Sul pezzo da lunga data, i partenopei Presence continuano imperterriti a forgiare un suono perfettamente in bilico tra heavy prog e dark gothic, rinforzati da un background piuttosto sontuoso di stampo evidentemente classico.
Giunto all'ottava fatica in studio (considerando anche il primo lavoro, il mini album “The Shadowing”, pubblicato nel lontano 1990), e a 7 anni dall'ultimo lavoro (“Masters and following” del 2016), il trio naviga in un alveo ormai consolidato: che si tratti della magniloquente solennità di “Aftermath”, forte di un organo quasi irrequieto, o del breve intermezzo gotico della strumentale “Dance macabre”, passando per le commistioni plumbee di “The undead”, se non per gli oltre 20 minuti della suite “Them”, un esempio piuttosto genuino di opera per gruppo e orchestra, l'organico napoletano forgia un consolidato marchio di fabbrica che, per coloro che amano questo tipo di sonorità, risulterà assai rassicurante. Tralasciando “If you dare”, unica fatica vicina alla formula canzone, francamente poco contestualizzata rispetto al resto dell'opera (non è l'unico neo dell'album: ci sarebbe anche qualche riserva, pur minima, da esprimere in ordine alle ritmiche programmate), questa nuova fatica discografica si qualifica per la consueta direzione trasversale, sempre connotata da forti aperture sinfoniche, quando non propriamente liriche, tipizzate da tinte gotiche e più contenute digressioni dark. |
Sophya Baccini – voce Anno: 2024 tracklist |