Mi era presa la curiosità di sentire cosa avevano conbinato nel loro ultimo album i nostri “amici” svedesi.
Come ho scartato il pacco che conteneva “Ikon”, ho dato uno sguardo alla copertina, ho aperto il libretto e dato una letta ai testi. La mia espressione ha cominciato a contorcersi e mi è venuto naturale esclamare: no!! di nuovo!! un’altra volta!! Ma basta, acciderbolina. Da fan del death metal non posso che essere piuttosto allarmata sulla mancanza di fantasia che molto spesso mostra il genere estremo. Il nocciolo della questione è la tematica, qui si ricade nel piú classico dei temi: satanismo/anti-cristianesimo. Ok che deve essere un genere “cattivo”, ma è venuto il momento di usare nuove tematiche. Sono anni, da quando è nato il genere che non si parla che del signore del male, delle tenebre e bla bla bla. Non che io sia un’amante delle religioni, tale da essere offesa da questo genere di lavori, tutt’altro. Sono solo arci stufa di sentire le solite cose. Per fortuna non tutte le band sono cosí, alcune mostrano una certa ricercatezza e trattano temi particolari. Fatta la predica passo a descrivere musicalmente “Ikon”. Come molti deathster sapranno gli Insision sono dei gran musicisti, strumentalmente ineccepibili, questo ci viene detto soprattutto dalle scelte tecniche e strutturali che i quattro adottano. Certo è che quel certo sapore nordico, di swedish death non glielo toglie nessuno. Nelle nove canzoni che compongono il cd risuonano gli echi, ritmi e cadenze tipiche che hanno portato in auge il metal scandinavo e che lo hanno fatto grande. Non so se sia voluto o meno, ma certo è chiaro il legame con la tradizione metal della propria patria. Quello che forse mi aspettavo da quest’album era un pó piú di spinta, invece abbiamo la presenza spesso di tempi lenti, il loro incedere spesso è spezzato da questi inframezzi cupi e piú calmi. Cioè in poche parole me lo aspettavo decisamente piú “brutale”, invece i nostri hanno attuato un avvicinamento ad un death di stampo classico. Certe sfuriate tipiche del genere piú estremo ci sono comunque, ma queste sono piú limitate che in passato. Finiti i difetti e non pensando a cosa erano in passato gli Insision, la valutazione oggettiva è che “Ikon” è un ottimo album death, veramente piacevole da ascoltare. Il cantante è dotato di un growl bello e potente, ci sono i passaggi iper-tecnici per gli amanti delle cose complicate e nei queli i nostri sembrano veramente sguazzarci ed esserne avvezzi, i momenti per il relax delle orecchie ed il tempo anche per la brutalitá. Insomma un album che abbraccia le diverse frange di fans del death metal. Se non lo si ascolta avendo nelle orecchie gli Insision di un tempo o essendo amanti del brutal piú violento, questo è un album decisamente alla vostra portata. 80/100
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Carl Birath: Voce Anno: 2007 |