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Fleshcrawl
Structures Of Death

A volte ritornano, mordaci come zombie infetti e letali come non mai ... I Fleshcrawl, nati ufficialmente nel lontano 1991 (inizialmente sotto il moniker Morgöth e poi Suffocation seppure per un brevissimo periodo ed esistenti come gruppo dal 1987) suonano come se fossero nati e vissuti in Svezia, tali e quali ad una band che picchia duro, originatrice di un filone e che si è arenata nel tempo in una fiera 'fissità' esecutiva, pur risultando sempre piacevoli all’ascolto e molto tosti.
I Fleshcrawl in realtà provengono da Ulm, Germania. A me sono ben noti per essere uno dei miei gruppi death metal preferiti di sempre (insieme a molti altri naturalmente...), e questo perché incarnano quel sapore retrò dall'essenza vera e coerente che non dimentica le proprie origini, una ortodossia sonora fuori dal comune che sa rigenerarsi su se stessa rotolandosi sulle sue maleodoranti ceneri nonostante non proponga nulla di nuovo se non qualche virgola o accento con la semplice maestria da veterani ed esecuzione mortalmente putrescente come costante supporto, al di fuori da mode e pose commerciali ma di stampo e feeling prettamente death metal scandinavo dissacrante.
Lo stesso sound quindi che ha reso famose esperienze musicali purtroppo oggi estinte o divorate dal mainstream come Nihilist, Entombed, Morbid, Lobotomy, Nirvana 2002, Tiamat (vedi Treblinka), Grotesque, Therion, Necrophobic, Grave, Carnage, Hypocrisy (di The 4th Dimension) e poi non ultimi Dismember e Unleashed (forse gli unici rimasto quasi tali e quali assieme a qualche altro nome, seppure con le dovute differenziazioni).

Grazie a tutta questa bella compagnia della famigerata 'Gothenburg wave' e 'Sunlight Sound' appunto, assieme ai Fleshcrawl (per merito ed età seppure non svedesi ma dal sound terribilmente ispirato e ‘coerente sino alla morte’) abbiamo ancora la possibilità di ascoltate e gioire di tale sound viscerale, totalmente gutturale e urlato dall'oltretomba, totalmente brutale, totalmente marcio e tuttavia melodioso-piramidale nella sua struttura e totalmente devoto al thrash/death delle origini con l'innesto di veloci sfuriate innestate a dei tempi più lenti e dalla musicalità ipnotizzante e attentatrice dalla pesantezza e dalla risonanza quasi doom in alcuni frangenti, chitarre motosega che creano un muso sonoro imponente, con basso da carneficina di immane potenza dal suono unico e distinguibile tra 1000; infatti i nostri Fleshcrawl portano avanti uno stile che, fatto tesoro delle lezioni impartite dai coetanei maestri, perpetuano nella scena come la migliore tradizione di famiglia.

"Structures of Death" contiene ben 12 assalti mortali diretti in 'in your face' di old school Death Metal pieno di variabili impercettibili ma presenti, i brani presenti sono di due distinte matrici, quelle pseudo melodiche al veleno e quelle di impatto diretto scarne e meno 'catchy' il tutto orchestrato dall'alto dal sound devastante impostato sullo stile svedese, questo è merito anche della costante del gruppo che ha sempre registrato o mixato in Svezia a Stoccolma ai Montezuma Studios, poi agli Unisound Studio del magico Dan Swanö, ma anche presso gli Abyss Studios di Peter Tägtgren ed i mitici Fredman Studios a Gotheborg oltre che negli Studio Underground in Västeras, questo ultimo, in realtà, è proprio il primo disco registrato nella terra natia, la Germania ma come sempre editato e mixato in Svezia con songs uniche e distinguibili, piene di potenza e bastardo marciume, melodie killer dalle fittissime maglie e sulfuree esalazioni si intrecciano in un inferno primordiale, un'orgia di potenza sgretolante, riffs di spessore assoluto e davvero micidiali, una massiccia ed incomparabile mistura di orecchiabilità e imponenza ipnotica, in poche parole il sound che spiega la struttura della morte nella sua semplice costruzione ed immediatezza, la sua perfetta colonna sonora.

Album consigliatissimo a tutti i nostalgici del metal estremo scandinavo dei primi '90 e so gia che tra questi di certo ci saranno molti metal head che gioiranno ed inizieranno gia dal primo secondo di ascolto a ciondolare le lungo-crinite o no 'testuggini', agli altri non saprei che dire: questa è la vecchia scuola, vecchia concezione death iconoclasta che non vuole sentire o avere ragioni, un unico motto sotto il nome del death metal puro e crudo, batteria, chitarre basso e voce e qualche sporadica chitarra classica e stop!
Se posso sollevare delle critiche a questo disco è magari la poca freschezza di 2 o 3 tracce troppo pericolosamente sul gia sentito, ma su ciò si può sorvolare senza problemi se si considerano i brani buoni e consigliati che valgono da soli l'acquisto nella migliore tradizione del genere. Ave Fleshcrawl!

70/100


Sven Gross: Voce
Mike Hanus: Chitarra
Oliver Grbavac: Chitarra
Nico Scheffler: Basso
Bastian Herzog: Batteria

Anno: 2007
Label: Metal Blade
Genere: Death Metal

Tracklist:
01. Skulls Of The Rotten (Intro)
02. Structures Of Death
03. Into The Fire Of Hell
04. Written In Blood
05. A Spirit Dressed In Black
06. Fleshcult
07. Into The Crypts Of Scattered Souls
08. Anthem Of Death
09. Nothing But Flesh Remains
10. Rest In Pain (R.I.P.)
11. About Mortality
12. War Of The Dead
13. Rockin Is My Business (The Four Horsemen Cover) - contenuta solo nell'edizione limitata in Digipack

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