che lasciare all'ascoltatore o meglio in questo caso al lettore, il compito di approfondire da se, assicurandogli però che si tratterà di una esperienza di cui non avrà a pentirsi.

Venendo finalmente a quelli che sono i contenuti ed i contorni più prettamente musicali possiamo dire che Fvlgvres è un disco che dimostra ulteriormente la sua validità ponendosi in una posizione che guarda oltre agli steccati ed ai generi musicali, partendo certamente da un Black Metal pagano, abbastanza primevo e scevro da complicate orchestrazioni ma rivelandosi solo apparentemente "semplice" arricchendosi altresì sempre di contenuti che attraversano ampi spettri musicali, territori prevalentemente ricchi di atmosfere cupe ed oscure dai colori sempre opachi ma guardando anche con indulgenza a momenti più epici, più sontuosamente apocalittici; dark, gothic, ambient ma anche heavy metal classico che si combinano e si mescolano con le accellerazioni, i cambi di tempo ed i riff tipicamente Black e con la batteria di Francesco La Rosa ottima a fare da autentico "ago della bilancia" musicale, da segnatempo e metronomo nello scandire i tempi ed i ritmi delle partiture musicali.
Su tutto svetta il growl tetro e oltretombale di Vinctor unico veicolo in grado di instradare le liriche sui binari di una malinconica oscurità ed unico veicolo in grado di descrivere le emozioni freddamente maestose che Fvlgvres elargisce a piene mani.
Non manca una particolare cura e ricerca melodica, affidata in larga misura alle linee di chitarra di Vinctor capaci di disegnare, sia nel riffing melodico, nei solo e negli arpeggi autentici sentieri che guidano e prendono per mano l'ascoltatore, ammaliandolo e catturandone definitivamente l'attenzione, arricchendo, con ricchi intrecci acustici, le partiture di un tessuto sonoro tanto semplice e lineare quanto intenso ed evocativo. Pathos ed atmosfera sono stretta pertinenza e direttamente derivati dalle tastiere, dai loop e dai samples di Francesco La Rosa, momenti più tendenti a sonorità ambient che sposati con la chitarra di Vinctor danno allo sfondo musicale un respiro estremamente ampio e panorami infiniti su cui gli Janvs possono dipingere le proprie emozioni musicali.

Inutile a mio avviso cercare raffronti e confronti con altre realtà, si possono citare le altre band della scena attorno a cui comunque gli Janvs gravitano, band come ad esempio gli Spite Estreme Wing ma in generale a parte alcuni passaggi che appaiono debitori ai Novembre, Fvlgvres è un lavoro che fa storia a se appunto per il forte intreccio ed il forte legame che unisce musica, testi e liriche, un lavoro che pur mantenendo ben ferme e posate le proprio radici nel Black Metal italico di cui mantiene indubbiamente attitudine e spirito, ampia ed allarga i propri orizzonti alla ricerca di qualsiasi sensazione musicale possa aiutare nella trasmissione delle emozioni.
Assolutamente uno dei migliori dischi di questo 2007 e non solo nell'ambito Black Metal, da avere, ascoltare e riascoltare più volte .... ed ogni volta sarà una emozione ed una sensazione diversa.

85/100


Vinctor: Voce, chitarra
Malphas: Basso
Francesco La Rosa: Batteria, tastiere, samples

Guest:
Argento: Voce on "Vrsa Major"

Anno: 2007
Label: ATMF
Genere: Black Metal

Tracklist:
01. Fvlgvres
02. Terzo Volto
03. Pivme d'Arcangelo
04. Vesper
05. Melencolia
06. Vrsa Major
07. Addii

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