Milano, 28 Novembre 2016 - Circolo Magnolia Foto di Marco Casiraghi Anticipata dal set di Black Cracker, dj e autore berlinese che ha presentato la sua interessante commistione di hip hop, industrial e R&B recentemente pubblicata nell’EP “Come As You Are”, Peaches ha elargito 100 minuti di performance avvolgente e avvincente al Circolo Magnolia alla periferia di Milano. Poiché quella milanese era l’unica possibilità di vedere in Italia l’artista canadese alle prese con il suo show in cui veniva presentato il nuovo “Rub” uscito lo scorso anno, l’evento ha richiamato un pubblico variopinto ed eterogeneo proveniente da tutta la penisola, fino a riempire la capienza del locale, con almeno 700 persone paganti e “poganti”. Sarebbe riduttivo ed errato considerare quello di stasera un concerto. L’artista canadese (Merrill Beth Nisker per l’anagrafe) è conosciuta sin dagli esordi (il suo primo album “Fancypants Hoodlum”, l’unico firmato con il suo nome alla nascita è uscito nel 1995) per le sue performance, il suo electroclash e per i suoi brani nei quali utilizza testi sessualmente espliciti, smontando letteralmente le norme tradizionali di genere. Se nel primo album la sua rabbia contro tutto ciò che è “ordine precostituito” ben si esprime attraverso il punk rock (ne sono esempio “Flexy Boy”, “Maniac”, “Stressed Out”, ma anche l’ironica rivisitazione del brano disco ’70 “Kung Fu Fighting” e la cover di “High School Confidential”, omaggio alla band new wave canadese Rough Trade che la incisero nel loro album “Avoid Freud” del 1980), già il successivo “The Teaches Of Peaches” (il primo a nome Peaches, scritto quando l’artista si è già immersa perfettamente nell’ambiente underground berlinese agli inizi di questo secolo) consacra l’artista all’elettroclash, attingendo a piene mani dalla new wave degli anni ’80. Da qui in poi, con “Faterfucker” del 2003 (Peaches aprirà i concerti di Marilyn Manson per promuovere il disco) fino all’ultimo “Rub”, Peaches abbandonerà definitivamente il rock per inoltrarsi sempre più verso l’elettronica, con brani che piegano verso un sound estremo in cui basso e batteria campionata la fanno da padrone, in cui poco conta la musica rispetto al testo e al messaggio, che deve rappresentare il fulcro del suo spettacolo. Da sempre provocante, Peaches ha aperto la sua performance con il brano che dà il titolo all’ultimo lavoro e che non lascia dubbi sulla sua perseverata e rinnovata battaglia nei confronti di tutto ciò che costituisce preconcetto sul genere sessuale e sui conservatori in generale (Donald Trump è uno dei personaggi su cui più volte si è scagliata recentemente). I versi oltraggiosi con cui ha aperto lo show a Milano ne sono l’esempio: “Tell on my pussy, whistle blow my clit”. Tutta la performance dell’artista è focalizzata sulla demistificazione/ostentazione dei connotati femminili, tanto che Peaches si presenta con l’aiuto di due ballerini mozzafiato a rappresentare ironicamente le nostre paranoie mentali nei confronti del sesso “debole” (?): un enorme fallo/preservativo di plastica dentro al quale l’artista si esibirà camminando letteralmente sul pubblico presente e dalla quale estremità aspergerà “il suo seme” sul pubblico in sala (durante “Dick In The Air”); copricapi e “vulve danzanti” (durante “Vaginoplasty”) che richiamano alla mente echi di civiltà aborigene e ancora un costume da cui penzolano sei seni, mentre un altro è posto sul suo inguine, per dare sfogo, come lei stesso ammette, alle fantasie maschili (e non solo) più recondite. Peaches ha saputo attirare l’attenzione su temi “scomodi”, trasformando la morbosità in un divertente cabaret artistico in cui trova posto avanguardia e sperimentazione musicale, ma soprattutto dove viene messa in scena la diversità senza veli e pregiudizi, spesso attraverso la rappresentazione di personaggi grotteschi che sembrano usciti dal bar di Guerre Stellari sul pianeta Tatooine. “Fuck The Pain Away”, che chiude la prima parte del concerto, è l’emblema di una artista che a 50 anni appena compiuti, sa tenere in piedi una performance senza lesinare energie, tanto da coinvolgere a pogare anche chi non è avvezzo a questo genere di cose. Uno show da vedere che diverte, coinvolge e fa riflettere al contempo.
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Peaches: voce, programmazione Data: 28/11/2016 Setlist:
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