Pionieri assoluti e massimi esponenti del rock alternativo americano nei primi anni '80 e cult band nei due decenni successivi, i Jane's Addiction festeggiano i primi 25 anni nella discografia col loro quarto album in studio, questo The great escape artist che esce a ben 8 anni di distanza da Strays.
Ormai ridotti ufficialmente a trio (col bassista Chris Chaney che entra ed esce come se fosse al bar), Farrel e co. con questa nuova prova in studio ribadiscono la loro assoluta libertà espressiva sciorinando 10 brani inediti che in alcuni casi, sanno già di classici. Più atmosferico e new wave di qualsiasi loro altra prova, The Great Escape Artist dimostra l'ennesimo cambio di pelle della band losangelina, con Dave Navarro che pensa più a ricamare che ha sfoderare il suo lato più "hard rock" con la chitarra e dove Stephen Perkins agisce più da rifinitore e tessitore dei brani con le sue percussioni chirurgiche. Le parti di tastiera hanno un'importanza elevata nella progressione dei pezzi, come nel caso dell'epica e bellissima "Irresistible Force", una gemma shoegaze che palesa lo stato di grazia del combo, ma non mancano nemmeno ottimi riff come nel caso della catchy "End to the Lies" (scelta come primo singolo) o nell'opener "Underground", forse l'episodio più vicino ai Jane's old style. "Curiosity Kills è un sofisticato brano pop che rimembra i primi U2, mentre l'anthem "Twisted Tales" si preannuncia come uno dei momenti caldi del nuovo tour del gruppo, grazie sopratutto ai bellissimi giri armonici orientaleggianti di chitarra. Un disco insolito quindi, che può inizialmente spiazzare, ma denso di belle canzoni e di un songwriting forte ed inossidabile, coadiuvato anche dall'ottima produzione Rich Costey, uno che si presta poco dietro al mixer ma che quando decide di metter mano su un disco, sa bene come agire. Sono pochi i cali stilistici, alcuni episodi, in particolare la pseudo ballata post grunge "Ultimate Reason" sembrano essere un riempitivo, ma nel complesso siamo sicuramente di fronte ad una delle migliori uscite rock dell'anno, quanto meno in campo "mainstream". In conclusione la versione 2011 dei Jane's Addiction convince a pieno come ai loro esordi a metà anni '80, risultando una band assai diversa da quel periodo storico ma coerente con se stessa ma sopratutto capace di scrivere e performare canzoni anche pregne di significato, che dimostrano che anche il miglior rock in circolazione possa essere fatto uscire su una major del disco. 77/100
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Perry Farrel: Voce Anno: 2011 |