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Origin
Echoes Of Decimation

Siamo di fronte ad una delle più grandi realtà del genere brutal. Band che suona con un’intensità che ha dell’incredibile. Le nove tracce dell’album, pur essendo una differente dall’altra, sembrano far parte di un unico “flusso”. Per ventisei minuti si rimane immersi, senza sosta e senza mai annoiarsi, in una spirale di cattiveria e ferocia impareggiabili. Il suono è violento, compatto, ogni song ci regala una scarica di adrenalina che solo poche altre band riescono a dare.
Penso sarà dura per gli altri rappresentanti del genere arrivare ai livelli di questo cd.

Gli Origin, fin dalla loro nascita, sono stati caratterizzati da esecuzioni al limite della tecnica strumentale, della perfezione e dell'audacia compositiva.  "A coming Into Existence" è il demo che segna la prima uscita dei nostri, i quali si presentarono già a grandi livelli. Ciò ha loro di condividere il palco con band storiche come Nile, Cryptopsy, Gorguts, Cephalic Carnage ed Exhumed (per citarne alcune), e di entrare a far parte della "famiglia" Relapse.

Nonostante i numerosi cambi di formazione, le caratteristiche salienti del gruppo sono rimaste invariate anche nel corso delle successive uscite. Ne è un esempio il primo album uscito, Origin, self-titled cd che vede il subentro alla batteria di John Longstreth (ex-Angel Corpse) e Doug Williams al basso (già nei Cephalic Carnage). Anche se la formazione definitiva l' avremo solo con il secondo full-lenght "Informis Infinitas Humanitas", che vede l'inserimento di James Lee alla voce e Mike Flores al basso. Estremamente vari e fantasiosi nelle song, non possiamo dire che si trovino particolari influenze nel loro sound, pur elencando nei loro gruppi di riferimento Atheist e Suffocation.
Il tutto è caratterizzato da un'originalità, segno dell'abilità, che è propria dei grandi musicisti, di cogliere da altre band gli elementi migliori, facendoli propri, senza lasciare spazio a "rimandi" di ogni genere.
Ogni strumentista all'interno del gruppo risulta ineccepibile, già nella prima song " Reciprocal " i due chitarristi, Paul Ryan e Clint Appelhanz, mettono in mostra la loro maestria, proponendoci riffs e assoli belli ed incisivi.

Certo il genere non lo consente molto, ma loro riescono a farci trovare quel pò di melodia che serve a non provocare "rigetto" nell'ascoltatore, ma a fargli apprezzare anche le canzoni più violente. Degna di nota è anche la prestazione del batterista, che offre "rullate" e passagi altamente complicati. Sempre in evidenza, James Lee che è, e rimarrà, un vocalist fantastico, forse uno dei migliori "growler" in circolazione. Sicuramente i nostri, insieme a Nile e Necrophagist, rappresentano al meglio il genere " technical brutal".

Molti amanti del genere, soprattutto quelli legati ai gruppi storici, storgeranno un pò il naso di fronte a tutto questo tecnicismo.
Infatti, il maggiore commento che ho raccolto è stato che "osan troppo" a livello strumentale, soprattutto in un genere che dovrebbe, secondo loro, essere caratterizzato da una certa grezzezza. Sono sicura però che alla fine apprezzeranno, perchè la validità di un gruppo come questo è indiscutibile.



Paul Ryan: Chitarra
James Lee: Voce
Clint Appelhanz: Chitarra
Mike Flores: Basso
James King: Batteria

Anno: 2005
Label: Relapse
Genere: Technical Brutal/Grind

Tracklist:
01. Reciprocal
02. Endless cure
03. The Burner
04. Designed to Expire
05. Cloning the Stillborn
06. Staring from the Abyss
07. Amoeba
08. Debased Humanity
09. Echoes of Decimation

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