Che peccato, Parasynthesis non è un brutto disco, ma se i Levania, gothic metal band di Ferrara, avessero avuto più accortezza nei tettagli e coraggio compositivo per il loro esordio sulla scena saremmo stati a parlare in ben altri termini.
Si parla di gothic metal più suonato all'italiana che in maniera consueta, non intendo per questo che il gruppo suoni male o che scada nel pop o musica leggera ma il modo e sentimento è certo più vicino alla rivisitazione in chiave personale e intimista che nei retaggi del genere. Questo potrebbe essere un punto a loro favore, ma le pecche e l'indecisione in alcuni frangenti li rende ancora troppo sterili per poter dire la loro in un panorama dove si sgomita sin dagli esordi con numerose realtà che non sbavano di una virgola. Purtroppo il cd non impatta come dovrebbe ed il pezzo più interessante è quello che meno si sposa con il gothic metal, ovvero la traccia "Agharti (searcing of...)" una ballata in chiave folk metal davvero trascinante ed elegante oltre che evocativa al contrario di tutto il resto un pò scialbo e claudicante, di poco spessore specie per una voce femminile che poco si adatta all'imponente potenza che dovrebbe sprigionare il gothic metal. Nella biografia si parla di “Epic-Gothic, Death Metal" di matrice scandinava e atmosfere mediterranee” ma già dopo il primo ascolto di “Midnight of Silence” mi devo ricredere poiché la song pur valida resta in una mezza via tra un sound dark barocco ed accelerazioni gothic metal dove poco importa se fa la comparsa la tripla voce maschile pulita e semi-gutturale con sconfinamenti in ambito doom death che nonostante sia una semplice parentesi non solleva il valore totale del brano, troppo frammentario per incidere a dovere, complici i ritornelli delicati e barocchi. Nel complesso la voce della cantante risuona male, spesso assai monotona nonostante il concept tutto sommato interessante, si segue sul cd con brani come “Eroica”, pezzo di impostazione epic metal che forse si sarebbe presentato meglio con un sound più potente e rotondo, anche qui la voce narrante maschile però non raggiunge i livelli che dovrebbe, il pezzo è però più strutturato e meno collage degli altri... . “Natural Motion” è una song più distorta e la base ritmica è più accattivante ma troppo nella consuetudine, da sottolineare la parte cantata in latino, ma l'incedere del pezzo è stancante e potrà piacere solo agli amanti sfegatati del gothic metal middle europeo (qui la voce femminile si adatta meglio). Con “The Narrow Way Of Juliette” ci si addentra meglio nella vena teatrale e doom gotica, la quale mi fa ritornare in mente cose del periodo primissimo del gothic doom sinfonico con qualche reminiscenze vampiresca e una più sciolta musicalità dei ritmi, questo pezzo potrà piacere a molti per via della strizzata d'occhi ad un sound che imperava un paio di anni fa. Le potenzialità per dare il max ci sono e quindi si passa a “Basteth’s Kiss”, canzone più atmosferica dalle tastiere di sottofondo emozionali e la voce pulita femminile e maschile dal sapore leggero e melodico. Dopo la trilogia di “Aghartì” nel proseguimento abbiamo “Carthago Nova” canzone arpeggiata e riflessiva in cui la band si dimostra maggiormente in possesso di attitudine, la eco medioevale riecheggia fiera e più introspettiva delle precedenti tanto che mi pare utile accomunarla alle più riuscite assieme ad "Agharti". Chiude l’album “Sibyl of the Dark”, bel pezzo massiccio che pecca solo per la non pesante impostazione del sound (pecca comunque comune al disco intero), le voci variano, ci sono sovraincisioni e la cosa mi piace (idea da sviluppare per il futuro), il brano suona più tecnico, musicalmente interessante rispetto al contesto e il fiero incedere non stanca. Questo album sarebbe un buon esordio, certo non spicca per originalità ma certi brani meritano, arriverà di meglio con il prossimo disco? A voi la scelta di impostare e maturare ulteriormente. Disco da 6-, ma non da buttar via, copertina pessima... 60/100
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Ligeia: Voce Anno: 2012 |