Attivi ormai da quasi 30 anni, gli Skanners sono una delle realtà storiche dell'heavy italiano, una formazione che si è consolidata (tra i normali alti e bassi di una carriera cosi lunga) grazie ad un'intensa attività live ed a lavori sempre onesti e coerenti.
A 3 anni di distanza dal buon (ma a mio parere un pò discontinuo) The Serial Healer, il gruppo di Bolzano torna sulle scene con questo Factory of Steel, che vede anche il loro passaggio dall'etichetta italiana My Graveyard Productions alla tedesca SAOL. Giunti quindi alla sesta prova in studio, gli Skanners danno dimostrazione che nonostante l'anagrafe avanzi impietosamente anche per loro, la voglia di suonare incandescente e roboante heavy non è andata persa, anzi, forse questo è uno dei loro migliori album, almeno lo è di sicuro dagli anni '90 ad oggi. I brani sono tutti di ottima fattura, dall'impianto melodico inossidabile, come nel caso di "Iron man" arricchita anche da una serie di bellissimi assolo di chitarra, ma Factory of Steel è un disco completo e variegato, fatto di parecchie sfumature sonore, e quindi non c'è da stupirsi che la title track offra un momento più epico e ruvido. La voce di Claudio Pisoni è sempre squillante e tremendamente espressiva, mentre il lavoro alle sei corde della premiata ditta Tenca/Unterhauser è sugli scudi in diversi episodi, sempre pronti ad un lavoro di cesellatura che solo i grandi artigiani del genere sono capaci di compiere; con "Hard And Pure", già presentata all'edizione 2010 dell'Italian Gods Of Metal si esalta la formula antemica del complesso, con un ritornello dall'aroma anni '80 irresistibile ed esplosivo, che si stampa in testa dal primo ascolto, e dello stesso DNA metallico è composta la successiva "Thunder In My Hand". Funziona bene nel contesto anche il lato più introspettivo dei bolzanini, che con "Story Of Sound" sciorinano una ballad cristallina e atmosferica, ma ben presto si torna a respirare pure metal con la dichiarazione d'intenti "We Rock The Nation" dai tratti somatici più cupi rispetto al resto della tracklist. "When I Look In Your Eyes" mescola formule nostalgiche nella parte vocale ad una base che trova le sue radici nel passato remoto della band, mentre la conclusiva "To Survive" dopo tanto furore, concede all'ascoltatore 2 minuti abbondanti di rilassatezza, tra intrecci acustici ed una quasi sussurrata prestazione di Pisoni al microfono, ancora una volta pregna di pathos e sincera passione. Constatando anche una produzione di livello assoluto, un'artwork curatissimo e l'ennesima splendida copertina, Factory of Steel è un'album old school ma che proietta gli Skanners verso un radioso futuro, un full lenght che farà la felicità dei fan più affezionai ma siamo sicuri anche quella dei fruitori occasionali. La classe, professionalità e dedizione sono doni fondamentali nella musica, e qui non manca nessuno di questi 3 elementi. Bentornati, ci eravate mancati. 82/100
|
Claudio Pisoni: Voce Anno: 2011 |