Prosegue senza alcuna sosta il ripescaggio dei gruppi storici del metal italiano da parte della MyGraveryard Productions, ormai una garanzia per i defender dello stivale.
E' adesso il turno degli Skanners, storico ensemble di Bolzano formatosi nel lontano 1982 ed arrivato ad oggi alla pubblicazione del sesto album senza mai essersi realmente sciolto nonostante negli anni più volte la formazione sia stata rivoluzionata. Non c’è molto da dire in fin dei conti riguardo The Serial Healer: Claudio Pisoni e soci, a 26 anni dalla nascita della band dimostrano di poter sfornare ancora del grande heavy metal incandescente e ricco di appeal, con pezzi strutturalmente inossidabili, testi di buon livello ed una serie di ritornelli che pur non avendo lo stesso approccio epico dei loro migliori lavori, collocano questo disco comunque tra i prodotti di rock duro migliori degli ultimi mesi. Ai ragazzi l´esperienza non manca di certo, dopo aver suonato nei gloriosi anni passati con Nazareth, Deep Purple e Thin Lizzy (solo per citarne 3) ma nei solchi dei 10 pezzi qui presenti qualche volta si trasforma in manierismo non sempre digeribile. La partenza affidata a "Soul Finder" è comunque delle migliori, con le chitarre serrate e gli acuti di Pisone affilati a completare questa cavalcata. "Welcome To Hell" richiama la scena britannica nel suo incedere epico; buono il ritornello di "To Die Is Not Fever", di facile presa e ben calibrato, con i cori a sorreggere la linea vocale principale in un classico crescendo antemico. Dopo queste 3 rasoiate, la band dona nella parte centrale del disco qualche pezzo in tono minore, dove le soluzioni vanno a ripetersi e la carica iniziale si affievolisce, pur ritrovando nella title track l´apice di tutto il disco, con ancora un chorus da stadio per un pezzo che punta tutto sulla carica, trovando un ottimo sostegno nelle trame dell´accoppiata Tenca\Unterhauser. Affiorano tinte più scure nella ballata "The Dream", che fa vedere anche il lato più intimistico degli Skanners, mentre l´urto di "Flash Razor" riporta attitudinalmente all´inizio del disco, questa volta con una ritmica serratissima (ottima la prova di Kranauer qui) e con echi al power teutonico. Chiude invece un altro episodio abbastanza inedito nel loro repertorio: "Immortality". Il pezzo scorre con una chitarra acustica che supporta Pisone che dopo quasi 40 minuti fa riposare la sua voce e la fa rilassare in un cantato dolce e crepuscolare. In conclusione, The Serial Healer pur non avendo una qualità media eccelsa e non lo stesso appeal di Pictures Of War (il loro masterpiece, a parere del sottoscritto) resta un episodio piacevole, suonato da 5 musicisti con la fede nel metal ancora ben radicata e con una passione per la musica lodevole. Bentornati. 70/100
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Claudio Pisoni: Voce Anno: 2008 |