Home Recensioni Masterpiece Allan Holdsworth - i.o.u.

Allan Holdsworth
i.o.u.

I.O.U. inciso nel 1979 può essere considerato come il primo vero album registrato sotto il nome di Allan Holdsworth in quanto, a differenza di Velvet Darkness del 1977, è prodotto da una etichetta indipendente: la Luna Crack Records. Ormai pienamente padrone delle proprie capacità tecniche ed artistiche, le quali resteranno intatte anche nelle tappe successive della sua carriera, Holdsworth fornisce un saggio esemplare in I.O.U. di cosa faccia di lui un chitarrista straordinario.
Innanzitutto l'originalità delle partiture e delle sonorità: Holdsworth scolpisce letteralmente il suono che fuoriesce dalla sua chitarra.
In secondo ordine occorre notare come le improvvisazioni vengano sviluppate su delle sequenze di accordi complessi ma in grado di veicolare delle reali emozioni.
Infine il suo senso dell'armonia ed il suo fraseggio nel legato risultano talmente personali e ricchi di inventiva da configurarsi rapidamente come un vero e proprio marchio di fabbrica repentinamente distinguibile.
Pochi virtuosi sono in grado di suonare come Holdsworth ed una delle testimonianze più candide di questa considerazione (che non è affatto generica) è data dal fatto che molti celebri chitarristi hanno nel tempo riconosciuto la portata della sua genialità e ne sono divenuti appassionati ammiratori. Tra essi figura anche Eddie Van Halen che lo ha aiutato economicamente in tempi di gravi ristrettezze.
La strumentale Letters Of Marque è probabilmente il vertice dell'intero album con una parte di basso suonata da Paul Carmichael avventurosa, un solo di chitarra arioso ed il drumming dinamico di un giovanissimo Gary Husband che raccorda il tutto.
All'interno di Temporary Fault, la musica diventa malinconica sino a quando Holdsworth lascia la chitarra per imbracciare il violino (soluzione frequente durante la sua militanza nei Tempest) suonato con estrema flessibilità, per non parlare della parte di piano di Gary Husband che vira sentitamente la composizione tanto da rendere l'idea di un black-out improvviso nell'ascoltatore quando il pezzo si esaurisce poco dopo i tre minuti...
Shallow Sea è un altro grande momento musicale con delle tessiture della chitarra contemplative che si dispiegano come nebbie fitte di fronte al decollo verticale di uno dei migliori solo dell'album. Anche i pezzi cantati da Paul Williams sono riusciti e racchiudono una certa quota di sorpresa: basterà ascoltare The Things You See ed il suo assolo virtuoso, oppure Checking Out ed il suo singolare passaggio neo-classico iper veloce che fa irruzione dopo nemmeno due minuti: sorprendente!
In effetti non ci sono punti (e fasi) deboli in I.O.U., c'è del jazz-rock certamente ma non nelle corde della Mahavishnu Orchestra o dei Return To Forever.
L'essenza è data dal legato che è meditato, riflettuto e strutturato su composizioni che rompono le corde di ancoraggio con i canoni che informano i gruppi fusion più tradizionali.
In ogni modo nel suo primo album Allan Holdsworth è riuscito a trovare un suo stile quasi cercato e conquistato lontano in terreni musicali inesplorati.



Allan Holdsworth: Chitarra, violino
Paul Carmichael: Basso
Gary Husband: Batteria, piano
Paul Williams: Voce

Anno: 1982
Label: Luna Crack Records
Genere: Jazz/Rock

Tracklist:
01. The things you see (when you haven't got your gun)
02. Where is one
03. Checking out
04. Letters of Marquee
05. Out from under
06. Temporary fault
07. Shallow sea
08. White line

Sul web:
Allan Holdsworth
Allan Holdsworth @MySpace

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.