Scritto da HektoplasmaToxin Giovedì 11 Novembre 2010 01:13 Letto : 1933 volte
Il cd in questione é il settimo se non erro con l'aggiunta del primo split con il gruppo I Dream No More di cui sono state emesse solo 8 copie (?), ed é la commistione, la summa, il must dell'opera del geniale poli-strumentista gia fondatore di gruppi di tutto rispetto (Beyond Black Void, Fall of the Grey-Winged One, The Ethereal ... etc, giusto per fare i nomi dei più importanti) e comprimario in act quali Pantheist, Solicide, In Somnis and The Sad Sun... Musica rilassante (per me) e ansiosa al contempo, la giusta colonna sonora dell'oblio e della finale perdizione, in questo disco il poli-strumentista unisce varie reminiscenze precedenti e qualche personale vecchio pezzo tratto da Symphony I e II con il sound di Symphony III in una evoluzione esaltante per gli amanti del genere, ma non solo in ambiti doom, dato che la teatralità di alcuni passaggi e la brutalità di altri rendono il lavoro vario e ricco di sfaccettature, certo si tratta più di musica sperimentale, prolissa e visionaria piuttosto che estrema, ma la presenza di vocals sofferte e talune volte gutturali e della chitarra ultra-distorta non ne fa un lavoro commerciale e di facile ascolto. Le atmosfere liquide e criptiche date dai synth, e dagli organi stavolta sono contornate da una registrazione degna di nota, che non fa che saltare il background principale ambient dark a sfavore del puro drone lacerante e insidioso, i brani più rappresentativi sono comunque la terza traccia "Careless, Painless, Far Away" (rivista) e la penultima track "Departure", dove abbiamo 2 diversi modi di concepire la filosofia sonora di Van Cauter uno dei miei musicisti in questo genere da me preferiti. Da non dimenticare comunque la prima e seconda "Cruel", "They Never Hope" che sono dei brani ombrosi e avvolgenti nel loro "pachidermico" incedere in una overdose di visionaria arte sonoro-pittorica che potrà risultare indigesta a molti con i suoi 73 minuti per sole sei song, ma credetemi, fondamentale per qualunque collezionista di doom art moderna, di chi apprezza l'evoluzione del genere, di chi ama riscontrare le varie influenze e le peculiarità proprie del artista. Totale sofferenza e perdizione quindi, solo per anime dannate e ossessionate! Il cd é completato da una grafica ottima, la copertina ritrae un tramonto montano visto attraverso una sorta di corona di spine irte e diabolicamente minacciose, il tutto racchiuso da un cofanetto di cartoncino patinato. Che dire... a voi la scelta... 95/100
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Stijn Van Cauter: Voce, chitarra, basso, tastiere, timpani e violino Anno: 2004 Sul web:
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