Le sensazioni che regala un cd come questo sono difficilmente descrivibili, la prima esclamazione è stata: peccato che duri così poco.
Otto canzoni, più tre live, sono troppo poche per una band che riesce a coinvolgerti così tanto già al primo ascolto. Pur essendo spietati nel loro incedere, riescono a prenderti talmente tanto che ti portano a riascoltare il disco senza soluzione di continuità. Non ci sono molte band che riescono a provocare una simile reazione nell’ascoltatore, gli Unmerciful sono una di queste. Certo non arrivano a livello dei “cugini” Origin, una delle band culto nel genere technical brutal, ma sono sicura che nelle successive uscite la differenza tra i due gruppi si farà sempre più sottile. Discorso valido non solo per la qualità del prodotto, ma anche per quanto riguarda la proposta musicale, alquanto simile (non uguale, intendiamoci) tra le due realtà. Uno dei motivi della similarità, quasi sicuramente, è stato l’ intenso scambio di musicisti che è avvenuto tra le band. Basti pensare che Clint Appelhanz, è stato chitarrista degli Origin, così come Jeremy Turner (il quale ha figurato anche tra le file dei Cannibal Corpse), e che James King ha registrato l’ultimo full-lenght degli Origin, “Echoes of Decimation”, e parteciperà al tour del disco (il tour toccherà il suolo italico a Febbraio per una sola data insieme ai Necrophagist). Tutto questo prendendo in considerazione la formazione che ha registrato “Unmercifully Beaten”, senza contare i membri passati che sono stati in entrambi i gruppi, e senza considerare il fatto che questa formazione ha già subito delle variazioni. Ma questo fa parte della storia di quasi tutte le band, succede spesso e a volte, non sempre i sostituti sono all’altezza dei predecessori. Ciò non sembra aver scalfitto la grinta e distolto dai loro intenti i nostri, che arrivano al loro primo full dopo due demo alle spalle: “Weed out the Weak” , il promo del 2005 e uno split uscito nel corso del 2006. Forse leggermente meno raffinati nelle soluzioni trovate rispetto agli Origin, e quindi più diretti, mettono in mostra maggiormente il loro lato grind e sfoderano la loro violenza cieca, che sgorga impetuosa da queste otto songs. Inutile sottolineare l’abilità tecnica dei quattro, i quali sono dei cosiddetti “mostri”; ci presentano un lavoro pregiato, soprattutto se consideriamo l’ottimo songwriting. “Masochistic Rampage”, prima song del disco, ci chiarisce quello che sta per accadere alle nostre orecchie: uno sterminio uditivo, un atto di violenza sonora esasperato. Canzoni da segnalare sono “Mass Execution”, “Retribution” e “Seething Darkenss”, le quali non fanno altro che accrescere la stima verso di loro come musicisti. Consiglio vivamente di ascoltare questo cd, nonostante il genere estremo, riesce a dare moltissimo, sia a livello musicale che emozionale. Inserire il voto in centesimi, ad es: 70/100
|
Clint Appelhanz: Chitarra/Voce Anno: 2006 Sul web: |